
1. Ascend with the Stench of Death
2. Retribution in Blood
3. The Endless Beyond
4. Diabolic Voices
5. In the Light of Darkness
6. The Unconquered One
7. Enemy of the Sun
8. Serpent's Curse
9. Death to Life
10. Strategia Luciferi
Che disco! Mai e poi mai avrei scommesso che gli Unanimated avrebbero saputo rinverdire i propri fasti 14 anni dopo quella perla di death svedese che era Ancient God Of Evil, e invece mi hanno clamorosamente smentito!
Come se il '95 fosse appena ieri, i nostri riprendono il discorso da dove lo avevano interrotto; e cioè dal loro sano e solido death svedese, costituito da parti di chitarra fresche ed efficaci, articolate su una prevalenza di midtempos (anche se tupatupa e blastbeat trovano comunque i loro spazi) ed accompagnate dall'ottimo half scream del cantante.
Su questa base di classico e rassicurante old school death metal si innestano (soprattutto in occasione dei ritornelli) riffs più melodici, assai orecchiabili e suggestivi, che rievocano quei tempi gloriosi e genuini della prima metà degli anni '90 in cui gli uomini erano uomini, i deathsters erano deathsters e il death melodico non era quella pappina precucinata e insipida che oggidì ci propinano alcuni gruppi (ehm... tipo... gli Amon Amarth?). Insomma, melodie sì, ma belle toste e fatte bene.
Come se non bastasse, spesso nel corso del disco emerge prepotentemente quella vena blackeggiante che ha sempre fatto parte del DNA degli Unanimated, ma che non ricordavo così ben riconoscibile in passato. Diverse parti arpeggiate di chitarra, diversi riffs taglienti, diverse modulazioni chiaramente riconducibili al black metal conferiscono ai vari brani un mood decisamente sinistro, ricordando neanche troppo da lontano i Dissection. Discorso a parte per Diabolic Voices, un pezzo dall'attitudine così puramente black che potrebbe essere benissimo stata tratta da Frost degli Enslaved!
Tutti questi ingredienti vengono miscelati con perizia, equilibrio ed intelligenza, assicurando all'album un'ottima varietà. Se a ciò si aggiungono una esecuzione che non indulge a tecnicismi eccessivi ma si fa comunque apprezzare per pulizia, ed una registrazione che riproduce fedelmente i suoni gelidi che resero inconfondibile lo swedish death nei primi '90, ecco che viene fuori un gran bell'album, che potrà piacere anche al di fuori della cerchia degli amanti sfegatati del genere. Probabilmente una delle migliori uscite dell'anno in ambito death metal.
Particolarmente degne di nota sono la già ricordata e commentata Diabolic Voices, la titletrack con il suo ritornello orecchiabile da screammare tutti insieme sotto al palco, ed Enemy Of The Sun.