Login  •  Iscriviti


Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Consigli, suggerimenti, e altro sulla musica (anche non metal)

Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 19 mag 2011 18:29

ISTRUZIONI PER L'USO

Perché scrivere una breve storia del death metal? Principalmente, perché a lavoro ho un po' di tempi morti da ammazzare (contraddizione in termini n. 1), ed è noto che i tempi morti sono duri a morire (contraddizione in termini n. 2). Per cui, visto che mi piace scrivere e visto che adoro il death metal, perché non scrivere di death metal?
Chissà, magari leggendo qualcuno potrebbe decidere di fare irruzione in un genere che adesso non conosce. O di approfondire un genere che conosce poco. O, più semplicemente, potrebbe aver piacere nel sentirsi o risentirsi qualche buon pezzo.
Già, perché in questo magnum opus alle mie pallosissime parole verranno affiancate le ben più stimolanti note di ben più godibili canzoni; quelle che (a mio avviso) hanno fatto la storia del genere. La fonte di cotal godimento sonoro, ovviamente, sarà l'imprescindibile Youtube, dal quale provvederò a linkare, per la vostra gioia, svariati pezzi d'Inferno. Linkare, purtroppo, e non allegare direttamente i video come avrei voluto: sono troppi, e il computer a propulsione cricetica che ho in studio impiegherebbe mezz'ora ad aprire una singola pagina.

Dicevo: questa roba è scritta esclusivamente per diletto. Mio e, spero, di chi legge. Il che implica determinate conseguenze:
1) Questa non è LA storia del death metal, ma la MIA storia del death metal. O, se preferite, la storia del MIO death metal. Rappresenta solo il death così come io lo ho scoperto, coltivato, amato. Non ha pertanto alcuna pretesa di completezza, nessuna ambizione enciclopedica, niente di tutto ciò. Quindi, se ritenete che abbia dimenticato qualche gruppo o album che pensate sia basilare per la storia del genere, non datemi addosso: potrei averlo omesso perché io lo reputo trascurabile. O perché non lo conosco. O perché, ancor più semplicemente, mi fa caa'. Potete sempre completare voi le mie lacune, mica apro questo topic per scriverci solo io! Anzi, ogni contributo, commento, dibattito è ben accetto, purché coerente con il (rullo di trombe, squillo di tamburi) "PIANO DELL'OPERA".
2) Lo stesso dicasi per la scansione cronologica. A seconda di come mi torna meglio, potrei voler mettere nel capitolo '90-'95 un gruppo che ha pubblicato il primo album nell'89. Oppure raggruppare alcune bands in un paragrafo relativo ad un sottogenere, sottraendole quindi alla esposizione generale. Quindi, prima di strepitare "MANCA IL GRUPPO XYZ!!", aspettate un attimo, e datemi almeno un po' di fiducia. Insomma, se per un po' non leggete "Atheist" non vuol dire che io NON CONOSCA gli Atheist.
3) Diretta applicazione del punto 1: non parlerò di deathcore. E non per una questione di "purezza" ideologico-musicale, o per coerenza filologica, o per analoghe questioni afferenti la "scienza del metallo". No no. Non ne parlerò semplicemente perché non lo conosco. E non lo conosco semplicemente perché mi fa caa' a spruzzo. Se a qualcuno piace, liberissimo di integrare, sempre con l'unico vincolo della aderenza al sopra ricordato (turuturutum, perepeppeppèèè) "PIANO DELL'OPERA".

Le puntate verranno postate a cadenza settimanale. Più o meno. Credo. Tempo permettendo.
Ah, ho scippato il titolo del topic da una serie di vetuste ed ormai leggendarie compilations della Nuclear Blast. Una finezza, tanto per fare il figo.
Vi auguro una buona lettura, un buon ascolto, una buona vita. E, per restare al tema trattato, una ancora miglior morte.
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

sponsor
Sponsor
 

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Lugh [bot] il 19 mag 2011 22:33

ooh questa si che e` 'na bella iniziativa :wha
Avatar utente
Lugh [bot]
Weissbier Burper
Weissbier Burper
 
Messaggi: 16951
Iscritto il: 04 dic 2008 11:10
Località: Pisa

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Hednaorden il 20 mag 2011 10:26

ebbravo leading, sono proprio d'accordo con Lugh :wha
"non sapevo facessero pile di merda alte 1.40" (Srg. Hartman)
Avatar utente
Hednaorden
Vermin Devourer
 
Messaggi: 6244
Iscritto il: 13 nov 2007 13:41
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Deadly Nightshade il 22 mag 2011 13:16

Io lo sapevo già, me l'aveva spoilerato da tempo! :ghgh :wha
Leadingtherats ha scritto:Satan for a day... glittered for a lifetime (cit.)
Avatar utente
Deadly Nightshade
Bat Eater
 
Messaggi: 4676
Iscritto il: 30 dic 2009 15:41
Località: Toscana

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 24 mag 2011 10:24

INTRO

Innanzitutto, vediamo di capire di cosa stiamo parlando.
Partiamo dall'ABC: il death metal nasce come sottogenere particolarmente cattivo e virulento del metal. Poi, come altri sottogeneri (spesso quasi altrettanto cattivi e virulenti), il death ha raggiunto tanta popolarità e tale diffusione da assurgere esso stesso a vero e proprio genere, fornito di propria autonomia stilistica all'interno del metal. Ed ha cominciato a sua volta a spargere in giro svariati sottogeneri, figli spesso bastardi ma comunque sempre benvoluti e coccolati.
Sì, perché premetto sin d'ora che il death è una musica di facili costumi, la quale ha dato luogo ad accoppiamenti selvaggi con numerosi altri generi musicali: heavy classico, black, jazz, musica sinfonica, industrial, psichedelia, elettronica, rock'n'roll e via discorrendo. Questa quantità di contaminazioni costituisce, a mio avviso, uno dei punti di forza del death, in quanto garantisce al genere una gran varietà. Ce n'è (quasi) per tutti i gusti, insomma.

Ma cos'è, esattamente, il death metal? Dunque, rispetto al metal tradizionale:
i riffs sono più veloci, con chitarre parecchio più distorte e generalmente suonate su toni bassi. Ma bassi bassi, eh.
La melodia sparisce, o comunque diventa "spigolosa" e tagliente.
Il drumming, in concomitanza coi riffs, accelera di brutto. O si fa più denso e pesante. O, spesso, entrambe le cose.
Il cantato (ed ecco il principale marchio di fabbrica del death) non è più un vero cantato, ma un ruggito gutturale (growl) o un urlo lancinante (scream). Con tutte le varie combinazini intermedie a cui potete pensare.
E i testi? Oh, beh, il Male e la Morte. il Male metafisico (Ovviamente Satana e compagnucci vari), il Male dell'uomo (guerre, crimine, scannamenti assortiti), la Morte e sue pertinenze (dalla Nera Mietitrice allo splatter, dalla putrefazione al tavolo autoptico, e via discorrendo). Cinema horror e humor nero, inizialmente, costituiscono la principale fonte di ispirazione, anche se pian piano prendono piede testi più introspettivi ed amare disamine sociali (in fondo, variazioni sul tema del Male). Gli Obituary, ad esempio, saranno tra i primi ad introdurre tematiche a sfondo sociale nei loro testi.
In poche parole, roba cattiva. Violenta e assai poco "musicale". Un assalto sonoro finalizzato a scaricare una tremenda pressione sulle orecchie del malcapitato ascoltatore.

Come e perché nasce una roba così brutale, una musica che paradossalmente sembra voler negare il concetto stesso di musica?
Non ne ho idea. Però posso azzardare un'ipotesi. E, se questa ipotesi è corretta, il death metal è un esito ovvio e necessario del metallo.
Perché nasce il metal? Secondo me, sorge come una estremizzazione volontaria del rock. Ovvero, credo che un bel giorno alcuni musicisti si siano chiesti: "Dove possiamo arrivare a livello di potenza, velocità e cattiveria utilizzando la strumentazione classica del rock (voce-chitarra-basso-batteria)?" E pian piano l'heavy metal ha costituito la risposta a tale domanda.
Se ciò è vero, tutto il resto vien da sé: la corsa al "più veloce, più pesante, più cattivo", al raggiungimento e superamento del limite, conduce direttamente dall'heavy metal al thrash, al death e a tutto il resto della musica estrema. Parrebbe una ricostruzione semplicistica, ma perché le cose dovrebbero sempre essere complicate?

Tutto ciò ci porta alla domanda successiva, la più importante: perché qualcuno dovrebbe sentire il bisogno di ascoltare una musica che suona come una mandria di bufali in carica?
Ma perché il death metal SPACCA, semplice!!

Bene, ora basta con le chiacchiere. Dalla prossima puntata si fa sul serio.
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Lugh [bot] il 24 mag 2011 12:11

si ben principia :sis
Avatar utente
Lugh [bot]
Weissbier Burper
Weissbier Burper
 
Messaggi: 16951
Iscritto il: 04 dic 2008 11:10
Località: Pisa

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 24 mag 2011 12:20

Spero si seguiti meglio :mrgreen:
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Lugh [bot] il 24 mag 2011 12:56

questo dipende sooooolo da te :sis

alla fine e` colpa tua: c'hai abituati male colle recensioni :ghgh
Avatar utente
Lugh [bot]
Weissbier Burper
Weissbier Burper
 
Messaggi: 16951
Iscritto il: 04 dic 2008 11:10
Località: Pisa

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 28 mag 2011 22:24

1) 1982-1987: BEFORE THE STORM (courtesy of Hail Of Bullets)

Cominciamo dall'inizio. Anzi, da un po' prima.

Abbiamo già formulato una teoria sulla voglia di musica più violenta, più veloce, più estrema che, in ipotesi, dovrebbe aver costituito il motore del death metal. Ora però è tempo di scoprire quali siano in concreto le fonti da cui i primi fautori del death hanno tratto la propria ispirazione.

Ovviamente, per primi devono essere citati i Venom. Il loro metal rozzo e veloce, la voce che ringhia nel microfono, i testi gravidi di teatrale malvagità hanno stimolato l'immaginario di pressoché tutto il metal estremo, death compreso. Non per niente verranno poi ultracoverizzati anche in ambito death metal (così al volo mi viene in mente Countess Bathory rifatta dagli Unleashed).
Oh, saranno stati pure scrausi, mi fanno pure piuttosto caa', ma come si fa a non provare per loro un moto di affetto?

Venom - Raise The Dead, da Black Metal (1982)

Altrettanto ovviamente, si deve ricordare il thrash. Thrash che, verso la metà degli anni '80, si va già prepotentemente distaccando dalle proprie origini heavy e sta assumendo una fisionomia ormai completamente autonoma, premendo parecchio sull'acceleratore e provvedendo ad un costante "indurimento" dei suoni.
Emblematica è la produzione degli Slayer, la cui tripletta Show No Mercy / Hell Awaits / Reign In Blood incarna (o "inalbuma"?!) perfettamente il costante innalzamento dell'asticella della violenza, e l'irrefrenabile desiderio di - come si dice dalle mie parti - "dargliele secche". Araya e soci costituiranno certamente un punto di riferimento per coloro che a breve cominceranno a gettare le fondamenta del death.

Slayer - Black Magic, da Show No Mercy (1983)

Ma citiamo pure gli Exodus, con il loro Bonded By Blood.

Exodus - A Lesson In Violence, da Bonded By Blood (1985)

Un discorso a parte meritano i Possessed, band dallo scarso successo commerciale ma dalla grande importanza storica. Il loro primo album Seven Churches è un disco che si colloca sulla linea di confine tra thrash e death, tanto che taluni parlano di questa band come il primo gruppo death metal della storia. Sulla fondatezza o meno di questa affermazione potrebbero scriversi trattati (o, magari, anche no); io mi limito più modestamente a dar conto del fatto che il suddetto album è stato spesso citato apertamente da molti musicisti death come una delle principali fonti di ispirazione. E scusate se è poco.

Possessed - The Exorcist, da Seven Churches (1985)

Oltre alla scena thrash a stelle e strisce, sul nascente death metal ebbe senz'altro grande influenza anche quella tedesca. Due nomi tanto per gradire: Sodom

Sodom - Bombenhagel, da Persecution Mania (1987)

E, soprattutto, Kreator, con il loro micidiale Pleasure To Kill.

Kreator - Under The Guillotine, da Pleasure To Kill (1986)

Ma ad incendiare le eccitabili menti degli sbarbatelli che già stanno growlando nel garage di papà non è solo la veloce ferocia del thrash. I nostri ragazzotti si nutrono avidamente anche di sonorità più oscure, sinistre ed inquietanti. Certo, probabilmente parlare di "atmosfera" in un'era tanto ingenua del metal è un po' eccessivo, ma comunque i piccoli deathsters sono affascinati da quel qualcosa di disturbante che trovano nella musica di un gruppo svizzero. Trattasi dei Celtic Frost, che a loro volta imprimeranno la loro impronta indelebile su tutto il metal estremo a venire.

Celtic Frost - Circle Of The Tyrants, da To Mega Therion (1985)

Ecco qua.
Questa musica è l'humus che nutrirà la mala pianta del death metal. O meglio, questa musica è la forza di gravità che attrarrà l'una verso l'altra tante piccole solitarie particelle, come nella nascita di una stella.
Il resto va da sé. Fai due parole con l'unico altro ragazzotto della tua scuola ad avere i capelli lunghi e una maglia dei Possessed. Tu sai suonare la chitarra, lui la batteria. Un suo amico è anche lui un aspirante chitarrista, ma all'occorrenza si difende anche al basso. Per la voce, beh, in qualche modo si fa. Per un po' il tuo vicinato risuona del casino che tirate fuori dagli ampli. Poi viene qualche concerto nei locali della zona, in cui il 10% degli avventori è letteralmente in delirio, mentre il restante 90% ti guarda come se tu fossi verde e munito di antenne sulla testa. Realizzi qualche demo e lo mandi in giro. Fai un po' di tape-trading col tuo amichetto di penna dall'altra parte del mondo, e scopri così roba nuova. Infine, qualcuno ti nota. Ed ecco che esci dal garage di papà, pronto a dar fuoco al mondo, con il tuo primo contratto discografico in mano e senza avere la benché minima idea di ciò a cui stai per dare il via.

Iniziò così, credo.
Iniziò in Florida, USA.
E non si è più fermato.
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 03 giu 2011 22:09

2) 1987-1990: SO IT BEGINS (Courtesy of Unleashed)

Il 25 maggio 1987, per Combat Records, esce Scream Bloody Gore dei floridiani Death (fonte: Metal Archives). Ecco la data di nascita del death metal.

Ora, vediamo di capirci. Dire che Scream Bloody Gore è stato il primo disco death è quasi certamente sbagliato. E dire che i Death sono stati il primo gruppo death è molto probabilmente errato. Tanto per dire, abbiamo già nominato i Possessed, indicando il loro Seven Churches come un esempio di proto-death. E magari, nell'anno di grazia 1987, erano in giro già altri album che potevano essere definiti death metal.
Tuttavia, questa è una storia. E ogni storia che si rispetti necessita di date convenzionali, che delimitino la fine di una certa cosa e/o l'inizio di una certa altra. Vi hanno raccontato per anni e anni e anni che l'era moderna comincia con la scoperta dell'America e finisce con il Congresso di Vienna, e ve lo siete studiato a memoria senza avere niente da ridire; ora non vorrete mica venire a spaccare le palle a me perché dico che il death nasce con Scream Bloody Gore, VERO?
Insomma, il suddetto album non sarà forse stato il primissimerrimo disco death, ma è stato il primo disco riconducibile con certezza al genere death metal che abbia trasceso il suo tempo e che si sia imposto come pietra miliare nella storia del metal. Pertanto, se proprio dobbiamo indicare una data convenzionale in cui fissare la nascita del death, ecco, la data di pubblicazione di Scream Bloody Gore mi sembra perfetta.

Dunque, Scream Bloody Gore. Vi si possono riscontrare, compatibilmente con l'ancora acerba vena compositiva del leader e fondatore Chuck Schuldiner e con la limitata tecnologia del tempo, tutti gli stilemi che abbiamo già descritto e che diverranno poi tipici del death metal: composizione rozza ed immediata, suoni potenti, riffs veloci e taglienti, drumming furibondo con poche concessioni stilistiche, voce effettata in growl/scream (in questo album, in realtà, molto più scream che growl), testi malvagiamente scazzoni alla stregua degli horror movies di serie B. Una vera bomba per gli anni in cui uscì... e anche adesso! Godetevene un pezzo.

Death - Zombie Ritual, da Scream Bloody Gore (1987)

Ma questo è solo il primo tizzone d'inferno a cadere sulla terra; altri seguiranno negli anni immediatamente successivi. E sarà ancora la Florida a dare i natali ad almeno altri due gruppi che verranno poi annoverati tra i pionieri del nascente death metal.
Due anni più tardi, infatti, esce Slowly We Rot degli Obituary. Un death più statico e pesante, caratterizzato da suoni rocciosi e riffs opprimenti, e (a mio avviso) in parte debitore della scena hardcore. Su tutto, spicca l'esiziale growl di Sua Maestà John Tardy, tuttora il mio cantante death preferito. Slowly We Rot costituisce un altro indiscusso pilastro del genere.

Obituary - Slowly We Rot, da Slowly We Rot (1989)

L'anno '89 vede altresì la nascita di Altars Of Madness, album di debutto dei Morbid Angel, capitanati dal visionario chitarrista Trey Azagthoth. Band destinata a sua volta ad occupare un posto di assoluto rilievo nel pantheon del genere (nonché a diventare il mio gruppo death preferito, per quanto ciò possa interessare).
Il loro death, pur suonato a mille all'ora, è pervaso da una riconoscibile vena oscura; i riffs hanno spesso un mood inquietante e particolarmente malevolo; ed il growl del cantante David Vincent ha un timbro vagamente ieratico, come se il suddetto, cantando i suoi testi di ispirazione lovecraftiana, stesse officiando un qualche culto in onore dei Grandi Antichi. Altars Of Madness è un album semplicemente grandioso, destinato tuttavia ad essere superato dai suoi successori (opinione personale, ovvio).

Morbid Angel - Immortal Rites, da Altars Of Madness (1989)

Eccole qua, le tre punte di diamante del nascente death metal americano: unite dal genere che propongono, ma perfettamente distinguibili grazie a dei suoni assai diversi tra loro e ad un approccio decisamente differente. In verità, in quegli anni la Florida fu patria almeno di un altro formidabile gruppo death metal, ma, stante la peculiarità della loro proposta musicale, se ne parlerà in altra sede.

Non solo Florida, comunque. Non si possono infatti tralasciare i californiani Autopsy, con il loro Severed Survival.

Autopsy - Disembowel, da Severed Survival (1989)

E fuori dagli States? C'è un gruppetto in Brasile, in via di rapidissima affermazione, che suona un thrash fortemente aromatizzato al death metal. Trattasi di tali Sepultura.

Sepultura - Beneath The Remains, da Beneath The Remains (1989)

Né il Vecchio Continente rimane a guardare. Ancora a cavallo tra thrash e death (ma secondo me già instradati verso il secondo) emergono di prepotenza gli olandesi Pestilence

Pestilence - Out Of The Body, da Consuming Impulse (1989)

mentre, in Svezia, una band chiamata Nihilist sforna alcuni interessantissimi demo. Non registreranno alcun album ufficiale, ma passeranno alla storia come i capostipiti dell'altra grande scuola death metal, quella svedese. E costituiranno in seguito l'ossatura degli Entombed, uno degli esponenti di maggior rilievo della suddetta scuola.

Nihilist - Face Of Evil, dal demo Only Shreds Remain (1989)

Alla fine degli anni '80 il death metal non è più un fragile neonato: è stato ormai svezzato ed è pronto a camminare sulle proprie gambe. Raggiungerà la piena maturità nel quinquennio successivo, allorquando fioccheranno capolavori in serie. Nelle prossime puntate, quindi, ripercorreremo l'età dell'oro del death metal, in cui si è raccolto il meglio di quanto questo genere avesse da offrire.
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 11 giu 2011 03:11

3) 1990-1995: GOLDEN AGE (Courtesy of Morgoth)

Una piccola premessa, ed una anticipata autoassoluzione.
Oggettivamente, il quinquennio '90-'95 è stato in assoluto il più prolifico, qualitativamente parlando, della storia del death metal. Molti dei dischi annoverati tra i classici del genere sono stati composti e pubblicati in questo periodo, molti dei gruppi che hanno fatto la storia del death hanno dato in questi anni il meglio di sé. E perfino qualche meteora, poi sparita o sprofondata nella mediocrità, in questo quinquennio ha avuto il proprio momento di gloria sfornando il disco irripetibile, quello del miracolo. Quindi, a buon diritto posso definire questo tempo l'età dell'oro del death.
Soggettivamente, questi erano gli anni in cui IO iniziavo ad ascoltare death metal. Proprio nel '92-'93 mi avvicinavo a questo genere, diventandone pressoché all'istante un consumatore vorace e appassionato. E' quindi comprensibile che gli album dei quali vado a parlare abbiano per me una importanza enorme, e che conseguentemente li adori.
Quindi, se dovessi iniziare (come certamente farò) a scrivere un po' troppo alla "ma quant'era bello il death dei primi anni '90", fatemi pure un po' di tara.

In questo periodo non si fece solo dell'ottimo death metal, no. Se ne fece pure TANTO. Ovunque e in ogni modo. Si affacciarono al death Paesi che ancora non ne erano stati contagiati (e uno di questi, la Svezia, ne divenne una superpotenza), si scolpirono nel marmo gli stilemi del genere, e si cominciarono a creare numerosi sottogeneri. E (come sopra) il death metal che IO conosco proviene in larga maggioranza da quegli anni.
Quindi, questo capitolo dovrà necessariamente essere diviso in diversi paragrafi, per darvi un'idea adeguata della strepitosa fioritura che il genere visse in quel tempo glorioso.


3.1) Stati Uniti

Nei primi anni '90 gli States costituiscono ormai il motore principale della scena death mondiale, e la Florida si afferma sempre più come la capitale mondiale di questo nuovo genere. Oltre ai ricordati Death e ad un altro paio di gruppetti appena appena importanti, dei quali si parlerà diffusamente nella sede opportuna, Tampa e pertinenze continuano a sfornare gruppi come se piovesse (sangue, naturalmente), e i medesimi gruppi a loro volta sfornano disconi su disconi.

In particolare, gli ardimentosi pionieri del death dei quali abbiamo parlato nel capitolo precedente non se ne stanno certo con le mani in mano. E' il caso dei miei adorati Morbid Angel, i quali in questo lustro scaricano una tripletta di dischi che farà la storia del death: Blessed Are The Sick, Covenant, Domination. Il primo, con il suo sound morboso (come da nome e da titolo), sarà a mio avviso il loro capolavoro, nonché - udite udite - il più straordinario album della storia del death. Non una canzone debole, un susseguirsi costante di furia senza requie ed angoscia senza salvezza, un inno alla oscurità, al Male supremo ed alla più sulfurea perversione. Nessun gruppo death è mai riuscito ad abbracciare la tenebra come i Morbid Angel hanno fatto in questo disco. Lo amo, lo adoro, lo venero.

Morbid Angel - Blessed Are The Sick/Leading The Rats, da Blessed Are the Sick (1991)

Ma anche gli Obituary ci danno dentro, anche loro con tre grandi album: Cause Of Death, The End Complete, World Demise. E proprio quest'ultimo è il mio preferito, con le sue chitarre schiacciasassi, il suo sound roccioso, le contaminazioni hardcore che si fanno più evidenti. La titletrack è semplicemente grandiosa, ma vaffanculo non la ho trovata!

Obituary - Don't Care, da World Demise (1994)

Fa inoltre la sua comparsa sulla scena (a livello di releases ufficiali, s'intende) un'altra band fondamentale nella scena death americana, i Deicide del pittoresco cantante/bassista Glen Benton. Il loro omonimo album di esordio è veramente splendido, un autentico caposaldo del death. Certo, secondo me dopo questo si potevano pure sciogliere; e invece hanno continuato a pubblicare dischi, ed hanno avuto ragione loro, dato che sono in breve tempo diventati un'icona del death più malsano e blasfemo.

Deicide - Blaspherereion, da Deicide (1990)

Meritano senz'altro di essere menzionati anche i Malevolent Creation, con il loro ottimo The Ten Commandments

Malevolent Creation - Multiple Stab Wounds, da The Ten Commandments (1991)

e i Massacre, la cui carriera musicale è stata tuttavia alquanto breve.

Massacre - From Beyond, da From Beyond (1991)

Non solo Florida: anche nel resto degli USA sorgono fior fiori di bands. Ad esempio, lo stato di New York dà i natali ad alcuni gruppi di tutto rispetto.
Tra questi spiccano i Cannibal Corpse, i quali alzano di una tacca il livello di violenza musicale e concettuale che il death può raggiungere. Può parlarsi di vero e proprio brutal death metal? Il dibattito è aperto. Secondo me, sì. Anche se il mio album preferito è probabilmente il meno brutale, The Bleeding.

Cannibal Corpse - Staring Through The Eyes Of The Dead, da The Bleeding (1994)

Ma anche gli Immolation, che ho scoperto davvero troppo tardi (e me ne rammarico, ah! se me ne rammarico)

Immolation - Despondent Souls, da Dawn Of Possession (1991)

e i Suffocation, che non apprezzo particolarmente ma dei quali riconosco la grandezza, in particolar modo nel riuscire a coniugare una brutalità estrema ad una tecnica superiore.

Suffocation - Prelude To Repulsion, da Breeding The Spawn (1993)

Dei terzi "ation" americani, gli Incantation, taccio, perché mi fanno davvero troppo caa'.

Uh, non ci scordiamo dei Brutal Truth! Qui sono un po' dei clandestini, in quanto è un gruppo che ha sempre gravitato in orbita grind. Tuttavia, il loro primo lavoro Extreme Conditions Demand Extreme Responses è di chiarissima derivazione death. Ed è devastante. Ed è semplicemente uno dei miei dischi preferiti.

Brutal Truth - Birth Of Ignorance, da Extreme Conditions Demand Extreme Responses (1992)

Abbiamo passato in rassegna, a grandi linee e con qualche assente giustificato, l'esercito del death americano. Ma, come vedremo a breve, la vecchia Europa risponderà al fuoco. E la madre patria del death europeo sarà, come anticipato, la gelida Svezia.
Ultima modifica di Leadingtherats il 13 lug 2011 11:56, modificato 1 volta in totale.
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 19 giu 2011 20:28

3.2) Svezia

Occhio, c'è polemica (cit.)
Allora, ho sentito e letto in giro diverse affermazioni decisamente snobistiche, secondo le quali "il death è americano", "il VERO death è solo quello floridiano" e via discorrendo. Addirittura ho avuto modo di leggere che il death svedese sarebbe nato sostanzialmente come una scopiazzatura di quello statunitense. Ebbene, permettetemi di esprimere il mio pacato ma fermo "una bella sega".
Ti piace di più il death ammericano? Ci sta tranquillamente. Ritieni il death ammericano più importante, in quanto nato e sviluppatosi precedentemente? Legittimo. Ti fa caa' il death svedese? Sei assolutamente giustificato (e sei anche assolutamente parecchio fava, ma questo è un altro discorso). Ma se mi vieni a negare l'importanza storica della scuola svedese nella scena death, evidentemente non ci hai capito una segaccia nulla. Perché nei primi anni '90 in Svezia fiorisce una vera e propria scuola death metal, con caratteristiche proprie, con soluzioni stilistiche in tutto e per tutto autonome da quelle del death metal floridiano, e con pari dignità rispetto alla scena USA. Di fatto, la Svezia diventa la seconda superpotenza del death, e su questo non c'è proprio niente da eccepire. Eccheccazzo.

Ribadisco: il death svedese ha una sua piena autonomia ed originalità stilistica. Vediamo allora com'è fatto.
Rispetto al death americano, che cerca maggiormente la legnata, quello svedese (forse, e dico forse, influenzato dalla scena thrash tedesca) è più incentrato sul dinamismo.
I riffs sono snelli e filanti, condotti generalmente all'unisono da chitarre e basso per conferire compattezza al tutto. Il drumming accentua la rapidità della musica mediante l'uso assai frequente di controtempi veloci (il cd. tupatupa). Si fa inoltre un utilizzo maggiore della melodia, sia nei riffs sia nei soli di chitarra.
Ma ciò che sopra ogni cosa contribuisce a rendere immediatamente riconoscibile il death svedese è il suono, gente, il suono. Dai Sunlight Studios di Stoccolma e dalla mente del produttore Tomas Skogsberg nasce quel leggendario sound secco, gelido, tagliente e lievemente "zanzaroso" che sarà l'autentica impronta digitale dell'old school swedish death.

Quanto ai protagonisti, voglio citare per primi i Dismember. Non solo perché sono stati tra i gruppi più influenti ed importanti della scena death svedese; non solo perché in questo quinquennio hanno dato alla luce degli album fondamentali per il genere, su tutti Like An Everflowing Stream (ma anche Massive Killing Capacity spacca); ma soprattutto perché c'è una loro canzone che riassume in sé tutti i tratti distintivi dello swedish death che abbiamo elencato appena sopra. Se qualcuno mi chiedesse cosa sia il death metal svedese, gli farei semplicemente sentire questa:

Dismember - Override Of The Overture, da Like An Everflowing Stream (1991)

Altri protagonisti di questa straordinaria stagione di morte furono i Merciless, che però si sciolsero dopo aver partorito tre album

Merciless - Unbound, da Unbound (1994)

i Grave, il cui sound fu catarrerizzato da chitarre più "grasse" e potenti, anch'essi autori di un grandioso trittico

Grave - Soulless, da Soulless (1994)

i vikingoni Unleashed, che molti in questo forum insultano ma che hanno scritto pagine fondamentali di death svedese, soprattutto con il loro straordinario Shadows In The Deep

Unleashed - Shadows In The Deep, da Shadows In The Deep (1992)

gli Hypocrisy, partiti cattivissimi, ma che poi iniziarono a far vela verso lidi più melodici già con The Fourth Dimension (a mio avviso, il loro miglior album assieme al ben successivo Virus)

Hypocrisy - Apocalypse, da The Fourth Dimension (1994)

i Desultory, che ho conosciuto solo di recente

Desultory - Tears , da Into Eternity (1993)

e gli Entombed.
Ecco, qui ho bisogno di fare un discorso più approfondito. Il che generalmente significa "Attenzione, discone in arrivo".
Abbiamo già conosciuto i Nihilist, indicandoli come i progenitori del death svedese. Ebbene, gli Entombed altro non sono che i Nihilist con un nuovo nome ed una line-up appena appena modificata. In questo caso alla priorità cronologica corrisponde la preminenza musicale: gli Entombed saranno una stella di prima grandezza nel panorama musicale estremo svedese, per lo meno nel lustro di cui ci occupiamo ora.
Il loro debut album Left Hand Path è uno dei primi album death di Svezia. Ed è bello. Parecchio. Un'autentica pietra miliare.
Poi però, nel '91, i nostri pubblicano Clandestine. Che, a mio avviso, eclissa il predecessore, nonché il 99% di tutto il death che sia mai stato registrato dalla notte dei tempi ad oggi. Insomma, è uno dei miei dischi preferiti. Perché Clandestine riesce ad introdurre nel classico death svedese una vena oscura, inquietante, a tratti perfino orrorifica, amplificata da accorgimenti "teatrali" (tastiere, urla, risa malefiche ecc.), che ti induce ad ascoltartelo tutto con un nodo in gola. Ecco, potrebbe essere la trasposizione death-musicale di "Shining" di Kubrick (perdonatemi il paragone ardito). Tutto ciò, ovviamente, senza rinunciare alla violenza tipica del genere. Meraviglioso.

Entombed - Living Dead, da Clandestine (1991)

Oh, non bisogna dimenticare quelle bands che, pur appartenendo a pieno diritto al death svedese old school, furono caratterizzate da una vena melodica più pronunciata. Per tutti, gli Unanimated

Unanimated - Life Demise, da Ancient God Of Evil (1995)

e gli Edge Of Sanity di Dan Swano, dediti a un prog-death ante litteram.

Edge Of Sanity - Twilight, da Purgatory Afterglow (1994)

E, per completezza, dedichiamo pure una menzione d'onore ai Carnage, una meteora, ma strettamente imparentata con i Dismember.

Carnage - Blasphemies Of The Flesh, da Dark Recollections (1990)
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 24 giu 2011 18:16

3.3) Resto del mondo

U.S.A. contro Svezia, certo; ma il resto del mondo non sta mica a guardare.

In particolare la vecchia Europa sfodera un bel po' di punte di diamante che daranno un fondamentale contributo allo sviluppo ed alla affermazione del death metal.

Una scena di prima grandezza nel panorama death della prima metà degli anni '90 è senz'altro quella olandese, rappresentata da un pugno di gruppi che si fecero onore sui palchi europei e non solo.
Non si può comunque parlare di "scuola" olandese, perché non vi fu un filo conduttore stilistico capace di accomunare tra loro le bands dei Paesi Bassi: ognuno di questi gruppi si differenziò dagli altri in modo netto, proponendo il suo proprio death metal.

Abbiamo già ricordato i Pestilence, che in questi anni proseguirono la propria ascesa pubblicando l'ottimo Testimony Of The Ancients, il loro penultimo lavoro prima dello scioglimento. Dell'ultimo parleremo in separata sede.

Pestilence - Twisted Truth, da Testimony Of The Ancients (1991)

Poi i Gorefest, autori - tra i loro altri album - del meraviglioso False, uno dei più belli e più sottovalutati album death di questi anni

Gorefest - Reality-When You Die, da False (1992)

gli Asphyx dello straordinario vocalist ex Pestilence Martin Van Drunen, interpreti di un death con forti influenze doom

Asphyx - Diabolical Existence, da The Rack (1991)

e i Sinister, dediti, nei loro primi tre lavori, ad un death particolarmente brutale che troverà il proprio culmine nel bellissimo Hate.

Sinister - Awaiting The Absu, da Hate (1995)

In Inghilterra, invece, ad animare la situazione pensano un paio di colossi del grind, i quali si convertono (temporaneamente o definitivamente) al death. Trattasi di Napalm Death

Napalm Death - More Than Meets The Eye, da Fear, Emptiness, Despair (1994)

e, soprattutto, Carcass, i quali in questi anni pubblicheranno due classiconi del death come Necroticism - Descanting The Insalubrious e Heartwork. Il secondo è senz'altro più famoso, ma il primo è fenomenale!

Carcass - Corporal Jigsore Quandary, da Necroticism - Descanting The Insalubrious (1991)

Dalla terra d'Albione vengono anche Benediction e Bolt Thrower, ma mi fan troppo caa' per parlarne.

E la Germania? Uno si aspetterebbe che dalla patria dei metallarissimi crucchi sarebbe fiorita una terrificante progenie di deathsters; macché! C'è poco o nulla di notevole.
Tra questo poco o nulla spicca soprattutto il secondo album dei Morgoth, Odium, mirabile sintesi tra death, doom e sonorità vagamente industriali. Bellissimo.

Morgoth - Submission, da Odium (1993)

Altro gruppo che in questi anni si trova in via di rapidissima affermazione sono i finnici Amorphis, i quali, album dopo album, percorrono una strada che li conduce verso un death melodico e sinfonico. In seguito, la componente melodica prevarrà, tanto che non si potranno più annoverare tra le death metal bands.

Amorphis - In The Beginning, da Tales From The Thousand Lakes (1994)

Assolutamente degni di nota sono gli austriaci Pungent Stench, fautori di un death eccessivo e scanzonato, fatto di putridume e perversioni fetish, e insomma del tutto fuori di testa!

Pungent Stench - Extreme Deformity, da For God Your Soul... For Me Your Flesh (1990)

Dalla Polonia, altro gruppo storico del genere, capostipiti di una scena che negli anni a venire si affermerà come una delle principali d'Europa: i Vader.

Vader - Blood Of Kingu, da De Profundis (1995)

Nel mazzo voglio mettere anche il thrash/death moderno e potente dei danesi Konkhra, autori dell'ottimo album Spit Or Swallow.

Konkhra - Centuries, da Spit Or Swallow (1995)

E ora, qualche chicca.
In primis, i Mortification. Australiani, deathsters, e... CRISTIANI! Ebbene sì, nei propri numerosi album tali loschi figuri growlano le lodi di'ccristo!
Come se non bastasse questo grave handicap, musicalmente fanno davvero schifo. Tranne Post Momentary Affliction, da cui è tratto il pezzo che segue. Ricordate quando dicevo che, per il death metal, il quinquennio '90/'95 è stato talmente magico che perfino i brutti anatroccoli riuscivano, per un po', a diventare cigni? Ecco, anche questa band australiana dalle idee e dalle musiche alquanto discutibili riuscì a tirar fuori davvero un buon disco, ben composto e ben suonato, vario e con un non so che di "sperimentale".

Mortification - Grind Planetarium, da Post Momentary Affliction (1993)

In secondo luogo, i Sickening Gore. Gruppo svizzero che pubblicò solo un album, Destructive Reality, per poi sprofondare nell'oblio. L'album è oltremodo classico, direi quasi scolastico, ma decisamente molto buono!

Sickening Gore - Obscene Existence, da Destructive Reality (1994)

Infine, una realtà nostrana morta davvero troppo giovane: trattasi dei bolognesi Electrocution, con il loro purtroppo unico album Inside The Unreal. La band era "spinta" ottimamente, si era guadagnata addirittura un'intera puntata di "Rumore" su Radio2 ove venne trasmesso per intero un loro concerto, e sembrava quindi pronta ad esplodere; ed invece... spariti, nel breve volgere di quattro anni. Peccato.

Electrocution - Rising Of Infection, da Inside The Unreal (1993)
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 01 lug 2011 15:48

3.4) Technical death

Aaah, il technical death metal. Per gli amici, technodeath. Niente tunz-tunz: si tratta invece di un filone tra i più scintillanti del death metal. Roba per palati fini. Beh, più o meno.

Per spiegare l'origine del fenomeno, continuo con la mia ipotetica storia romanzata. Secondo me alcuni tizi che suonavano death metal cominciarono a dirsi: "Ma insomma, sono un musicista, ho la mia dignità di musicista da difendere, e - modestia a parte - sono diventato proprio bravino: ma è mai possibile che in 'sto cazzo di death metal tutto si risolva nel suonare più veloce/più pesante/più cattivo? Non c'è proprio modo di far qualcosa che possa essere più interessante/più complicato/più confacente alle mirabolanti qualità esecutive di un fior fiore di musicista quale io sono?".
Ovviamente, il modo c'era eccome: i canoni classici di un qualsiasi stile sono lì apposta per essere infranti. Ed ecco quindi che, mentre ancora le pareti della cattedrale del death classico venivano innalzate, qualcuno già ne forzava le porte e sgattaiolava fuori in cerca di spazi espressivi più ampi.
Così (credo) nasce il technodeath. Che è death metal, senza dubbio. Ma tecnico. O meglio, più tecnico del death classico, che a sua volta in questi anni stava già arrivando a richiedere ai propri interpreti una notevole perizia. Sarebbe tuttavia semplicistico dire che il technodeath è solo death suonato "meglio"; nel technodeath la tecnica non è più un semplice strumento al servizio della composizione, ma assurge a vero e proprio elemento costitutivo della musica. La superiore capacità esecutiva, da mera espressione formale, diventa contenuto, nella misura in cui consente al musicista di accedere ad un livello superiore di complessità e ricercatezza nella composizione. In termini meno alati, questa gente sa suonare bene, e usa le proprie capacità per scrivere roba magari meno veloce/meno pesante/meno cattiva, ma più particolare e sempre parecchio figa.

Ma in cosa, di grazia, si estrinseca 'sta tecnica della quale si è blaterato sinora? Beh, dipende.
Può concretizzarsi in contaminazioni jazz; contaminazioni che dapprima hanno riguardato principalmente la sezione ritmica, e che in seguito si sono estese all'intera composizione.
Oppure può esprimersi in riffs estremamente intricati e attorcigliati, spesso sviluppati attorno a ritmiche irregolari e frequenti cambi di tempo.
O, ancora, può manifestarsi in una dimostrazione di virtuosismo chitarristico, uno shredding estremo ricorrente in numerosi assoli.
O, più spesso, in tutte queste cose messe assieme.

E ora metto le mani avanti.
Siccome conosco i miei polli, già so che qualcuno salterà su a commentare qualche gruppo di questo capitolo dicendo: "Mah, tecnici, insomma... Bravini, certo, ma vuoi mettere quanto suonano meglio i ***?". Ove *** sta per un gruppo attivo dal 2005 o giù di lì. Quindi, è meglio precisare il concetto di "tecnica" dei primi anni '90 mediante le seguenti considerazioni.
1) Il tasso tecnico generale, almeno nel metal, si evolve costantemente. Nella scena thrash/death degli anni '80 saper suonare non era proprio un optional, ma comunque una cosa soltanto consigliata (una Troops Of Doom dei Sepultura, proposta da un gruppo di oggi, farebbe dire all'ascoltatore "Ma chi li ha sciolti 'sti mentecatti?". Per l'epoca, invece, era un gran pezzo). Nei primi anni '90, fare death metal richiedeva già capacità parecchio superiori al decennio precedente: se non sapevi suonare in modo adeguato non andavi da nessuna parte. Oggi un livello tecnico pressoché mostruoso è IL MINIMO che si richiede ad una death metal band emergente che voglia fare un po' di successo.
Anzi, a ben vedere, che i musicisti siano sempre più bravi sotto il profilo tecnico è una costante più o meno in tutto il mondo della musica: a quanto mi consta, anche nella classica al giorno d'oggi ci sono esecutori che farebbero impallidire i grandi di metà Novecento.
Quindi, contestualizzate: ciò che andrete a sentire tra breve costituiva, nei primi anni '90, il meglio della tecnica nella musica estrema.
2) Non solo i musicisti evolvono, ma anche le tecnologie. Non sono un esperto di chitarre/bassi/batterie, ma credo di poter ragionevolmente sostenere che la tecnica di costruzione degli strumenti si affina di anno in anno, che sempre nuovi materiali vengono impiegati, che sempre nuove migliorie vengono utilizzate, e che tutto ciò dà vita a strumenti più "performanti", i quali consentono all'esecutore di suonare con maggiore facilità e di dar sfoggio a tutte le sue qualità tecniche.
Senza contare altri simpatici accorgimenti al limite del doping, quali il trigger alla batteria.
Senza contare ulteriori ed ancor più simpatici accorgimenti OLTRE il limite del doping. Pensate un po' a quanti errori o imperfezioni di esecuzione si possono correggere con un computer...
3) Infine, si dovrà riconoscere che è un tantino più facile intraprendere un viaggio nel meraviglioso mondo della tecnica applicata al death metal, dopo che altri, anni prima, hanno portato a termine quel percorso ed hanno fornito le coordinate. "Rifare" è sempre molto più semplice che "fare".
Concludendo: magari è vero che oggi un sacco di gruppi death suonano meglio delle bands che vi presenterò tra poco. Ma questi erano i Pionieri, che tracciavano il sentiero verso la conquista degli ignoti confini del death sui loro traballanti carri Conestoga; mentre i gruppi di oggi percorrono sì lo stesso tragitto, ma con un SUV con aria condizionata su una autostrada a sei corsie. Converrete che c'è una bella differenza.

Boia, quante chiacchiere! Urge riequilibrare subito con un po' di musica! Ecco un po' di protagonisti del technical death nella prima metà degli anni '90.

Vanno annoverati tra i primi, e forse proprio per primi, i floridiani Atheist. E qui, lo ammetto, ho barato un po' nella collocazione cronologica, visto che il loro primo lavoro risale al 1989. I tre dischi Piece Of Time - Unquestionable Presence - Elements costituiscono già un gran bell'esempio di tempi e sonorità jazz applicate al death.

Atheist - Animal, da Elements (1993)

Altra roba, invece, sono i (guarda un po') floridiani Nocturnus: per loro, sulla punta delle dita poco jazz (cit.), ma shredding chitarristico a go-go. E pure le tastiere, strumento pressoché inedito nel death di quegli anni. The Key, con le sue atmosfere aliene e "spaziali", è indiscutibilmente uno dei capisaldi del death metal di tutti i tempi.

Nocturnus - Visions From Beyond The Grave, da The Key (1990)

Tra coloro che hanno contribuito in modo fondamentale allo sviluppo di tale sottogenere non possono certo mancare i (ma dai?) floridiani Death, già ricordati capostipiti (almeno nel senso che già abbiamo spiegato) del death metal. I suddetti, ad avviso di chi scrive, iniziano qui la loro stagione più luminosa, con l'ottimo Human e, soprattutto, con i successivi Individual Thought Patterns e Symbolic, primi due capitoli del prodigioso trittico che troverà completamento nel lustro successivo.
E proprio su Individual Thought Patterns mi voglio soffermare, poiché è un altro dei miei dischi preferiti. Formidabile è dir poco. Tecnica a piene mani, mirabili architetture compositive, chitarre splendidamente intrecciate, melodie cristalline nei riffs e nei soli, un drumming solido e densissimo cui fa da contrappunto forse la più straordinaria prestazione bassistica che abbia mai sentito. Una dimostrazione di classe sovrumana, sotto ogni punto di vista. Il primo esempio di un modo di concepire il death a cui, negli anni a venire, tantissimi si ispireranno (e che qualcuno copierà spudoratamente).

Death - Nothing Is Everything, da Individual Thought Patterns (1993)

Per realizzare il sopra citato Human, il mai troppo compianto Chuck Schuldiner aveva sequestrato tali Paul Masvidal e Sean Reinert, rispettivamente chitarraio e batteraio dei (indovinate un po'?) floridiani Cynic. Appena rilasciati da Evil Chuck, i due rientrano nuovamente nei ranghi della loro band e sfornano Focus, altro album destinato a cambiare per sempre il significato dell'espressione "death metal". Qui sì che jazz e fusion abbracciano ed addolciscono il death, trasformandolo in un qualcosa di nuovo e di semplicemente esaltante. Purtroppo, questa gemma rimarrà per molto, troppo a lungo l'unico disco di questa band davvero fuori dall'ordinario.

Cynic - How Could I, da Focus (1993)

Non dimentichiamo i (chettelodicoaffare?) floridiani Disincarnate dell'ex-Death ed ex-Obituary James Murphy, il cui unico album ha probabilmente un impianto più classico, ma è comunque caratterizzato da quello shredding solistico della chitarra che ne legittima l'appartenenza a questo sottogenere.
Volevo mettere la mia preferita, Stench Of Paradise Burning, ma c'è solo un live merdosissimo.

Disincarnate - Monarch Of The Sleeping Marches, da Dreams Of The Carrion Kind (1993)

In Europa non si sta con le mani in mano. Tra i pionieri del death più tecnico devono essere annoverati gli Atrocity, con i loro primi due dischi Hallucinations e Todessehnsucht (nel resto della loro discografia non si rinverrà più traccia di technodeath).
Soprattutto Todessehnsucht merita un discorso più approfondito, in quanto, benché misconosciuto, è un capolavoro assoluto. Nonché uno dei miei dischi death preferiti, forse addirittura il mio preferito dopo Blessed Are The Sick. Nei suoi riffs serpeggianti, nei suoi ritmi mutevoli ed irregolari, nelle sue oscure soluzioni armoniche, nella sua trama intessuta di sporadici ma grandiosi inserti di musica classica ho sempre ravvisato una eleganza tetra, gotica e solenne, capace di improntare di sé anche le parti più veloci e violente. Tanto che, a volte, mi sono figurato questo disco eseguito da un quartetto d'archi, ed ho concluso che non avrebbe sfigurato accanto alle composizioni di un maestro del Novecento quale, chessò, Bartok. Sì, ogni volta che risento questo album è un'emozione.

Atrocity - Sky Turned Red, da Todessehnsucht (1992)

Non scordiamoci i folli austriaci Disharmonic Orchestra, che diamine!

Disharmonic Orchestra - Groove, da Not To Be Undimensional Conscious (1992)

E soprattutto bisogna ricordare i già citati Pestilence. I quali, dopo lunga, gloriosa e cruenta militanza nel thrash/death più classico, ad un certo punto decidono di irrompere nel death più contiguo alla musica jazz/fusion, partorendo quel disco immenso che risponde al titolo di Spheres.
La canzone che linko è lunga solo tre minuti e mezzo, nel resto del video ci sono altri due pezzi. Fossi in voi, li sentirei.

Pestilence - The Level Of Perception, da Spheres (1993)

E anche l'Italia viene rappresentata, grazie agli storici Sadist, che a me non piacciono ma che meritano senz'altro una menzione.

Sadist - Sometimes They Come Back, da Above The Light (1993)

Cioè, ma quanta bella roba ho schiaffato in questa pagina?!
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 12 lug 2011 18:22

Visto che le prossime due puntate sono brevi, ne faccio una doppia.

3.5) Melodic death

Oltre che ad una delle due maggiori scuole del death metal classico, la Svezia dà i natali anche al death metal melodico, o melodeath. Detto sotto-sottogenere sorge per iniziativa di alcuni gruppi provenienti prevalentemente da Gothenburg, tanto che ben presto si parlerà di "scuola di Gothenburg" in contrapposizione alla "scuola di Stoccolma", fautrice dello swedish death "classico".

Ora, vediamo un po' cos'è 'sto melodeath.
Come abbiamo già ampiamente detto, nel death gli spazi per la melodia sono piuttosto ridotti, a discapito della violenza/potenza/cattiveria/Satana (cit.). Tuttavia, il death svedese non è totalmente alieno dall'uso delle melodie, anzi: bands considerate rientranti pienamente nello swedish death classico ne fanno un uso più o meno ampio (abbiamo già nominato, in tal senso, Dismember, Unanimated, Hypocrisy, Edge Of Sanity ecc.).
Ecco, nel melodeath la melodia assurge ad elemento assolutamente centrale della composizione. Le bands di Gothenburg non utilizzano la componente melodica a sprazzi, in qualche solo o in qualche ritornello, ma basano su di essa tutti i loro riffs, deinde la dizione "melodic death".

Tra i primi gruppi autori di melodeath vanno annoverati gli At The Gates. Band veramente straordinaria, che in principio propone un death ancora piuttosto vicino agli stilemi della scuola di Stoccolma, ma declinato in chiave più progressiva, con frequenti cambi di tempo e passaggi più complessi rispetto alla sostanziale linearità del death svedese. Roba veramente buona, ma per loro il meglio deve ancora venire.

At The Gates - Non-Divine, da With Fear I Kiss The Burning Darkness (1993)

Degni di nota anche i Ceremonial Oath, che tuttavia lasceranno un segno piuttosto labile nella storia del death.

Ceremonial Oath - One Of Us-Nightshade, da Carpet (1995)

Ben maggiore fortuna avranno altri due gruppi, Dark Tranquillity ed In Flames, che pubblicano entrambi il proprio debut album nel '93 (Lunar Strain i secondi, il bellissimo Skydancer i primi). Queste due bands presentano già i chiari sintomi di un distacco dal death svedese classico; in particolare, utilizzano molto meno l'unisono di tutti gli strumenti per dare spazio a delle "twin guitars" di stampo più heavy (tipo maideniane, per intenderci).

Nel '95/primi mesi del '96 arriva il parto trigemino che viene universalmente considerato l'avvenimento fondativo del melodeath.
I Dark Tranquillity pubblicano The Gallery

Dark Tranquillity - Punish My Heaven, da The Gallery (1995)

Gli In Flames sfornano the Jester Race (ecco l'intruso, è del febbraio '96)

In Flames - December Flower, da The Jester Race (1996)

e gli At The Gates danno alla luce Slaughter Of The Soul.
Ed ecco un altro dei miei album death preferiti. Un capolavoro assoluto.
Capolavoro per la modernità del sound, roccioso e compresso. Capolavoro per i richiami hardcore che si riscontrano soprattutto nelle ritmiche. Capolavoro per il lancinante screaming di "Tompa" Lindberg. Capolavoro per le straordinarie melodie che si piantano in testa già al primo ascolto. Ma soprattutto, capolavoro per la cupezza delle musiche, per l'aura di rabbiosa disperazione che satura il disco, per l'angoscia esistenziale che ogni nota pare trasmettere, per quella generale atmosfera da giudizio universale che ammanta ciascuna delle meravigliose canzoni ivi contenute.
Da questo album hanno attinto a piene mani (leggasi: copiato senza vergogna) le migliaia di gruppi e gruppetti deathcore che adesso spopolano. Ma sono solo delle brutte copie sbiadite, diffidate delle imitazioni.

At The Gates - Cold, da Slaughter Of The Soul (1995)

Anticipo sin d'ora che, come avremo modo di constatare, il melodeath godrà di grande fortuna negli anni a venire, farà adepti e si diffonderà per mezzo di nuove bands dall'indiscusso successo e (a mio avviso) dalla discutibile validità.
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 12 lug 2011 18:28

3.6) Varie ed eventuali

E poi c'è chi fa altro. Ovvero, chi tenta di evadere dal death classico per vie diverse, proponendo le più varie contaminazioni.

E' il caso dei già ricordati Sepultura, che dopo aver rivestito un ruolo di primissima grandezza nella scena thrash/death mondiale, si consegnano ad una svolta epocale: chitarroni pesanti e stoppati, ritmi di deciso sapore "etnico", venature industriali e tanto, tanto groove. Chaos A.D. sarà l'album che procurerà loro un grande successo commerciale ed avrà decine e decine di imitatori.

Sepultura - Amen, da Chaos A.D. (1993)

Poi c'è chi, partendo pur sempre da una base che può tranquillamente esser definita death metal, cerca di portare il discorso su lidi più industrial. Come gli esordienti Fear Factory, nel cui primo album le influenze death metal sono evidenti.

Fear Factory - Martyr, da Soul Of A New Machine (1992)

E ora, un disco a me molto caro. Gli svedesi Tiamat erano in principio un gruppo ottimo ma di impostazione piuttosto classica, che dal black delle origini era passato ad un death sempre più melodico, raffinato e d'atmosfera. Poi, il disco di rottura. Il frontman Johan Edlund ha sempre manifestato la propria ammirazione per Roger Waters; ecco, questa vena pinkfloydiana esplode in Wildhoney, straordinario esempio di contaminazione tra death metal e rock psichedelico. Un album semplicemente meraviglioso.

Tiamat - Whatever That Hurts, da Wildhoney (1994)

C'è inoltre chi mischia il death metal con le atmosfere cupe e melanconiche del goth. Un nome su tutti: i Paradise Lost, i cui primi lavori sono senz'altro da ricondurre al death metal. Come il bellissimo Gothic.

Paradise Lost - Eternal, da Gothic (1991)

E meritano una menzione speciale anche gli olandesi Phlebotomized, i quali, nella loro poco prolifica carriera, hanno unito con successo al death la musica classica, utilizzando all'uopo ricche orchestrazioni ed un violino "concertante" al fianco di chitarre e basso. Il risultato fu l'ottimo Immense, Intense, Suspense.

Phlebotomized - Barricade, da Immense, Intense, Suspense (1994)

Così termina il discorso sui migliori anni del death metal. Roba di questo livello, in seguito, non se ne farà più.
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 21 lug 2011 02:21

4) 1995-2000: MAJESTY AND DECAY (Courtesy of Immolation)

E' quasi una elementare legge fisica: quando un qualsiasi fenomeno raggiunge vette da vertigine, poi non gli rimane che scendere. E così fu anche per il death metal, che, dopo essersi ammantato di regale maestà nel quinquennio precedente, iniziò dal 1995 una decisa decadenza.
Quali ne fossero le cause, non so dire: in genere queste vicende sono troppo complesse per poter essere affrontate senza dati certi ed un'analisi approfondita. Forse, a causa della proliferazione del lustro precedente, il mercato (già fisiologicamente poco ricettivo) iniziava ad essere ormai saturo; forse il momento di stanca del death metal era il normale riflesso di un momento di stanca del metal in generale; forse diversi musicisti, che negli anni d'oro avevano pregustato la possibilità che il death facesse un salto di qualità sotto il profilo commerciale, videro infrangersi la speranza di guadagnarsi da vivere suonando, e sopraffatti dalla disillusione mollarono; forse, più semplicemente, pareva che il death metal avesse già detto tutto ciò che poteva dire e dato tutto ciò che poteva dare.

Fatto sta che, attorno al '95-'96, il novero di bands che gliel'hanno data su è sconcertante. Tanto per fare un elenco anche soltanto di quelle già menzionate: hanno salutato la compagnia (ufficialmente o de facto) Autopsy, Massacre, Merciless, Desultory, Unanimated, Carnage, Pestilence, Atheist, Nocturnus, Cynic, Ceremonial Oath, At The Gates (quest'ultima perdita ancora mi lascia inconsolabile). Insomma, un'autentica moria.
A ciò si aggiunga che molte grandi bands del recente passato cominciano a trovarsi in un certo debito di ossigeno. L'ispirazione, ahimé, non è più ai massimi livelli, ci si comincia a ripetere, e più d'un gruppo perde decisamente la retta via. Fatto sta che, dai pesi massimi del genere, dischi degni di venerazione ne vengono pochini.
Fortunatamente, qualche eccezione c'è.

Come lo splendido, mille volte splendido The Sound Of Perseverance, quello che già vi avevo anticipato essere l'ultimo disco dei Death.

Death - Spirit Crusher, da The Sound Of Perseverance (1998)

O l'ottimo Vile dei Cannibal Corpse

Cannibal Corpse - Devoured By Vermin, da Vile (1996)

O ancora, l'eccellente In Mourning degli americani Brutality

Brutality - Waiting To Be Devoured, da In Mourning (1996)

Ma per il resto, il death metal classico segna abbastanza il passo, e le vecchie e gloriose scuole e le scene più fertili non sfornano quasi più capolavori.
Tuttavia, a margine, qualcosa si muove.

Avevamo dato conto della nascita e progressiva affermazione del melodeath: ecco, il filone si conferma in crescita. Mentre In Flames e Dark Tranquillity vengono baciati da una crescente notorietà, emergono altre bands destinate ad un luminoso futuro, quali gli svedesi Amon Amarth

Amon Amarth - God, His Son And Holy Whore, da The Avenger (1999)

e Arch Enemy, raggiunti poi dal Carcass Mike Amott (ebbene, anche qui ho barato, il pezzo è del 2003; ma è l'unico che mi piace)

Arch Enemy - Dead Eyes See No Future, da Anthems Of Rebellion (2003)

Tali bands, come già anticipato, raccoglieranno consensi ed un successo che dura fino ad oggi. Meritato o meno che sia.
Suppongo abbiate capito come la penso in merito, no?

Nel frattempo, il death comincia a rockare e rollare: quello tra metal estremo e rock "classico" è un matrimonio davvero improbabile, ma stranamente funziona.
Tra i primi alfieri del cosiddetto death'n'roll sono gli Entombed, che partoriscono un album intriso di marciume fino al midollo come il bellissimo To Ride, Shoot Straight And Speak The Truth

Entombed - To Ride, Shoot Straight And Speak The Truth, da To Ride, Shoot Straight And Speak The Truth (1997)

Su questo treno saltano anche i Carcass, convertitisi ad un death orientato verso il rock più melodico con l'album che sarà il loro canto del cigno (il titolo, appunto, è Swansong)

Carcass - Room 101, da Swansong (1996)

Pure gli olandesi Gorefest tentano la strada del death'n'roll, ma con risultati a dir poco discutibili.

Inoltre, c'è qualcosa di nuovo sotto il sole. Se le grandi scuole del death sonnecchiano, nuove scene si sviluppano e baldanzose si presentano al grande pubblico.
La principale e più importante (leggasi: quella che mi piace di più) è quella canadese, che in questo periodo comincia veramente a venir su bene. Per l'esattezza e la precisione geografica, il Quebec è per il Canada ciò che la Florida fu per gli USA: una fucina di straordinari gruppi, che faranno cose altrettanto straordinarie.
Il death canadese è da buongustai, da sibariti del genere. Se si escludono i veterani Kataklysm (che trovo derivativi e pallosi oltre misura, e che quindi degnerò solo di questo cenno), la scena del Quebec è caratterizzata da grande raffinatezza e tecnica, anche nelle sue espressioni più brutali. E' un'autentica palestra di technical death sopraffino, a tratti folle, e in genere infinitamente godurioso.

Prendiamo ad esempio i Gorguts. Attivi già nel quinquennio precedente, avevano dato alle stampe due album buoni ma piuttosto standard. Poi sbroccano e lasciano ai posteri due dischi pazzeschi, meravigliosi, follia pura in musica. Il primo, che si colloca proprio in questa fascia cronologica, è Obscura; del secondo parleremo nel prossimo capitolo. Sentite che roba.

Gorguts - The Carnal State, da Obscura (1998)

E cosa dire dei Quo Vadis? Anche loro, mica male!

Quo Vadis - Hunter/Killer: Endgame, da Day Into Night (2000)

E per la fazione più brutale, si segnala il capolavoro dei Cryptopsy, None So Vile

Cryptopsy - Slit Your Guts, da None So Vile (1996)

E non è certo tutto qui: altre bands muovono proprio in questo periodo i primi passi. Su tutti, Neuraxis e Martyr, che daranno alla luce le loro perle più brillanti negli anni a venire. Grazie Canada!

Al solito, quando il continente americano chiama, l'Europa risponde. Con lieve ritardo, ma risponde. Al proliferare della scena canadese replica, da questa parte dell'Atlantico, quella polacca. La quale, ad onor del vero, è ancora in fase embrionale; ma resta il fatto che all'ombra dei monumenti Vader un pugno di gruppi sta imparando a camminare con le proprie gambe, passando pian piano da uno stile derivativo ad una propria ben precisa identità. Li ritroveremo tutti nei capitoli seguenti.
Tranne uno. Del quale è necessario parlare subito. Perché, proprio a fine millennio, pone una pietra miliare sulla strada del death metal.
I Behemoth sono una band polacca dedita ad un black metal ben fatto e poco originale, senza infamia e senza lode. Leggenda vuole che Glen Benton dei Deicide abbia convinto questi ragazzi (e in particolare il loro leader, Adam "Nergal" Darsky) ad abbracciare la causa del death. O almeno, così mi pare di ricordare. Fatto sta che i nostri creano quel perfido ibrido tra death e black che risponde al nome di Satanica. Sarà il primo passo di un cammino che li consacrerà maestri del c.d. blackened death metal e li renderà degni di ascendere alla destra dei padri Vader.

Behemoth - Decade Of Therion, da Satanica (1999)

E ora un paio di perle.
Dalla Germania, sempre inspiegabilmente avara di bands del nostro (mio?) genere preferito, i technodeatsters Necrophagist

Necrophagist - Advanced Corpse Tumor, da Onset Of Putrefaction (1999)

E gli italianissimi e brutalissimi Antropofagus, band di culto colpevole di un paio di crimini contro la musica assolutamente degni di nota

Antropofagus - Loving You In Decay, da No Waste Of Flesh (1999)

Insomma, se in questi anni il death metal doveva considerarsi morto, bisogna ammettere che il suo era un cadavere decisamente vivace. E proprio in questo periodo la scena mette in cantiere una nuova spinta propulsiva, che proietterà il death dritto dritto nel nuovo millennio.
Ultima modifica di Leadingtherats il 08 mar 2013 12:17, modificato 1 volta in totale.
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 29 lug 2011 17:31

5) 2000-2005: FRACTURED MILLENNIUM (Courtesy of Hypocrisy)

All'alba del nuovo millennio il death metal ricomincia a macinare duro, sia a livello quantitativo che qualitativo.
Francamente, la cosa ha sorpreso anche me medesimo: me ne sono reso conto solo redigendo questa mia piccola storia. Quando ho ordinato per data i vari album che ritenevo più interessanti, ecco che i lavori usciti in questo lustro hanno raggiunto una mole che non mi aspettavo, costringendomi ad operare qualche taglio doloroso ma indispensabile per l'economia della esposizione. E quanti disconi son venuti fuori in questo periodo!

Tuttavia, proprio questi anni rubano al death la sua anima più radiosa. Il 13 dicembre 2001, per le conseguenze di un tumore, muore Chuck Schuldiner, padre, profeta e assoluto protagonista del death metal e, a mio modesto avviso, il più grande musicista della storia del metal tutto. Così tante parole sono state versate su questa perdita che ogni altra è superflua. Mi limito a proporne un ricordo.

Death - Voice Of The Soul, da The Sound Of Perseverance (1998)

Allora, dopo questo doveroso omaggio asciughiamoci le lacrime, scorriamo un po' la lista dei dischi e vediamo di organizzare un discorso coerente...
... ecco, ci sono.

C'è chi ritorna.
Alcune bands che si erano sciolte tornano dal mondo dei morti per offrire al nuovo secolo ancora un sussulto, uno spasmo come di cadaveri che improvvisamente si contraggono in un tardivo rigor mortis. Non è ancora scoppiato il morbo della reunionite, ma già se ne avvertono i prodromi.

Tornano ad esempio i Merciless, con l'omonimo, ottimo album, del quale non ho trovato il mio pezzo preferito (ma anche questa spacca)

Merciless - Fallen Angels Universe, da Merciless (2003)

E tornano anche i Nocturnus.
Questa prendetela solo come notizia di cronaca, poi dimenticatevela pure.
Il che significa: NON ascoltate il disco. Ricordateveli com'erano, datemi retta.

Sì, maremma cignala impestata, io l'ho comprato.

Ma torna anche chi in realtà non se ne era mai andato.
Ovvero, bands che dopo gli anni d'oro avevano sfornato dischi decenti, o magari indecenti, o persino belli, ma che mai avevano ravvivato gli antichi splendori. Ed ora, come inebriati da una seconda primavera, rispolverano tutta la loro classe, riaffilano le loro armi ed irrompono sulla scena con lavori da paura.

Primi su tutti, i miei Atrocity, che la abbozzano con le loro tamarrate inaudite e mi sconvolgono con quel miracolo di death sinfonico che è Atlantis. La prima, Reich Of Phenomena, è semplicemente meravigliosa, ma porcatroia hanno rimosso il link! Che nervi!

Atrocity - Apocalypse, da Atlantis (2004)

Poi gli altrettanto miei Entombed, che dopo l'agghiacciante (in negativo) Same Difference e il decente Uprising tornano a livelli elevatissimi con Morning Star

Entombed - Bringer Of Light, da Morning Star (2001)

E poi gli Hypocrisy, i quali erano rimasti su buoni livelli ma erano scivolati verso un melodeath accattivante ma facilino; e che invece estraggono dal cilindro Virus, senz'altro uno dei migliori album della loro discografia

Hypocrisy - War-Path, da Virus (2005)

Domanda: può parlarsi di ritorno anche per una band nuova di zecca? Secondo me sì, se la band in questione si chiama Bloodbath. Si tratta infatti di una all star band, nella quale si avvicendano augusti personaggi della scena svedese desiderosi di rinverdire il glorioso passato della scuola di Stoccolma. Qualche nome: Akerfeldt degli Opeth, Tagtgren, Dan Swano. Gente "su", insomma, che torna ad uno swedish death old school, alquanto "compresso" ed incattivito in ossequio alla modernità. Il risultato è a dir poco micidiale, e pone i Bloodbath (secondo me) al vertice della scena death svedese odierna.

Bloodbath - Mass Strangulation, da Resurrection Through Carnage (2002)

Vale poi la pena tornare a visitare un paio di posticini che già avevamo menzionato in precedenza.
Tipo il Quebec, dove prosegue la maturazione della scena, e vengono fuori un paio di dischi da paura, destinati ad imporsi quali classici del nuovo millennio.
Uno è From Wisdom To Hate, secondo ed ultimo capolavoro dei menzionati Gorguts

Gorguts - Elusive Treasures, da From Wisdom To Hate (2001)

L'altro è Trilateral Progression, culmine della produzione dei Neuraxis (che, sia detto per inciso, negli album successivi non arriveranno neppure ad avvicinarsi a tali eccelsi livelli). Questo pezzo è una delle mie canzoni preferite in assoluto.

Neuraxis - The Apex, da Trilateral Progression (2005)

E facciamo una capatina anche in Polonia. Qui i Behemoth, grazie anche ad una spaventosa attitudine live, proseguono la loro inarrestabile ascesa, ed altri gruppi iniziano a fare sul serio. Si segnalano in particolare Hate e Decapitated, la cui costante maturazione darà ottimi frutti nel quinquennio successivo.
Valgono invece una immediata menzione gli Atrophia Red Sun, meteora nel cielo del death metal polacco. Dopo un debut album di insulso melodeath pubblicano Twisted Logic, nel quale cambiano radicalmente rotta proponendo un death "futuristico" che impinge ampiamente nell'industrial più acido. Gran disco, che però sarà purtroppo il loro ultimo lavoro.

Atrophia Red Sun - Code Word (Personal) Cold World, da Twisted Logic (2003)

Pure la Norvegia, tradizionale regno del black metal, sforna alcune apprezzabili death metal bands. Una, purtroppo, autrice di un solo (ottimo) album: i Criterion.
Oh, ho trovato solo questo video.

Criterion - Denial, da The Dominant (2005)

Un'altra ben più duratura: trattasi dei cattivissimi Blood Red Throne

Blood Red Throne - Unleashing Hell, da Affiliated With The Suffering (2003)

Un'altra ancora invece, ahimé, si è recentemente sciolta. Sono (anzi, erano) gli Zyklon dell'ex Emperor Samoth, un incrocio bastardissimo tra death, black e industrial. Veramente notevoli, e ora spariti. Peccato.

Zyklon - Transcendental War: Battle Between Gods, da World Ov Worms (2001)

Fin qui siamo rimasti in territori ben noti: salvo qualche eccezione, abbiamo menzionato ed ascoltato bands vecchiotte o comunque abbastanza tradizionali. Ma qualcosa sta cambiando, un vento nuovo sta soffiando: il death metal aggira la boa del nuovo millennio abbracciando un nuovo Zeitgeist, ed esce dal suo impasse ESAGERANDO.
Il motto dei gruppi emergenti di questo periodo pare essere: "tutto più estremo". Complici (credo) le nuove tecnologie, si inizia a suonare ancora più veloce, ancora più tecnico, con suoni ancora più pesanti ed ultracompressi e bassi ancor più sparati. Le bands ricercano un muro sonoro impenetrabile e/o una intensità mostruosa e/o una quantità esagerata di note eseguite a velocità sperimentate soltanto dalla NASA. Più spesso, tutto ciò tutto assieme. Risultato: in confronto, ciò che una volta veniva definito "brutal death" suona come un quartetto d'archi di Fauré.

Tra i più influenti interpreti di questo che potremmo definire "ultra-death" sono i Nile, band americana nel passaporto, egizia nell'anima. Attivi già dalla fine del secolo scorso, con i loro lavori si candidano a band di riferimento nella scena death mondiale di questi anni. Il loro death è violento, velocissimo ed ultratecnico, e caratterizzato da riffs ed elementi orientaleggianti montati su ritmiche di spaventosa intensità.

Nile - Sacrifice Unto Sebek, da Annihilation Of The Wicked (2005)

Altra band protaginista di questo new deal del death metal sono gli ottimi Origin, anch'essi americani

Origin - Portal, da Informis Infinitas Inhumanitas (2002)

Poi i Misery Index, altra band made in USA, veramente validissima e contigua al rutilante mondo del grindcore

Misery Index - Angst Isst Die Seele Auf, da Retaliate (2003)

E pure gli Hate Eternal dell'ex-Morbid Angel (e si sente) Erik Rutan, autori tra l'altro del grandioso I, Monarch

Hate Eternal - It Is Our Will, da I, Monarch (2005)

Meritano altresì una menzione i brutallari belgi Aborted

Aborted - Sanguine Verses (... Of Extirpation), da Goremageddon: The Saw And The Carnage Done (2003)

Ovviamente ho nominato solo quelli che mi piacciono di più; ma altri millemila gruppi cominciano a suonare così, allo spasimo. Alcuni perfino troppo. Troppo veloci, troppo pompati, trooooppo tecnici, e poco ispirati. Tipo, a mia memoria, gli Psycroptic. O i Beneath The Massacre, che si affacciano alle scene proprio alla fine di questo lustro, e la cui musica suona (mi autocito) come un flipper durante il multiball. Vabbé, pazienza: è il nuovo death metal, baby, o bere o affogare.

C'è anche altro. Ad esempio, c'è un discreto fermento in ambito death sinfonico. Abbiamo già parlato dello strepitoso Atlantis degli Atrocity; ecco, in giro c'è qualche altro gruppetto che fa decisamente della buona roba.

Partiamo con gli italianissimi Dark Lunacy, davvero tanto, tanto bravi

Dark Lunacy - Stalingrad, da Devoid (2000)

Poi anche gli svedesi The Project Hate MCMXCIX, sinfonici con una riconoscibile vena elettronica/industriale, dei quali apprezzo molto Armageddon March Eternal (gli altri mi risultano un po' pallosi, a lungo andare)

The Project Hate MCMXCIX - At The Entrance To Hell's Unholy Fire, da Armageddon March Eternal (2005)

E i greci Septicflesh (prima era scritto Septic Flesh, staccato). Questi sono in giro addirittura dai primi anni '90, ed hanno fatto anche dei gran bei dischi; ma è in questi anni che affinano le loro grandiose orchestrazioni e sfornano quello che a mio avviso è il loro capolavoro, Sumerian Daemons. E' il punto più alto della loro produzione, ma i due album successivi (uno dei quali recentissimo) non ci vanno mica tanto lontani: signori, siamo in presenza di una grande band.

Septicflesh - Virtues Of The Beast, da Sumerian Daemons (2003)

Ed eccoci all'angolo delle chicche. Meteore che si sono accese e subito spente, ma non senza lasciare una scia luminosa nel firmamento del death metal.
Boia, che poeta che sono. Quasi quasi mi commuovo.

Via con gli svedesi Theory In Practice. Formidabile technodeath band dalla Svezia. Due ottimi album, poi Colonizing The Sun, il loro ultimo disco prima dello scioglimento, che fa addirittura gridare al miracolo

Theory In Practice - Colonizing The Sun, da Colonizing The Sun (2002)

Poi, i cechi Lykathea Aflame. Progressive death/grind: definizione quasi folle, ma è l'unica che si attagli al loro unico, incredibile, stupefacente album Elvenefris.

Lykathea Aflame - A Step Closer, da Elvenefris (2000)

Meritano una menzione anche gli svedesi Luciferion che, quasi dieci anni dopo il loro mediocre debut, sfornano l'ottimo The Apostate, prima di sciogliersi definitivamente

Luciferion - New World To See, da The Apostate (2003)

Tanti, troppi ne ho tagliati o dimenticati: il primo lustro del nuovo millennio è stato senz'altro un periodo straordinariamente prolifico per il death metal.
Ultima modifica di Leadingtherats il 03 ago 2011 15:05, modificato 1 volta in totale.
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Leadingtherats il 03 ago 2011 15:03

6) 2005-2011: WHERE DEATH IS MOST ALIVE (Courtesy of Dark Tranquillity)

E negli ultimi tempi? Il death metal è ancora vivo? C'è stato, o c'è tuttora, qualcosa di degno di essere ascoltato?
C'è, c'è. Basta che il deathster dei giorni d'oggi cerchi bene. E si sappia anche un po' accontentare.

Cosa c'è in giro ultimamente?
Innanzitutto, ciò che potremmo definire "il vecchio che avanza".
Attualmente pare che la gente abbia di nuovo voglia di death metal old school (una tendenza, questa, che la scena death pare avere in comune con quella thrash). Pertanto, si stanno moltiplicando in maniera quasi preoccupante le reunion di bands sciolte da anni e anni, che evidentemente sono state sopraffatte dalla voglia di tornare a cavalcare l'onda (e, incidentalmente, di farsi un po' di vacanze gratis in giro per festival europei).
Tra i primi redivivi vanno annoverati Carcass ed At The Gates, i quali tuttavia hanno limitato la loro rentrée alla attività live. Analoga scelta hanno poi fatto altre bands, quali ad es. i Morgoth. Qualche gruppo, invece, è tornato alle scene con maggior decisione, rimettendosi a pubblicare dischi.
In taluni casi, la scelta non ha fruttato risultati esaltanti (per usare un eufemismo). Penso soprattutto agli Asphyx, agli Atheist, ai Pestilence (il secondo soprattutto fa piuttosto caa').

In altri casi, invece, ne è venuto fuori qualcosa di più che dignitoso, come l'ultimo dei Desultory

Desultory - This Broken Halo, da Counting Our Scars (2010)

quando non proprio ottimo, come l'album di ritorno degli Unanimated (occhio, questa è parecchio blackeggiante!)

Unanimated - Diabolic Voices, da In The Light Of Darkness (2009)

E sono tornati anche i Cynic, ma ormai hanno ben poco (anzi, pressoché nulla) a che vedere col death. Tuttavia, voglio comunque citare il loro straordinario Traced In Air, uno dei più bei dischi degli ultimi anni.

Cynic - King Of Those Who Know, da Traced In Air (2008)

Per completezza: no, non ho ancora ascoltato il nuovo degli Autopsy, ma l'EP mi aveva sdubbiato parecchio.
Sempre per completezza: sto attendendo con la bava alla bocca l'annunciato ritorno dei Gorguts. Nonché dei nostrani Antropofagus, visti recentemente live (con profondo godimento, aggiungo).

Ma tra il vecchio che avanza vanno annoverate anche quelle antiche e gloriose bands che non hanno praticamente mai smesso di sfornare dischi, e che in questi ultimi anni si sono confermate su livelli di assoluta eccellenza.
E' il caso dei pluricitati Hypocrisy, con il loro recente (ed assai apprezzato) A Taste Of Extreme Divinity

Hypocrisy - Taste The Extreme Divinity, da A Taste Of Extreme Divinity (2009)

e degli Immolation, con Majesty And Decay, fresca ed attualissima riedizione del miglior death metal americano dei primi '90.

Immolation - Majesty And Decay, da Majesty And Decay (2010)

Un caso a parte è quello degli Hail Of Bullets, ghenga di vecchie volpi già protagoniste della scena death olandese dei bei tempi andati che nella seconda metà degli anni 2000 si sono messe in testa di suonare un death così old school che più old school non si può. Questi vecchi ragazzi, tra i quali spiccano il leggendario vocalist ex Pestilence ed Asphyx Martin Van Drunen e l'ex batterista dei Gorefest Ed Warby, hanno tirato fuori due splendidi lavori di death vecchio stile, sporco, cattivo e condito da tematiche guerresche. Due dischi da avere, senza se e senza ma!

Hail Of Bullets - Berlin, da ... Of Frost And War (2008)

Per quanto invece riguarda il (più o meno) "nuovo", in questi anni fanno fuoco & fiamme anche le due scene "a latere" delle quali abbiamo reiteratamente parlato ed ascoltato: quella canadese e quella polacca.

La raffinatezza ultratecnica del Paese dalla foglia d'acero continua a stupire con altri mirabili album, quali...

... no, via, mi dispiace troppo non caa' di striscio i Kataklysm. Avevo detto che mi facevano schifo, ma tutto sommato, poverini, son lì a tenere botta dalla nascita della scena canadese, e in fondo una canzone quasi bellina l'hanno fatta... giù, diamo un po' di soddisfazione anche a loro.

Kataklysm - Let Them Burn, da In The Arms Of Devastation (2006)

... dicevo, altri mirabili album, quali Feeding the Abscess, culmine e (purtroppo) epilogo della carriera dei Martyr. Solo tre dischi, ma di quelli che lasciano il segno. Ho trovato solo un live, ma di gran qualità. Meglio che nulla...

Martyr - Perpetual Healing, Infinite Pain, da Feeding The Abscess (2006)

Ed è d'obbligo citare anche lo splendido secondo lavoro degli Augury, un pregiatissimo compendio di tecnica, raffinatezza e classe cristallina. Questo pezzo è di una bellezza quasi imbarazzante.

Augury - Jupiter To Ignite, da Fragmentary Evidence (2009)

Anche la scena polacca cresce, e cresce a dismisura. Dove i canadesi colpiscono in punta di fioretto, loro ci danno giù col pennato.
I Behemoth tirano la volata. Un disco dopo l'altro diventano sempre più convinti e convincenti, acquistano sempre più consensi e fans, salgono sempre più in alto nei bills dei maggiori festival d'Europa, e si candidano prepotentemente come nuova band di riferimento dell'intera scena death metal mondiale. La loro ascesa, apparentemente inarrestabile, viene momentaneamente interrotta a causa di un trascurabile malanno del cantante e leader (perché, per uno tosto come Nergal, la leucemia è giusto un trascurabile malanno); ma adesso si stanno rimettendo di nuovo in marcia, e non dubito che saranno più determinati che mai a riprendersi quel che è loro.

Behemoth - Christgrinding Avenue, da The Apostasy (2007)

I nuovi re si portano dietro i loro scudieri.
Da un lato ci sono (c'erano?) i Decapitated, che raggiunsero la consacrazione con il loro Organic Hallucinosis. Subito dopo, però, il loro cammino fu stroncato da ben più di un trascurabile malanno: un incidente stradale che coinvolse il loro tour bus si portò via il batterista Vitek, e cagionò al cantante Covan danni fisici talmente gravi che il medesimo non si è ancora ripreso. Il chitarrista Vogg, membro fondatore e fratello maggiore del defunto Vitek, dopo un comprensibile periodo di lutto e di sbandamento ha riformato la band con una nuova line up, ed ha da pochi giorni pubblicato l'album del ritorno. Operazione rischiosa, della quale conoscerò l'esito non appena avrò modo di sentire questa nuova creatura.

Decapitated - Day 69, da Organic Hallucinosis (2006)

Dall'altro lato ci sono gli Hate, che in questi anni sputano fuori due micidiali fucilate di blackened death come Morphosis ed Erebos. Due dischi favolosi per una band che sembra destinata a replicare la vertiginosa arrampicata dei Behemoth. E se lo meriterebbero proprio.

Hate - Hexagony, da Erebos (2010)

Buone nuove vengono poi dal mondo del technodeath, anche al di fuori del Canada.

Una band che inizia seriamente a imporsi è quella dei tedeschi Obscura, che raccoglie alcuni ex-Necrophagist e il dio del basso fretless, l'ex-Pestilence Thesseling (attualmente, ahinoi, uscito dal gruppo). Il loro Cosmogenesis è semplicemente da applausi.

Obscura - Incarnated, da Cosmogenesis (2009)

Conferiscono nuova linfa al sottogenere anche gli statunitensi The Faceless, band nuova nuova ed assai promettente

The Faceless - Coldly Calculated Design, da Planetary Duality (2008)

mentre a dare una bella scossa alla scena pensano i Decrepit Birth, autori del grandioso Diminishing Between Worlds, ed intelligenti emuli ed interpreti dei migliori Death (almeno in questo album; ultimamente mi pare che si siano un po' persi)

Decrepit Birth - A Gathering Of Imaginations, da Diminishing Between Worlds (2008)

Spigolando qua e là salta fuori anche qualcosa d'altro. Tipo gli svedesi Zonaria, fautori di un melodeath piuttosto commerciale, ma assai ben fatto e dotato di ottima personalità

Zonaria - Rendered In Vain, da Infamy And The Breed (2007)

E, per l'angolo delle chicche, si segnalano i russi Dominia (da me scoperti accidentalmente), con un album di ottimo symphonic death.

Dominia - The Beginning, da Judgement Of Tormented Souls (2008)

Ma la notizia più bella è che anche l'Italia è degnamente rappresentata, grazie ad un paio di gruppi in rapida ascesa.
Come gli Hour Of Penance, gruppo dedito ad un ottimo ferale technical brutal death, che si spera possa sopravvivere ai traumatici cambi di line up degli ultimi periodi

Hour Of Penance - The Woeful Eucharisty, da Paradogma (2010)

o come i sempre più lanciati Fleshgod Apocalypse, anch'essi ottimi soprattutto nella dimensione live

Fleshgod Apocalypse - Thru Our Scars, dall'EP Mafia (2010)

Due aggiunte in extremis: è uscito l'ultimo, controverso album dei Morbid Angel (beh, controverso... diciamo che fa caa' a tutto il mondo tranne che a me)

Morbid Angel - Blades For Baal, da Illud Divinum Insanus (2011)

ed è uscito anche il nuovo degli Hate Eternal. E qui non c'è un cazzo di controversia da tirar su, questo disco sfiora la perfezione. Mostruoso.

Hate Eternal - Thorns Of Acacia, da Phoenix Amongst The Ashes (2011)

Ebbene sì, lo ribadisco: c'è ancora della buona roba in giro.

A presto per il finale...
"Non ho mai ucciso nessuno che non meritasse d'essere ucciso, secondo gli standard correnti del nostro modo di vivere. Non ho mai distribuito materiale osceno da utilizzare a fini di masturbazione: ho accettato di parlare con Peter e Bax Engleking solo perché ero affezionato al loro padre, possa Dio dare pace all'anima sua, anche se era un fottuto crucco. Non uccido spettatori innocenti, perché è mitzvah, un comandamento, e io rispetto i Dieci Comandamenti, quando il lavoro me lo permette."

Meyer Harris "Mickey" Cohen
Avatar utente
Leadingtherats
Alcoholic Griller
Alcoholic Griller
 
Messaggi: 14778
Iscritto il: 30 dic 2007 02:21
Località: Firenze

Re: Death...Is Just The Beginning - Breve storia del death metal

Messaggiodi Isa il 08 ago 2011 11:41

devo essere sincera... gli at the gates non mi hanno mai convinta del tutto...
c'è una cura?
dottore, chiamate un dottore!
ISA: Gran Sacerdotessa del PRCD
Immagine
La dimensione media del pene e' di 6 pollici e la dimensione media della vagina e' 7 pollici. Questo significa che ci sono circa 100.000 kilometri di figa non usata nel mondo.
Immagine
Avatar utente
Isa
Blue Sofa Owner
 
Messaggi: 21932
Iscritto il: 13 nov 2007 00:24
Località: Helvete

Prossimo

Torna a Il Pub - Discussioni Generiche

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti