
1. Valley Of The Damned
2. Hang Him High
3. Solar Empire
4. Weed Out The Weak
5. No Tomorrow
6. Global Domination
7. Taste The Extreme Divinity
8. Alive
9. The Quest
10. Tamed (Filled With Fear)
11. Sky Is Falling Down
Dopo aver tamarreggiato in giro con i Pain;
dopo aver prodotto dischi a destra e a manca;
dopo aver scroccato cene gratis ad ogni festival del cinema spacciandosi per Johnny Depp (uhm, forse questo no

finalmente Peter Tagtgren torna a pensare alle cose serie. Ovvero, a fare un nuovo disco degli Hypocrisy (gli era anche l'ora, di'ane).
Il nuovo Hypocrisy suona veramente molto Hypocrisy: è il loro solito (e solido) death metal melodico poggiato su una granitica base di accordoni molto ritmati, dai quali si diparte una profusione di twin guitars che generano dinamismo ed ottime melodie, oltre a un goccio di tastiera qua e là tanto per dare atmosfera e tenere coeso il tutto.
Il disco si snoda su una larga prevalenza di midtempos, e comunque quasi nessun brano è tirato allo spasimo: contrariamente a quanto fatto con Virus, qui Tagtgren bada più ad architettare riffs che non a scatenare violenza a piene mani. Quindi il buon Horgh, che nel ricordato album precedente aveva sgretolato le pelli della sua batteria, in questo ha modo di scaldarsi un po' solo in qualche spezzone e nella malvagissima quasi-titletrack (la migliore, secondo me), mentre per il resto si limita a fare - bene - il suo compitino.
Due parole sul cantato di Tagtgren: senza voce, il ragazzo! Svaria senza batter ciglio dal growl più marcio a uno scream talmente alto che solo a sentirlo fa venire un raschiorino alla gola. Prestazione vocale maiuscola, un valore aggiunto all'album.
Nel complesso, ogni brano del disco si fa ascoltare molto volentieri: i riffs sono tutti assai orecchiabili e riconoscibili già dal secondo ascolto, mentre i ritornelli sono talmente catchy che si memorizzano immediatamente. Ogni singolo pezzo sembra pensato apposta per far cantare il refrain alla gente in concerto

Se dovessi scegliere i tre dischi migliori degli Hypocrisy, questo non lo includerei nella terna; ciò nonostante, è indubbiamente un lavoro gradevole e ben costruito, che merita senz'altro una chance.