Insomma, niente di nuovo sotto il sole. E per fortuna! A un gruppo come i Bloodbath nessuno chiede una qualche evoluzione, devono soltanto continuare a spaccare tutto in vecchio stile! E lo fanno, eccome, anche con questo nuovo lavoro.
Lavoro che, dicevo, si colloca nella linea generale dei suoi predecessori, smentendo le supposizioni secondo le quali questa ultima fatica sarebbe invece stata un autentico carnaio al pari del terrificante EP di qualche mese fa. E invece trattasi semplicemente della consueta, salutare e benefica badilata sui denti.
In tale disco i nostri si confermano per quello che sono sempre stati: una prolifica macchina da riffs. Ne sparano uno dietro l'altro, e (quasi) tutti sono talmente efficaci da infilarsi dritti in mezzo agli occhi dell'ascoltatore senza lasciare foro d'entrata, per poi rimanere nel cervello del medesimo a suppurare: mi sono ritrovato a mandarmeli in onda mentalmente in loop per ore ed ore!

L'album ha tutto: varietà, tiro, musicalita, e quella ragionata violenza che rappresenta il marchio di fabbrica dei Bloodbath. A voler fare i precisini, è innegabile che qua e là vi sia qualche momento di stanca, ma il livello generale è comunque molto elevato. Sopra la media troviamo la opener (una bella mazzata di benvenuto), la cupissima Iesous, la splendida Treasonous (forse uno dei loro pezzi migliori), Slaughtering the will to live, la micidiale Drink from the cup of heresy con il suo ritornello così svedese che più svedese non si può.
Un altro gran disco, che (a mio IMmodesto parere) ribadisce la assoluta supremazia dei Bloodbath sulla scena death metal svedese.