Recupero Lugh e Sareh dispersi per Firenze alla vana ricerca di un tabaccaio, passiamo con fare e abbigliamento sospetto davanti al Consolato americano con conseguente segnalazione all'Interpol, ci sbafiamo un kebab tanto per stare leggeri, raccattiamo altri due ragazzi e sotto il diluvio partiamo in motoscafo sulle perigliose onde della Firenze - Siena, corroborati dalle fiaschette di whisky di Lugh e Sareh e da un po' di sani Napalm Death. Grazie a qualche improbabile congiunzione astrale, troviamo abbastanza agevolmente il Sonar, guadiamo la palude del parcheggio ed entriamo.
Dentro ci sono i classici du'gatti. Che però nel corso della serata diventeranno tre-quattro-un bel po', tanto che alla fine ci sarà un cospicuo numero di persone. Arrivano la Isj, Lucifero, la Iset e Arkady (piacere di averti conosciuto!

), e cominciamo con la nostra dose di sigarette / birre / cazzate / foto orride / sorsi dalle summenzionate fiaschette. Insomma, un classico raduno di forummari

Stiamo per assistere al concerto di quello che, dall'88 al '93, è stato uno dei gruppi di punta del death metal europeo. Stanno affluendo vecchi e giovani deathsters vogliosi di un po' di sana violenza. E quindi, qual'è il miglior modo di accoglierli? Ovviamente, secondo l'organizzazione, passare in diffusione ESCLUSIVAMENTE pezzi di Rammstein e roba simile

Vabbé, saltan sul palco i Dominion. Tra i quali spiccano: un bassaro che si spaccia per sosia di Kerry King; un chitarraro dalla pettinatura improponibile alla Grease; e un tre quarti di manzo di cantante che trasuda tamarraggine da ogni tatuaggio, addominale e piercing sui capezzoli. Gli altri due componenti sembrano quasi esseri umani.
Musicalmente, Lugh con felice intuizione li definisce un "minestrone del Casale": prendi un po' di thrash, un po' di melodeath, un po' di metalcore, fai sobbollire a fuoco lento con porri e carote ed eccoti i Dominion. Per cinque minuti uno pensa "Però, non male". Dopo dieci, inizia ad essere moderatamente sfavato. Dopo un quarto d'ora, raccoglie le palle dal pavimento, le ripone in tasca e va a fumarsi una sigaretta. Cosa che infatti abbiamo fatto tutti (fumare una sigaretta, intendo).
Comunque potrebbero migliorare con qualche accorgimento. Tipo cospargere le mani del batterista di bostik, così magari non gli saltano via di mano le bacchette ogni due canzoni. Cioè, davvero, ad essere lì vicino c'era da aver paura, ogni tanto volava una bacchetta a duecento all'ora. A un certo punto, mentre andava di doppio pedale, è letteralmente SPARITO dietro la batteria a ravanare per terra per vedere dove gli erano andate a finire. Due capitoni al posto delle mani, veramente.
Ulteriore dose di nicotina, alcool & cazzate. Poi, i Vreid. Avevo letto da qualche parte che facevano black, opinione suffragata dalla presenza sul palco di bandiere di foggia norvegese ma di colore rossonero. Salgono sul palco e... ma dove minchia son finiti i gruppi black di una volta?! I panda con interi negozi di ferramenta addosso e 666 & pentagrams dappertutto?! Questi son vestiti SOBRI! Così non va!
Visto che l'abito non fa il monaco, spendiamo due parole anche sulla loro proposta musicale. Giusto due: fan caa'. Inutili come la birra analcoolica, come Simone Pepe in nazionale, come il semaforo pedonale in Viale Etruria pe' anda' ai'ccasello di Signa. Iniziamo a pensare che il Mameli, con la sua anima da guitar hero del death, abbia scelto appositamente due gruppi mediocri per risaltare in tutta la sua chitarristica possanza.
L'ho già detto, vero, che c'è un branco di deathsters venuti ad acclamare uno dei gruppi di punta blah blah blah...? Ecco, mentre si aspetta i Pestilence, e visto che ormai è stato dato fondo alla discografia dei Rammstein, cosa c'è di meglio che intrattenerli con un po' di Prodigy, Chemical Brothers e altra robetta del genere, ma mooolto peggiore?

Giuro che se avessero messo su Cicale di Heather Parisi non mi sarei stupito più di tanto. Ciò non toglie che qualcuno ha apprezzato (aggiornate il topic sui gusti musicali della Iset

)
Poi, finalmente, entrano. Nel senso letterale del termine. Cioè, come se entrassero al bar. Tranquilli, rilassati, sorridenti, Patrick in modalita orsacchiottone placido, due saluti, du'cazzate al microfono, manca poco che ordinano una caraffa di bianchetto e attaccano una briscolina.
E invece attaccano Devouring Frenzy, e le scaraventano dietro Horror Detox. E fanno subito capire che sono in forma smagliante, e che i pezzi nuovi dal vivo pestano di brutto. Tant'è che la gente sotto il palco inizia immediatamente a darsi da fare (tipo, qualcuno si è preso il mio pollice destro, ciò che ne resta sta diventando di un gradevole color blu

).
Bene, a questo punto chissà come suoneranno i pezzi vecchi? Presto detto: accoppiata LETALE Chemo Theraphy + The Process Of Suffocation, suonate e cantate come si deve (ovvero, roba da lasciarci qualche parte del corpo). Segue Fiend, la mia preferita del disco nuovo, che anche dal vivo si fa apprezzare per quel vago non so che di Spheres che traspira. Dopo cinque pezzi, ho già l'impressione che questo concerto supererà le mie più rosee aspettative.
Si prosegue tra un pezzo e un altro, in una atmosfera davvero atipica, come una riunione di vecchi amici. Tra un pezzo e un altro loro gigioneggiano sorridenti sul palco, Patrick interagisce volentieri col pubblico con qualche cazzata ("Vai, Pasquale"), Tony Choy concede molto allo spettacolo (e alla traspirazione, visto che tra un po' gli suda pure il basso), il sessionman all'altra chitarra anche lui fa il suo show suonando spesso sulla ribalta, molto vicino al pubblico. L'unica volta che decide di indietreggiare un po', non si accorge che il suo tecnico di palco è chino dietro di lui a sistemare qualche cavo, e gli frana addosso

Comunque, spezza il tiro del concerto un bel solo di Wildoer alla batteria, poi parte Tony e si mette a fare numeri da circo col suo cinque corde, con conseguente ovvia ovazione del pubblico. E via che si riparte. Non ricordo dettagliatamente la scaletta, ma per me in questa seconda parte ci sono stati i tre picchi del concerto.
Il primo: The Secrecies Of Horror. Che meraviglia, che botte, che goduria

Il secondo: l'annuncio di un pezzo di Spheres. E non può essere che il primo pezzo dei Pestilence che io abbia mai sentito, quello con cui ho imparato ad amarli, ovvero Mind Reflections. La voce? Beh, al di là del vocione o meno, pare proprio che in generale la prestazione vocale di Mameli si sia un po' deteriorata in generale. Ma, dopo approfondita riflessione, posso affermare che m'importa una bella sega: me la poteva cantare anche in falsetto, non me ne sarei neanche accorto

Il terzo, dopo la fine del concerto. C'è il bis; manca una canzone; l'ultima, quella conclusiva, non può essere che Out Of The Body. Altro orgasmo.
Poi, i nostri eroi si profondono in saluti e strette di mano, concedendosi al pubblico ancora una volta con evidente piacere.
Non nascondo che nutrivo serie perplessità su questo concerto; bene, i Pestilence le hanno spazzate via dopo due battute. A prescindere da ogni considerazione, vale sempre la pena vedere simili musicisti in azione. Soprattutto per i vecchietti come me, che attendevano il loro show da oltre 15 anni. Grandiosi.
Grazie a tutti i forummari per la solita delirante simpatia
