
1. Liberation
2. Semblance In Black
3. Dismembered Mind
4. Ridden With Belief
5. Conquerer
6. Outcast
7. Sexual Mutilation
8. Bloodtrail
9. Burial Ground
Ed eccoci alle prese con il nuovo album dei Grave.
Cioé, "nuovo"... si fa per dire...
I Grave sono stati tra i pionieri e fondatori della scuola death metal svedese, contribuendo in maniera determinante ad "inventarne" e definirne il sound più di venti anni fa. Ora tornano alla ribalta con questo nuovo lavoro, in cui... attualizzano, rielaborano e traspongono ai giorni nostri la grande tradizione che hanno alle spalle, come hanno fatto ad es. Immolation e Unanimated nei loro ultimi, splendidi lavori?
No.
Ora tornano alla ribalta con questo nuovo lavoro, in cui suonano ESATTAMENTE come venti anni fa, pari pari. Composizione semplice semplice, riffs più che classici (caratterizzati dal consueto unisono degli strumenti), drumming squadrato con profusione di tupatupa, e quel suono di chitarra "grasso" e pesante che caratterizzava le prime uscite del combo svedese. Complimenti per la coerenza, ragazzi, ma...
... c'è davvero bisogno di un disco del genere nell'anno 2010?
Come si può pretendere di suonare come nel 1990, senza un briciolo di evoluzione, di cambiamento, di novità? In primo luogo, se anche i riffs fossero validi, si tratterebbe comunque di roba sentita e risentita. In secondo luogo, spesso i riffs NON sono affatto validi, poiché un gruppo di ventenni arsi dal fuoco interiore del neonato death metal è senz'altro mille volte più ispirato di un gruppo di ultraquarantenni che scimmiottano i propri lavori del secolo scorso.
E questo è proprio il caso di Burial Ground, disco decisamente piatto, noioso, ripetitivo, che tenta di citare You'll Never See e Soulless senza però andarci neanche vicino.
Unici momenti di interesse: la titletrack, col suo incedere doomeggiante, e soprattutto Dismembered Mind; entrambe, tuttavia, davvero troppo prolisse.
Insomma: va bene la tradizione, va bene l'old school, va bene "ah, il buon vecchio death di una volta..."; ma a tutto c'è un limite. L'autoscopiazzatura è un peccato mortale, e i Grave ci sono cascati con tutte le scarpe.
Disco inutile. Lasciatelo perdere e riascoltatevi i loro primi lavori, quella sì che è roba buona.