1. Crazy
2. Live To Die Another Day
3. Babylon's Burning
4. Burn (Deep Purple cover)
5. Into The Fire
6. Thunder Red
7. Seas of Fire
8. Godless Run
9. Promised Land (Chuck Berry Cover)
Ho sentito questo disco unicamente per onor di firma, giusto perché non si può non dare un ascolto, anche solo veloce, a un album degli W.A.S.P.
Ebbene, ho avuto il sorpresone: Babylon è un ottimo lavoro!
E non pensiate che questa valutazione positiva venga sull'onda emotiva del concerto che mi sono visto qualche giorno fa: è ormai da un po' che mi covo questa recensione
Non ho bisogno di specificare che tipo di musica facciano gli W.A.S.P. perché qui li conosciamo tutti. Vero?
Ecco, qui Blackie e soci propongono il loro classico heavy metal molto ammmericano (ecco, l'ho specificato
), ma lo fanno con una freschezza ed un'energia sorprendente, ed il risultato è un disco che fila via così bene che neanche te ne accorgi, salvo poi canticchiarti le canzoni sotto la doccia.
Ci sono un po' tutti gli W.A.S.P.: dai riffs ruvidi e diretti degli esordi, alle parti più lente ed intimistiche, ai riffettoni "doppiati" dalla tastiera e rinforzati da rullatone di batteria alla The Crimson Idol. E, ovviamente, c'è quella inossidabile voce, attualmente un po' più bassa e un po' più "oscura", ma che mantiene inalterato il suo fascino.
E quindi ecco che si incontrano due gran bei pezzi di heavy classico come Crazy e Babylon's Burning, coi loro ritornelli ultraorecchiabili da urlare a squarciagola sotto il palco (come effettivamente ho fatto
); una cavalcatona da headbanging come Seas Of Fire, forse la migliore, che non sfigurerebbe su The Crimson Idol al posto di Doctor Rockter; Into The Fire e Godless Run, due ballate come sanno fare gli W.A.S.P., di quelle che partono dolenti e un po' melense ma poi ingranano su chitarroni cupi ed epici (presente Sleeping In The Fire? Ecco, così); ed anche i pezzi un po' più deboli del disco, Live To Die Another Day e Thunder Red, hanno dei refrains gradevolissimi che ti ricordi già dopo il primo ascolto.
Due parole sulle covers. Burn... se non avessi letto che era dei Deep Purple, non l'avrei mai detto! Gli W.A.S.P. la hanno reinterpretata così bene che sembra un pezzo tirato fuori di peso dai loro primi dischi! Quanto a Promised Land, è totalmente fuori contesto, ma è davvero divertente sentire i riffs rock'n'roll di Chuck Berry "metallizzate" a dovere e Blackie che gigioneggia impostando la voce quasi ad imitazione di Elvis
Erano anni e anni che gli W.A.S.P. non tiravano fuori un disco così ben fatto, energetico e grintoso: piacevole e coinvolgente con alcuni momenti memorabili, Babylon è la prova tangibile che il vecchio Blackie Lawless ha ancora la capacità di sorprenderci.