Inizio io...
Lupa
Lupa rossa,
lupa di sangue,
selvaggia,
Dea,
occhi colmi d'incantevoli infinite lacrime splendenti
si rivolgono al Cocito ed ai suoi ghiacci;
scivolano dall'empireo lucente alla misera penombra
pure, incontaminate, le stille soavi
dilaniano impietose come paladini celestiali
le nubi cineree dell'inquietudine umana
per trovare fra l'oscurità e la decadenza
le rudi labbra dell'ultimo dei meschini;
e misericordiose barattare un'esistenza immonda
col più prezioso e letale dei veleni,
l'inebriante purezza superna
che solo nel fatale istante
il mortale può accarezzare.
Già le immagini scemano, e l'udito tradisce,
già il viso immacolato della Lupa risveglia
con l'amorevole sorriso dell'amante
l'arrendevole rimpianto di uno sguardo,
del meschino assopito nella culla di frassino.
La scrissi ispirato da una donna parecchio tempo fa
