
eccoci, finalmente.
questo è un disco degno di un amarcord lungo - almeno per quanto mi riguarda - quanto un best-seller di stephen king.
sono passati 7 anni quasi dal precedente album in studio. quel giorno del novembre 2003 esisteva ancora un negozietto metal ad arcore chiamato 'metalmorphosis'. non so più che fine abbia fatto la proprietaria - roberta il suo nome - ma ricordo bene che fosse tanto carina quanto indisponente. porca puttana... un po' di allegria non avrebbe guastato! non ho comprato molti dischi lì, ma quei pochi furono decisivi... opeth [still life], amorphis [tuonela, la ristampa nuclear blast masterizzata male con 2 secondi di silenzio tra una traccia e l'altra, tanto che lo feci cambiare con...], spiritual beggars [mantra iii], the gathering [how to measure...], dark tranquillity [haven], e ovviamente anathema [afdte].
quel giorno pioveva, il metalmorphosis aveva da poco inaugurato un sito con vendita online e il prezzo mi sembrava onesto - tipo sui 16-17 euri - per un digipack in edizione limitata. quindi al ritorno, nonostante il maltempo, passo da arcore per comprare il disco... 19 fottuti euro! "eh sì, il prezzo sul sito è riferito alla vendita online"... ma li mortacci!
beh... se non altro mi rifeci l'anno successivo, quando nel febbraio 2004 suonarono al transilvania live ed entrai gratis per aver vinto un concorso tramite webzine. concerto bellissimo - di quelli da 20 brani per 2 ore circa - nonché fine temporanea di un'era...
nel dicembre 2004 danny & vincent passarono nuovamente a milano, nuovamente al transilvania per un tour acustico. chitarre, tastiere e violoncello, suonato da david wesling. non c'è un cazzo da fare, a me gli anathema piacciono in veste elettrica... anche se poi mi sono in parte ricreduto.
il tempo passa, gli anni passano - sigh! - e nel frattempo vengono pubblicati dvd e raccolte, news sul sito da parte di danny, qualche nuova registrazione ogni tanto e così via.
gli anni passano, centinaia di gruppi pubblicano migliaia di dischi, ma quando ritornano sulle scene gruppi come questo - insieme a nevermore e pain of salvation - ci si accorge che alla fine ascoltare altra roba è stato semplicemente un modo come un altro per ingannare l'attesa. non ci sono cazzi, è come
nel 2005 i porcupine tree pubblicano deadwing, e si portano gli anathema in tour. li vidi per 3 giorni filati in germania, per poi tornare in italia, nuovamente al transilvania live. siamo tipo alla trentesima riga e ancora non sono arrivato a questo we're here...
beh che diamine. altri concerti meravigliosi ci sono stati, e qualcuno forse mi conoscerà come organizzatore delle venute italiche degli antimatter - la seconda volta con l'ex-anathema duncan patterson - e di danny cavanagh solista. nel 2008 fu anche pubblicato l'acustico hindsight, disco che cominciai ad apprezzare per la prima volta mentre camminavo di notte per le strade di eindhoven, dove il 31 agosto vidi appunto gli anathema suonare in piazza for free a quanto restava di un ex leggendario dynamo open air.
che steven wilson avrebbe mixato il disco si sapeva da tempo immemore. il problema era quando sarebbe riuscito a farlo, poiché tra i miliardi di impegni suoi e quelli degli anathema, che da soli o insieme hanno comunque continuato a suonare sempre e ovunque, è stato difficile trovare un'intesa.
ora che il disco è tra le mie mani, dico grazie a SW per il sapiente mixaggio, ma chiaramente l'opera è anathemica al 100%. giusto per non definire il disco "quello con SW", piuttosto quello che la band ha atteso 7 fottuti anni prima di pubblicare!
chiaramente il lato più introspettivo, acustico e le influenze post-rock maturate nel tempo si sentono... essendo stata l'attesa tanto lunga, le aspettative sono chiaramente enormi. e ad un primo sommario ascolto si ha l'impressione che we're here... sia una gran presa per il culo. insomma... uno aspetta 7 anni per questo?
ma come spesso accade, si tratta - almeno per me - di qualcosa che molto lentamente viene assimilato, e apprezzato. non cerco di farmelo piacere... brani come hindsight e a simple mistake li conoscevo - e adoravo - già in quanto suonati spesso dal vivo, e su disco sono ancora più belli, in quanto arrangiati in maniera meravigliosa. john douglas, dopo la parentesi afdte firmata praticamente dal solo danny, torna a firmare due brani, di cui uno è forse il più bello in assoluto, universal. le fotografie dell'artwork sono state scattate dal terzo fratello, il bassista jamie. e questo mi ricorda quando ebbi occasione di parlargli al termine del concerto di lione nel novembre 2008, mi disse che le foto di hindsight le aveva fatte lui con la sua canon eos 350d...
chi odia le voci femminili non si spaventi, la presenza di lee douglas è preziosa ma comunque marginale, e la presenza di ville valo degli HIM è a quanto pare... inesistente! traccia non ce n'è sulle note del booklet, e nel disco non si sente proprio. a volte ci si impunta su delle minchiate, e questo impedisce di contemplare il - bellissimo - quadro d'insieme.
non dò voti, non mi pronuncio in quanto capolavoro o meno, sarebbe inutile. ma we're here... conferma gli anathema tra le mie band preferite di sempre, e tra le migliori che la scena metal - da cui si sono staccati ormai da tempo - abbia mai partorito. difficile dire se sarebbe stato possibile fare di meglio...