Ed ecco cosa si rischia!
l ministro degli Interni annuncia lo studio di nuove norme per manifestazioni e web
e ipotizza l'applicazione a questi campi delle misure contro la violenza negli stadi
Maroni: "Nuove norme su cortei e siti"
Si parla di filtri alla navigazione web
Casini lo contesta: "No a provvedimenti illiberali, le leggi ci sono già"
Critici anche Gentiloni, De Magistris e "Fare Futuro"
Giovedì il Consiglio dei ministri esaminerà nuove, più rigide norme sulle manifestazioni e su internet. Lo ha annunciato il ministro degli Interni Roberto Maroni, parlando di "misure più adeguate e urgenti" per cui è ipotizzabile che il governo agisca per decreto. Il titolare del Viminale ha anche fatto sapere che l'esecutivo sta valutando la possibilità di estendere alle dimostrazioni pubbliche le norme contro la violenza negli stadi.
Tra i provvedimenti in esame, a quanto è dato di sapere, ci sarebbero: l'attribuzione al Gip del compito di adottare provvedimenti cautelari quando si ravvisi l'urgenza di un intervento, sanzioni pecuniarie per chi commette in rete istigazione a delinquere e apologia di reato e persino il tentativo di rendere più difficoltosa la navigazione sul web verso quei siti che istigano alla violenza o fanno apologia di reato, attraverso una serie di filtri.
Nelle riunioni che si sono tenute per tutta la giornata al ministero, sempre secondo quanto si apprende, sarebbero state messe sul tavolo tutte le difficoltà di un intervento che andrebbe ad incidere, come ha ammesso lo stesso ministro, sulla libertà personale e sulla privacy dei cittadini, arrivando dunque alla conclusione che l'unica possibilità concreta è quella di cercare di rendere più difficoltosa la navigazione verso certi siti. Un procedimento simile a quello che si mette in atto per bloccare i siti con contenuti pedopornografici, anche se in questo caso, si fa notare, i 'paletti' sarebbero molto più blandi.
Resta il fatto che, dove i "filtri" già esistono (come in Cina, in Iran negli Emirati Arabi Uniti) la navigazione verso quei siti diventa impossibile. Nel caso di Facebook, ad esempio, per rendere irraggiungibile una singola pagina, si finirebbe per mettere off limits l'intero network. Chi ha sperimentato la navigazione su una rete dotata di filtri sa bene quanto questi meccanismi incidano sull'intera porzione di web interessata.
Quanto al ruolo del Gip, il suo intervento sarebbe ipotizzato nei casi in cui c'è la necessità di evitare che sul web si compiano attività di istigazione a delinquere e apologia di reato. L'informativa degli investigatori che monitorano costantemente la rete non arriverebbe più ai pm ma direttamente ad un giudice che, con un provvedimento motivato, ordinerebbe agli amministratori la chiusura del blog, del sito o del gruppo.
In caso di mancato rispetto dell'ordine, scatterebbe la sanzione. Per quanto riguarda i siti registrati all'estero, infine, si seguirà come ora la strada della rogatoria internazionale.
"Sono misure che stiamo valutando - ha detto Maroni in Transatlantico - per garantire ai cittadini e a chi ha compiti istituzionali di poter svolgere tranquillamente la propria azione". Ma il ministro non è sceso nei particolari: "Ho detto che sono allo studio misure ma non ho intenzione di dire quali: lo dirò prima al Consiglio dei Ministri, essendo misure delicate, che riguardano terreni delicati come la libertà di espressione sul web e quella di manifestazione, ancorchè in luoghi aperti, pubblici". Secondo Maroni è in ogni caso necessario "trovare un equilibrio tra la libertà di manifestazione del proprio pensiero in campagna elettorale e quella di manifestare la propria critica. Tutte queste sono norme che stiamo valutando, per vedere se servono e cosa serve alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni".
In precedenza, in un intervento alla Camera, Maroni aveva fatto riferimento alla polemica nata per la presenza in rete di siti inneggiati all'aggressore di Berlusconi: "Valuteremo soluzioni idonee da presentare al prossimo consiglio dei ministri" per consentire "l'oscuramento dei siti che diffondono messaggi di vera e propria istigazione a delinquere". E aveva aggiunto: "Nel rispetto di chi usa i social network con finalità pacifiche, il governo sta facendo approfondimenti tecnici per una legislazione per contrastare in modo più efficace episodi di violenza nelle manifestazioni pubbliche" nel rispetto delle norme vigenti e sulla "falsariga" di quelle adottate per prevenire la violenza negli stadi". Maroni ha detto di "accogliere l'invito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perchè si fermi la pericolosa esasperazione della polemica politica e si torni a un civile confronto tra le parti".
Le reazioni politiche. Nella discussione in aula la posizione di Maroni è stata contestata da Casini. "Guai a promuovere provvedimenti illiberali", ha affermato il leader dell'Udc: "Le leggi esistenti già consentono di punire le violazioni. Negli Usa Obama riceve intimidazioni continue su Internet, ma a nessuno viene in mente di censurare la Rete".
"Le norme attuali e l'azione della Polizia postale sono sufficienti per colpire i comportamenti criminali in rete. Non vorrei che in nome di questo obiettivo, il governo pensasse invece a norme che limitino la libertà di internet", afferma Paolo Gentiloni, presidente del forum Comunicazioni del Pd.
"Giù le mani dal web. Vanno perseguiti i reati non limitata la libertà", aggiunge Dario Franceschini in un messaggio su Twitter. Secondo l'europarlamentare dell'Idv Luigi De Magistris, "per fermare la violenza che corre su Internet, non c'è bisogno di nuove leggi, basterebbe applicare con rigore quelle già esistenti". Sulla stessa lunghezza d'onda Ffwebmagazine, il periodico online della Fondazione Farefuturo che invita il governo a non cedere "alla 'sindrome cinese', la tentazione della censura preventiva".
http://www.repubblica.it/2009/12/sezion ... -siti.htmlMa non eravamo in una democrazia eh? Queste cose avvengono in Cina!
Il governo sembra cercare lo scontro con il popolo in tutti i modi! per quanto ancora gli sarà permesso di comportarsi così?
@Albe, devo tirare fuori tutte le dichairazioni dei manifestanti dell'infiltrazione di CARABINIERI nei cortei apposta per sfasciare le cose ed addossare le colpe ai manifestanti? Guarda che sono tante!