Come promesso/minacciato

Io e il mio compare Samuele caliamo su Bologna verso le otto. E io ho fame. Una rapida occhiata mi permette di notare che il mitico circolino sardo accanto all'Estragon è aperto: evvai! Spianata salame e formaggio ed una ottima Ichnusa, mentre da dentro ci aggiorna Zami via SMS dicendoci che stanno suonando gli Ava Inferi e che i medesimi hanno abbondantemente stracciato i coglioni.
Rifocillato e pacificato col mondo mi avvio verso l'Estragon, dal cui interno provengono rumori inquietanti (per l'esattezza, una tipa che ulula alla luna accompagnata da quella che, nelle intenzioni di chi la suona, dovrebbe più o meno assomigliare ad una chitarra). Primo impatto con RoGrigo e Zami (

), che stanno fuggendo dagli Ava Inferi e sono a caccia di cibo; scambiamo convenevoli e cazzate varie sui 69 Eyes ("sono 69 sul palco" "mah, a me basta che non FACCIANO 69 sul palco") e sulla poesia incompresa dello GNI-GNI-GNI (vedi topic del Gods, sui Meshuggah), poi io e il mio compare entriamo beccando proprio l'ultima nota degli Ava Inferi. Occhiata al merchandising: agghiacciante. Incontro con Ferox e Iset (

), con lei tutta contenta del suo acquisto: la borsetta da spiaggia dei Tiamat

Poi ci ricompattiamo per seguire l'esibizione dei 69 Eyes, i quali, per motivi che tuttora mi risultano inesplicabili, vengono accolti dal pubblico con entusiasmo.
Sorvolerò sul look quantomeno opinabile dei tipi; sulla bruttura delle "scenografie"; sulla capigliatura del cantante, che pare abbia in testa un covone di fieno marcio; sulle movenze gayssssime del suddetto; sulla strana fauna dei loro fans, con particolare riferimento ad un essere dalla sessualità confusa con occhi bistrati e cappello da cowboy ("Ma è un uomo?" "No, è una donna" "Beh, è una donna dimolto brutta" "Oh cazzo, E' UN UOMO!"). Al di là di tutto questo, per quanto riguarda l'aspetto prettamente musicale, alla terza canzone avevo già iniziato ad odiarli ferocemente. Tanto che con la Iset ventiliamo la possibilità di voltare le spalle al palco per protesta sollevando un cartello con scritto ":SNOFFS". Dopo circa quattro/cinque ore di concerto ('rcamadò, non finivano più!), finalmente ci liberano della loro fastidiosa presenza e lasciano il palco ai Tiamat. Io e il mio compare ci appropinquiamo al palco. Terza fila: scelta ottima per quanto riguarda la visibilità; scelta pessima poiché il tipo che mi sta davanti non si lava i capelli dal '78 e puzza di castoro morto.
Scenografie sobrie, niente di eccessivo: fumo e luci bianche. Il fatto che le suddette luci siano disposte a guisa di... ehm... croce rovesciata non inficia la sobrietà del tutto

Poi, loro, i Tiamat, cominciano il loro show.
Grandissimo Edlund: emaciato, truccato, teatrale, inquietante, carismatico come pochi, canta, suona, gesticola, ringrazia, getta dal palco barrette energetiche e bustine di maionese, è il naturale catalizzatore della attenzione del pubblico.
Sulla bontà delle esecuzioni non sono in grado di giudicare, ero semplicemente in trance. Ma il bello del concerto è stata la scaletta, diavolo, LA SCALETTA! Se avessi azzardato un toto-scaletta, avrei azzeccato non più di due/tre canzoni; i nostri ci hanno stupito scegliendo pezzi assolutamente improbabili (e bellissimi, ovviamente). Ok, ovvia l'esecuzione della trascinante Vote For Love e della potentissima Cain (

); prevedibili anche Raining Dead Angels, Brighter Than The Sun, Divided, Wings Of Heaven, Via Dolorosa (stupenda dal vivo!

); molto meno probabile Cold Seed (

); ma veramente sorprendenti sono state l'apertura con Will They Come, Until The Hellhounds Sleep Again (che goduria!), For Her Pleasure, Do You Dream Of Me (ero commosso!), The Sleeping Beauty.
E ad impreziosire questa splendida esibizione, due autentiche perle.
Il momento più bello: Johan che apre le braccia per raccogliere l'applauso della folla, poi zittisce il pubblico, prende fiato e, attaccando con la chitarra, intona "Thiiis dooole crowner gallows meee...". Giuro, una fitta al cuore. Un nodo alla gola. Emozione pura. Phantasma De Luxe.
E il finale dello show: dedicata all'ex tastierista Danielsson, morto nel 2004, una lunghissima e toccante Gaia, con un solo infinito.
Uno dei più bei concerti che abbia mai visto, sicuramente il più emozionante. Grazie ai Tiamat, e a voialtre bestiacce che lo avete condiviso con me

Ah, un punto di merito a me: nonostante la presenza di Rodrigo, ho accennato il saltello di Angus Young soltanto una volta. Sono stato bravo?
