MILANO — Chi rimanda a casa gli immigrati? La Lega? Sbagliato. Gli immigrati, quelli in regola, li rimanda a casa il centrosinistra. Almeno nel Veneto, dove gli stranieri regolari sono 450 mila. Ultima, l’amministrazione di Rovigo che sta per deliberare, su proposta dell’assessore all’Immigrazione Giovanna Pineda (Rifondazione comunista), «un progetto per incentivare i rimpatri definitivi di cittadini stranieri». Funzionerà così: «Abbiamo un primo budget limitato, 4.000 euro. Contiamo di spendere circa 400 euro per persona ». Già una decina hanno chiesto informazioni: «Persone singole, soprattutto uomini marocchini in situazioni di forte disagio che in futuro potrebbero anche diventare dei delinquenti — spiega l’assessore Pineda —. Un sacrificio oggi per evitare l’assistenzialismo cronico in futuro ». Pineda assicura che il Comune si muove di concerto con le associazioni di volontari, Caritas in testa: «Le badanti servono e le teniamo, queste persone non servono più e le mandiamo via? Ma non funziona così! ».
Don Dante Bellinati è il responsabile Caritas di Rovigo e non sembra così convinto del progetto: «Se questi stranieri se ne vanno, in futuro non potranno più tornare. E il Comune, che piange miseria, che manda da noi la gente per pagare le bollette o per un pasto caldo, dove li trova i soldi? Gli esseri umani non sono merce da spostare a proprio piacimento». Quel che non convince don Dante è già storia a Vicenza. Qui l’amministrazione (centrosinistra), in collaborazione con la Caritas, cinque anni fa ha avviato quelli che don Giovanni Sandonà, responsabile Caritas per il Triveneto, chiama «rimpatri mutuati». Dal 2004 a oggi ne hanno beneficiato in 75. «Da circa un anno sono sempre più donne con bambini oppure famiglie intere a chiedere un aiuto per tornare nei Paesi d’origine. La crisi colpisce prima gli immigrati, perdono il lavoro e capiscono di non avere più un futuro in Italia». Ogni anno la giunta comunale stanzia 50 mila euro per i rimpatri: «Per il 2009 il budget è già esaurito» dice don Giovanni.
A Treviso, dove la giunta è di centrodestra, ai rimpatri ci pensano i sindacati (Cgil e Cisl), le aziende, la solita Caritas e le associazioni di immigrati. «Stiamo lavorando a diversi progetti » spiega Diop Modou, senegalese, responsabile del Centro coordinamento immigrati della Marca. «Nel 2005, quando abbiamo iniziato, i casi erano una decina l’anno. Nella prima metà del 2009 già in cinquanta hanno chiesto il rientro in patria. Chi ha perso il lavoro, chi ha un mutuo e non ce la fa più. Qualcuno chiede solo il biglietto aereo, altri portano un progetto per un’attività da aprire nel proprio Paese». Fuori dal Veneto, è sempre il centrosinistra a mandare a casa lo straniero. In maggio il Comune di Pisa ha stanziato mille euro per ogni famiglia rom disposta ad andarsene con l’impegno di non tornare mai più. Per ora, hanno accettato la proposta una decina di nuclei familiari. E il centrodestra che fa? Nel novembre scorso fece notizia l’idea del comune di Spresiano (Tv), giunta leghista. L’assessore al Sociale Manola Spolverato propose un bonus di 2.000 euro per ogni immigrato disoccupato che avesse lasciato il territorio comunale. Assessore, a otto mesi di distanza in quanti se ne sono andati? «Nessuno. Il bonus vale solo per gli extracomunitari e, fino ad oggi, ne hanno fatto richiesta solo cittadini romeni ». Purtroppo per Spresiano, costretti a rimanere in Italia.
http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_09/rizzo_sinistra_paga_immigrati_342aa670-6c48-11de-864b-00144f02aabc.shtml