MrFrag ha scritto:

Isa ha scritto:senza contare che un contratto non puoi farlo a gente senza documenti?

esatto, infatti generalmente i documenti ce li mette uno, gli altri poi sono "ospiti"

la stessa cosa che facevano i miei conterronei qualche anno fa...
i miei negli anni 80 avevano problemi a trovare una casa...e mio padre laureato e lavorante in banca, quindi va, mica senza documenti...

comprensibile...

Isa ha scritto:

MrFrag ha scritto:

Isa ha scritto:senza contare che un contratto non puoi farlo a gente senza documenti?

esatto, infatti generalmente i documenti ce li mette uno, gli altri poi sono "ospiti"

la stessa cosa che facevano i miei conterronei qualche anno fa...
i miei negli anni 80 avevano problemi a trovare una casa...e mio padre laureato e lavorante in banca, quindi va, mica senza documenti...

comprensibile...

esatto, quello che mi "urta" è che tante volte sembra ci dimentichiamo che tutto quello che gli immigrati fanno ora, è stato fatto dagli italiani prima, quelli che si spostavano da sud a nord e quelli che andavano all'estero...
e proprio quelli che di noi + emigrivano ora sono i + razzisti

tornando all'iniziativa delle docce non riesco a decidermi sulla bontà o meno della cosa, di primo acchitto mi sembra discriminatoria, poi dico che se era necessaria per la convivenza è stato giusto
rimango con il punto di domanda

Boh.
Alle medie (in Sicilia) ero in classe con due rom. Io non sapevo neanche cosa fossero, i rom, nè si era sparso il pregiudizio razziale sui due... Sensibilità paesana? O forse con due drogati in seconda media e un figlio di un ergastolano per mafia c'era altro a cui pensare? Comunque, i due in questione erano Sinti, per intenderci l'etnia che storicamente (o secondo lo stereotipo?) è associata al mestiere di giostrai, di famiglie diverse, semistanziali. Uno puzzava e uno no.
Sì, qualche volta sono sparite le merendine, ma le merendine spariscono dappertutto e non giurerei che le abbian prese loro.
Ora, tutto sommato sono fiero di essere venuto su in quel contesto, perchè non ho mai giudicato quelle persone perchè zingari. "Puzzolo", come veniva chiamato uno dei due (indovinate quale?), mi faceva un po' pena e un po' simpatia, perchè anche io ero un emarginato (per via dell'accento bresciano e perchè ero bravo), e quando una volta gli dissi brutalmente che doveva lavarsi mi rispose "ma è vero che puzzo o dicono così perchè sono zingaro"?
Zingaro era una parola che prima avevo sentito in una canzone di Claudio Lolli (che mi portava a pensare che gli zingari fossero tristi) e dalle minacce di mia nonna bresciana "Non uscire da solo che ti rubano gli zingari", quindi mi colpì molto sentire l'emarginato della classe confessarmi di essere uno zingaro. E mi colpì ancora di più scoprire che lo era anche Denil, quello che non puzzava.

Morale della favola?
Secondo me fanno benissimo a offrire questa possibilità in quella scuola, del resto non mi sembra che obblighino nessuno a lavarsi contro la propria volontà. Se questo permetterà di socializzare meglio è solo positivo, per loro e per i compagni di classe che faranno più fatica a trovare riscontro con l'immagine del rom puzzolente e diverso che gli inculcano da tutte le fonti. Se poi ci sarà possibilità di confronto, saranno quei bambini a dircelo.
Tornando al mio raccontino, se Puzzolo (vero nome Patrick) non mi avesse detto che Denil era uno zingaro, io non l'avrei mai saputo. Perchè non era un "diverso", non più di molta altra gente che conosco... A voi non è mai venuto in mente di conoscere o aver conosciuto molti più zingari di quanto crediate, sotto le mentite spoglie di persone "normali"?

Detto questo, me ne sbatto la ciolla dei discorsi sulle CVLture, quando in ballo c'è la convivenza civile; con questo non intendo sminuire la profondità e legittimità della cultura rom, nello specifico, semplicemente ritengo che se un qualsiasi elemento di un gruppo fa uno sbaglio, ossia viola le regole sancite per un certo territorio, debba pagare, e vale per loro come per chi applica mutilazioni genitali femminili, come per chi vende alitalia ai suoi amici, come per chi incula i bambini.

il teoclasta saggio!

Highelf ha scritto:A voi non è mai venuto in mente di conoscere o aver conosciuto molti più zingari di quanto crediate, sotto le mentite spoglie di persone "normali"?

se uno è una persona educata, onesta e cura l'igiene almeno il minimo sindacale può essere rom o appartenere a qualsiasi etnia che sarà da me trattato come chiunque altro.
il rom che lavora, paga le tasse e rispetta le leggi non crea nessun problema e quindi per me è un cittadino come gli altri.

Ma il problema è che tra i tuoi 100 tu conti quelli che hai riconosciuto come zingari, non quello che t poteva sembrare un italiano alticcio con un accento un po' strano...

Highelf ha scritto:Ma il problema è che tra i tuoi 100 tu conti quelli che hai riconosciuto come zingari, non quello che t poteva sembrare un italiano alticcio con un accento un po' strano...

la maggior parte degli zingari che mi capitano al bar a prima vista sembrano persone comuni vestite in modo grottescamente elegante... riconosci che sono rom da piccoli particolari come l'ostentazione di oro, l'italiano biascicato e altre cose come il fatto che lasciano sempre almeno metà della consumazione nel bicchiere.
lo zingaro che lavora e paga le tasse è uno zingaro "sui generis" dato che sono una minoranza che passa fondamentalmente inosservata assomigliando al cittadino tipo.
è una questione di semantica fondamentalmente... per me "zingaro/rom" è quello che vive in roulottes fatiscenti pur girando con macchine costose, quello che vive di affari illeciti e sotterfugi e che appena può ti frega. la maggioranza è così...
il rom di cui si parla qua è quello dei campi che non ha un'identità definita e che vive ai margini della legalità, se mi parli di un rom che si è trovato un lavoro, ha la carta d'identità e una casa nel mio vocabolario non è un rom ma un cittadino comune.