
1. Genesis
2. Lux Aeterna
3. Erebos
4. Quintessence of Higher Suffering
5. Trinity Moons
6. Hero Cults
7. Transsubstance
8. Hexagony
9. Wrists
10. Luminous Horizon
Un disco potrebbe essere un caso.
Due potrebbero essere una promessa non mantenuta.
Ma quando infili tre dischi spaccaculo uno dietro l'altro, allora non ci sono dubbi: sei una GRANDE band.
Gli Hate erano un discreto ed onesto gruppo death metal. Poi la miccia si è accesa con l'ottimo Anaclasis, l'incendio è divampato con il bellissimo Morphosis, ed il fuoco continua tuttora a bruciare allegramente alimentato da questo eccellente Erebos. Disco che, devo ammetterlo, a tutta prima avevo un po' sottovalutato, ma che ora considero una delle migliori uscite dello scorso anno.
Il combo polacco sforna un nuovo splendido lavoro di blackened death metal. Più death che blackened, stavolta, più Vader che Behemoth; gli Hate ispessiscono ulteriormente il loro già compattissimo sound, rendono ancora più solidi e ritmati i riffs, e demandano i riferimenti blackeggianti a sporadiche ma estremamente maligne parti arpeggiate.
Quello che stupisce di Erebos è il modo in cui i nostri eroi, pur navigando con la potenza di una rompighiaccio nel limitato alveo del loro consueto genere, riescono a sottoporre all'ascoltatore una gran quantità di differenti soluzioni, una varietà nel songwriting che rende ogni canzone ben caratterizzata e diversa da ogni altra.
Prendiamo i riffs. Solidi (come già detto), massicci, dritti alla bocca dello stomaco e pervasi dalla consueta vena oscura di stampo black; niente di particolarmente complicato, ok, ma sono veramente TANTI. Si susseguono senza posa, andando a costituire canzoni generalmente piuttosto lunghe e strutturalmente complesse, con tempi che svariano dal blastbeat più furibondo a squassanti mid-paces. E a tratti parte qualche melodia trionfale, qualche momento talmente esaltante da far ribollire il sangue. Come il ritornello di Hero Cults. O lo strepitoso tema che compare nella seconda metà di Luminous Horizon. O il finale di Hexagony, che vale da solo tutta la canzone, la quale a sua volta vale da sola tutto il disco. Il che non vuol dire che vi basta sentire Hexagony e siete a posto, sia chiaro

E prendiamo pure il drumming. A me piace in modo esagerato. Niente di troppo "spettacolare", di troppo originale; la batteria è densa, lineare e "quadrata", perfettamente funzionale all'insieme. Tuttavia, spesso si concede alcune licenze estremamente fantasiose. Meraviglioso, ad esempio, è il ricorso al blastbeat interruptus (

Ottimo pure il growl, melmoso e potente, un po' alla Nergal.
Gran disco, questo Erebos. Diretto e granitico, ma allo stesso tempo vario e dinamico, ed illuminato da numerosi spunti di autentica grandiosità. Ribadisco: ormai non residua alcun dubbio, gli Hate sono una GRANDE band.
Brani migliori: Lux Aeterna, Hero Cults (col suo attacco quasi à la Morbid Angel), Wrists (la più blackeggiante), Luminous Horizon, e soprattutto Hexagony.