Ne stavamo parlando pochi giorni fa, ed ecco la pessima notizia.
Addio a José Saramago
poeta, visionario ed "eretico"
Lo scrittore portoghese, premio Nobel nel 1998, aveva 87 anni. Ha avuto un malore nella sua casa di Lanzarote. I capolavori, da Memoriale del Convento a Cecità. Gli ultimi anni segnati dalle polemiche con la Chiesa fino alla rottura con "Caino"
di OMERO CIAI
Se n'è andato ad 87 anni il primo e unico Premio Nobel per la Letteratura in lingua portoghese. José Saramago è morto oggi, poco dopo le 13, nella sua casa di Tiàs, a Lanzarote (una delle Isole Canarie), dove risiedeva dal 1991 insieme alla moglie, Pilar del Rio, e alla fedelissima segreteria Pepa. Nato nel 1922 ad Azinhaga, un piccolo villaggio a nord di Lisbona, ottenne il Nobel per la letteratura nel 1998 dopo una esistenza segnata a lungo dalla provvisorietà e dalla povertà. La sua famiglia di braccianti agricoli si trasferì nella capitale dove suo padre ottenne un posto come agente di polizia. Per le difficoltà economiche della famiglia e la morte improvvisa del fratello maggiore dovette lasciare gli studi e cercare lavoro prima come fabbro e poi come meccanico. Riuscì a pubblicare il primo racconto, "Terra del Peccato", nel 1947. Ma lo scarso successo lo costrinse a fare altri lavori (impiegato in una agenzia di assicurazioni, tecnico amministrativo in una casa editrice), finché non divenne giornalista al "Diario de Lisboa". Dopo alcuni libri di poesia raggiunge una certa notorietà a metà degli anni Settanta, quando la "Rivoluzione dei garofani" portò via la dittatura militare, con la pubblicazione del "Manuale di pittura e calligafia", cui seguiranno due dei suoi romanzi più famosi: "Una terra chiamata Alentejo" nel 1980 e "Memoriale del convento" nel 1982. Due anni dopo la consacrazione con "L'anno della morte di Ricardo Reis" e, più tardi, con la "Storia dell'assedio di Lisbona" che esce nel 1989.
Ateo, comunista (si iscrisse al Pcp clandestino durante la dittatura di Salazar), ruppe con il governo del suo paese nel 1991 quando pubblicò "Il Vangelo secondo Gesù", un romanzo eterodosso sul Messia che scatenò una gran polemica. Il Portogallo rifiutò di presentare il libro in un premio letterario europeo e Saramago, infuriato, lasciò Lisbona per trasferirsi con la sua seconda moglie (e traduttrice), Pilar, alle Canarie.
Le sue opere hanno spesso provocato vivaci polemiche. E' stato accusato di antisemitismo e l'anno scorso con la sua ultima opera, "Caino", è tornato a scontrarsi con la Chiesa cattolica portoghese. Dello stesso periodo lo scontro con la sua casa editrice italiana, Einaudi, che rifiutò di pubblicare un libro, tratto soprattutto dal suo blog, perché molto critico con il primo ministro Berlusconi. Con "Cecità", del 1995, il racconto di una epidemia che fa diventare ciechi tutti gli abitanti di una città, si apre la sua ultima tappa di scrittore. E' quella più critica sulla società di massa, la globalizzazione, il consumo e lo stesso funzionamento del sistema democratico europeo. Nel suo ultimo blog, pubblicato stamattina, Saramago scrive: "Penso che la società di oggi abbia bisogno di filosofia. Filosofia come spazio, luogo, metodo di riflessione, che può anche non avere un obiettivo concreto, come la scienza, che avanza per raggiungere nuovi obiettivi. Ci manca riflessione, abbiamo bisogno del lavoro di pensare, e mi sembra che, senza idee, non andiamo da nessuna parte".
http://www.repubblica.it/persone/2010/06/18/news/saramago_morto-4949072/?ref=HRER2-1Mi spiace moltissimo. La letteratura perde un protagonista straordinario.