La Santa Sede chiede e ottiene la censura di un programma tv in Israele
Oscurato un programma in cui «venivano ridicolizzati con immagini blasfeme Gesù e la Vergine Maria»
CITTÀ DEL VATICANO - Dopo la revoca della scomunica del vescovo lefebvriano Williamson e a pochi giorni dall'annuncio della visita del Papa in Israele, un nuovo scandalo rischia di incrinare i rapporti tra il Vaticano e Gerusalemme. La provocazione arriva dalla tv privata Channel 10, e in particolare dal programma «The Tonight Show» del comico Lior Shlein. In una puntata di qualche giorno fa (intitolata «Like a Virgin») Shlein ha preso di mira la Madonna e Gesù, con gag pseudo comiche e «scoop» del tipo: «Maria non è vergine, anzi è andata a letto con un sacco di uomini...» (video). Immediata la reazione della Santa Sede, che ha chiesto (e ottenuto) la censura del programma in cui - si legge nel comunicato - «venivano ridicolizzati con parole e immagini blasfeme il Signore Gesù e la Beata Vergine Maria».
LA DENUNCIA DEI VESCOVI - La protesta è partita dai cattolici di Terra Santa, spiega la nota vaticana, e il governo israeliano ha preso provvedimenti. «Le autorità governative, subito interessate dal Nunzio apostolico, hanno prontamente assicurato il proprio intervento al fine di interrompere tali trasmissioni e ottenere pubbliche scuse dalla stessa emittente». Il comunicato deplora «come vengano offesi in modo così grave proprio dei figli di Israele, quali erano Gesù e Maria di Nazareth». I vescovi cattolici di Terra Santa hanno condannato l’episodio, parlando di «offese orribili» e «attacchi ripugnanti». La nota è firmata da dodici leader religiosi, tra cui il patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal e l’emerito Michel Sabbah, il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa e monsignor Elias Chacour, arcivescovo greco-melchita di Akka.
«OFFESA AI CRISTIANI» - Anche Daniel Rossing, direttore del Jerusalem Center for Jewish-Christian Relations, attacca la trasmissione parlando di «deplorevole attacco al cuore della fede cristiana» e di «offesa ai cristiani di tutto il mondo e specialmente alla minoranza in Terra Santa». «Fatti del genere non possono essere giudicati come isolati e riguardanti solo uno sparuto gruppo di gente ignorante o un canale tv, ma piuttosto è un'ulteriore manifestazione di disprezzo per il cristianesimo nella società ebraica israeliana - dice Rossing al Sir (Servizio informazione religiosa) -. Per quanto a qualcuno potrebbe sembrare comprensibile, anche alla luce della storia triste dei rapporti ebraico-cristiani e del caso del vescovo Williamson, questo atteggiamento è deplorevole e offensivo dei cristiani e rappresenta una minaccia per i cristiani locali e per la società ebraico-israeliana». Un atteggiamento che, secondo Rossing, non si limita al programma di Channel 10 e che andrebbe estirpato con un «lavoro educativo a lungo termine».
http://www.corriere.it/esteri/09_febbra ... aabc.shtml