Non per essere pedante, ma prima di tutto vorrei sfatare alcuni falsi miti in ordine vario:
1) L'alto costo di estrazione del petrolio: benchè i miei colleghi da decenni ormai parlino dell'esaurimento delle scorte di petrolio, di fatto ne continuiamo a trovare giacimenti enormi. Groenlandia, Norvegia (artico in generale) e Khazakistan, per dirne alcuni. Ovviamente ricerche di tal tipo fanno girare le palle ai paesi dell'OPEC che temono di trovarsi, da un giorno all'altro, a doversi trovare un lavoro serio. Il petrolio costa pochissimo, il problema è che inquina molto.
2)Il gas naturale inquina: Dipende da quale gas: il propano, l'etano e il butano sì, il metano un po' meno: CH4 + 2O2--> C02 + H2O ossia bruciando metano hai anidride carbonica e acqua, con una resa energetica che, paragonata a quella della benzina è circa tripla per ogni molecola di CO2 emessa. In più il metano si può ricavare facilmente da processi non estrattivi, ad esempio facendo fermentare la merda.
3) L'uranio è in parte rinnovabile: NO. Non lo è. Neanche un po'. Ma proprio per niente. Si può provare ad arricchirlo meglio, rovistando tra scarti di _U_238 arricchito alla ricerca di qualche atomino di U235 restio a farsi sgamare (a prezzi brutali), ma pensare di riportare nucleotidi di bario e kripton radioattivissimi più qualche neutrone a riformare un nucleo di uranio è impossibile, e anche se fosse possibile occorrerebbe una quantità di energia decine di volte superiore a quella prodotta dalla fissione dell'atomo. Alla seconda legge della termodinamica non si scappa. Casomai direi che i problemi sono rinnovabili, almeno finchè non si trova un modo per trattare efficacemente le scorie, che restano radioattive e pericolose per svariate migliaia di anni.
4) L'uranio costa poco e rende molto. No, l'Uranio costa tantissimo (è uno degli elementi più rari in natura, ce n'è circa un centesimo dell'oro) e non rende tantissimo, se si contano i problemi che comporta (estrazione da rarissimi giacimenti, arricchimento, trattamento, smistaggio delle scorie). Tra l'altro l'energia nucleare non si ricava da un processo taumaturgico che trasforma i raggi gamma in elettricità, ma serve a far bollire dell'acqua che, sottoforma di vapore aziona delle dinamo: in pratica è come il carbone nelle locomotive del west, nè più nè meno.
Ora, l'esito di quel referendum, a questo punto è irrilevante. Posso essere d'accordo sul fatto che sia stato scellerato (anche se per me lo è stato perchè IL GIORNO DOPO la porzione di fondi destinata all'energia nucleare andava investita in ricerca), ma, come è già stato detto, adesso è troppo tardi per rimediare.
Ci sono approcci diversi al problema: c'è chi vuole costruire le centrali nucleari in Italia (tralascio l'accusa di malafede, interessi privati e propaganda, in cui comunque credo fermamente) parte dall'assunto che una fetta consistente (seppure inferiore al 20%) di energia elettrica consumata in Italia deriva comunque da nucleare acquistato dagli stati circostanti, quindi se la producessimo noi risparmieremmo quel tot.

C'è chi invece ritiene che tale fetta di energia possa essere ricavata diversamente, con fonti rinnovabili e gestendo gli sprechi.
Parliamo di consumi: a cosa ci serve l'energia elettrica? Attualmente, le cose stanno circa così:

Secondo voi, è possibile risparmiare un 20% dell'energia che consumiamo senza limitare consistentemente i consumi? Secondo me sì, con i seguenti accorgimenti:
1) Usare ovunque possibile illuminazione a risparmio energetico: hanno una resa fino a 4 volte superiore a quella delle lampade a incandescenza, ossia a parità di illuminazione consumano un quarto. Non aggiungerò "spegnere le luci quando non servono" perchè è banale, ma più su larga scala la cosa vale.
2) Se considerate quanta parte di questa energia viene utilizzata per illuminare le città solo per la gioia dei satelliti, basterebbe installare sensori di posizione per risparmiare qualcosa, ridurre del 20% l' illuminazione dei centri commerciali e spegnere la maggior parte delle luminarie di notte
3) Termoisolare gli appartamenti, si può arrivare a risparmiare un terzo del consumo di condizionatori e riscaldamenti; nei locali pubblici settare i termostati a 20 gradi, temperatura accettabile sia d'estate che d'inverno e più sostenibile dal punto di vista energetico.
4) Considerate che complessivamente il 20% dell'energia elettrica in Italia è usata per riscaldare dell'acqua: basta immettere tubature a 80 metri di profondità per riscaldare l'acqua a 40 gradi quasi gratis, e anche se ti servono temperature più alte, ti costerà meno far bollire dell'acqua tiepida che dell'acqua fredda! Tra l'altro questo metodo è applicabile anche alla PRODUZIONE di energia elettrica, è il caso del geotermoelettrico, che sfrutta combustibili tradizionali... il geotermoelettrico a parità di resa inquina fino al 50% in meno.
Questi accorgimenti dovrebbero bastare non solo a stroncare il fabbisogno, ma ad avere un surplus energetico, e non ho neanche parlato di energie alternative. Se non siamo disposti ad accettarle, non ha un cazzo di senso parlare di eolico e solare così come di nucleare, sarebbe come se io andassi all'Ikea a comprarmi un'altra scrivania perchè la mia è piena di lattine di birra vuote (e chi ha visto la mia scrivania sa che la cosa è possibile)
Il problema è che ai produttori di energia elettrica queste misure non convengono per nulla, perchè oltre al consumo si stronca il loro guadagno. In aggiunta, iniziando OGGI a costruire le centrali, la prima energia elettrica la vedremmo tra una decina d'anni, e le centrali nucleari finiremmo di pagarle tra una quarantina d'anni. Quindi non raccontatemi la favola che il nucleare conviene.
Tralascio le implicazioni politiche ed economiche ma mi riservo di svilupparle in un prossimo post.
ora guardo lost
