E' fondamentale per lo sviluppo mnemonico, linguistico e persino motorio dei bambini
BOSTON (USA) – Maria ha sei anni e mezzo, frequenta la prima elementare, ma è arrivata a scuola che già conosceva, e amava, i libri. La favola prima della nanna c'è sempre stata, possibilmente a voce alta, mostrandole le figure, spiegando i significati delle parole difficili, lasciando che a voltare pagina fossero direttamente le sue manine. E tutti quei racconti, sera dopo sera, sono stati molto più preziosi di quanto il senso comune possa suggerire. Lo sostiene uno studio guidato dal professor Barry Zuckerman, del dipartimento di pediatria della Boston University, da sempre convinto che i bimbi siano nati per leggere e che il primo incontro con il libro debba avvenire nella primissima infanzia, altrimenti è già troppo tardi perché scoppi il vero amore per la lettura.
IL RACCONTO DELLA BUONA NANNA - La favola serale, possibilmente illustrata e letta a voce alta, discutendone con i bambini, offre infatti una molteplicità di stimoli sensoriali: visivi, uditivi, tattili, cinetici. Inoltre i genitori leggendo utilizzano un linguaggio più complesso e più adatto a cogliere le possibilità di rapporto verbale che il testo sollecita nel bambino. La memoria infine viene allenata molto dalla lettura, che a sua volta stimola una partecipazione attiva e uno sviluppo della capacità di giudizio. "Il mio obiettivo consiste nel lavorare affinché l'importanza del leggere le favole ai bambini diventi parte della pratica pediatrica così come lo è informare i genitori in merito alle vaccinazioni": così si era espresso qualche anno fa il professor Barry Zuckerman.
IL PIACERE DELLA LETTURA – Ma la condizione essenziale che i ricercatori hanno sottolineato nello studio, pubblicato sul giornale Archives of Disease in Childhood, è che l'incontro con la lettura avvenga in età precoce. Il libro deve essere una sorta di imprinting per regalare tutti i benefici spiegati dagli esperti. In buona sostanza i bambini imparano ad amare il libro perché lo hanno condiviso con qualcuno che amavano e che li amava. In questo modo sarà sempre un oggetto in grado di evocare loro un'esperienza conoscitiva, ma anche emotiva e persino affettiva.
a me lo facevano sempre...

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