Abruzzo: revocate agevolazioni fiscali al di fuori del cratere
Oggi alle 18.26
Sabato 6 giugno un’ordinanza firmata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi revoca le agevolazioni fiscali ai residenti nei comuni della provincia al di fuori del cratere ma i cittadini lo sapranno solo dopo le elezioni....
L'AQUILA (8 giugno) - I comuni che non fanno parte dei 49 inseriti nel cratere del terremoto (lista stilata da Bertolaso) non usufruiranno di agevolazioni fiscali. A deciderlo l'ordinanza del 6 giugno firmata dal premier che invece ha confermato tali agevolazioni per le altre zone. La decisione ha scatenato polemiche.
L'ordinanza che conferma la sospensione degli adempimenti e dei versamenti fiscali fino al 30 novembre 2009 a favore dei 49 Comuni inseriti nel cratere del terremoto, ha contemporaneamente disposto la revoca di dette agevolazioni per tutti gli altri paesi della provincia dell'Aquila, tra i quali Sulmona e i comuni al di fuori del cratere del sisma. All'art. 2 si parla di «Ripresa degli adempimenti e dei versamenti nella provincia dell'Aquila»: le agevolazioni che erano state disposte per la provincia dell'Aquila in seguito al decreto del 9 aprile scorso cessano al 30 giugno. I versamenti non effettuati nel predetto periodo di sospensione sono eseguiti entro il 16 luglio 2009. Gli adempimenti i cui termini scadono nel periodo oggetto della sospensione dovranno essere effettuati entro il 30 settembre. Tutti i contribuenti che si sono avvalsi della sospensione dovranno versare le ritenute non subite in cinque rate mensili di pari importo a partire dal 16 luglio 2009.
Sindaco Sulmona: Bertolaso scorretto. «Sono costernato e disgustato dai metodi e dalla sostanza del provvedimento. Non è questa la risposta da dare a un territorio in grande difficoltà che anche in questa circostanza ha dimostrato di essere al fianco del presidente Berlusconi e del Pdl». Lo ha detto il sindaco di Sulmona Fabio Federico. «Domani già nell'incontro fissato dal Prefetto con i Comuni del Com 7 farò sentire la mia voce - ha proseguito Federico - che sarà ancora più forte mercoledì in sede di Commissione alla Camera, dove dovranno darmi delle certezze, altrimenti prenderò i dovuti provvedimentì. Il sindaco di Sulmona ha poi sottolineato la scorrettezza del Commissario straordinario che ha reso noto il provvedimento, firmato il 6 giugno »solo ad urne chiuse».
Critiche alla decisione arrivano anche dal presidente del Consiglio comunale peligno, Antonio Iannamorelli. «Berlusconi - accusa - è un truffatore politico. Con una mano ha preso il consenso, mentre con l'altra già ci aveva scippato il portafoglio». Secondo Iannamorelli, l'unica risposta possibile a questo punto «è lo sciopero fiscale, sul modello di quello attuato dai lombardoveneti contro l'autoritario regno austroungarico, agli albori del Risorgimento. Tutta la città - continua Iannamorelli - deve lottare con ogni mezzo per difendersi da un governo nemico di Sulmona e della Valle Peligna, e ci aspettiamo che l'amministrazione locale non tradisca questa comunità, smettendo i panni dei «berluscones» e indossando finalmente quelli dei sulmonesi. Se così non sarà, sarà alto tradimento».
Il senatore del Pd Giovanni Legnini accusa il governo di far crescere «il disagio e le contestazioni delle popolazioni interessate, in primis della Valle Peligna, che oltre a non avere ottenuto risposta alle istanze più volte formulate, vedono ulteriormente aggravare la loro condizione».
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=61332&sez=HOME_INITALIA)