Niente più minareti in Svizzera. I quattro esistenti - che nella regione già svettano incongrui, quantomeno sotto il profilo natural-paesaggistico, tutto vallate verdi, mucche al pascolo e laghi alpini - bastano e avanzano. Questo hanno detto gli abitanti della Confederazione in un referendum che segna un punto di svolta, in Europa, verso quell'atteggiamento di rassegnata condiscendenza, se non di totale appeasement nei confronti di una cultura che punta a mutare i connotati storico culturali di un continente.
Al referendum promosso dalla destra nazional-conservatrice hanno detto sì il 57,5 per cento dei votanti. Solo in quattro Cantoni su ventisei - Basilea città, Vaud, Ginevra e Neauchatel - ha prevalso il no. A sorpresa, e contro tutti i sondaggi (per non dire della volontà del governo, che aveva fatto campagna contro la proposta referendaria) vince dunque il no. In virtù della vittoria dei sì verrà dunque modificato l'art.72 della Costituzione, che regola le relazioni tra lo Stato e le confessioni religiose. Nessuno, tuttavia, pensi a propositi liberticidi in tema di libertà religiose. «L'odierna decisione popolare riguarda soltanto l'edificazione di nuovi minareti - mette le mani avanti il ministro della Giustizia Eveline Widmer-Schlump - e non significa un rifiuto della comunità dei musulmani, della loro religione e della loro cultura». Sarà. Resta il fatto che da oggi in poi, in Svizzera, di nuovi minareti non se ne vedranno.
Soddisfazione, naturalmente, nel campo conservatore che ha promosso il referendum. «Per anni - ha detto Walter Wobmann, presidente del comitato promotore dell'iniziativa referendaria - il malcontento della popolazione per la costruzione di minareti non ha potuto esprimersi». Nessuno naturalmente vuol vietare ai musulmani (in Svizzera sono 400mila, il 5% della popolazione, ndr) di pregare nelle loro moschee. Quelle che da oggi in poi, grazie alla volontà dei cittadini dovranno essere vietate, si sostiene nel campo conservatore, sono alcune aberrazioni del costume islamico che collidono con le leggi europee, come il burqa, i matrimoni forzati e le mutilazioni sessuali. Il no ai minareti non è un no al diritto di preghiera per i musulmani, ha esplicitamente affermato il parlamentare Oskar Freysinger dell'Unione democratica di centro (Udc), tra i promotori del referendum. «Il divieto dei minareti rappresenta un messaggio. La società civile vuole mettere un freno agli aspetti politico-giuridici dell'islam», ha detto Freysinger. Il Partito popolare svizzero aveva raccolto 100mila firme in un anno e mezzo per ottenere che la questione fosse sottoposta a referendum sulla base dell'assunto che l'erezione di torri o torrette collegate alle moschee fosse il simbolo di una rivendicazione di potere politico-religiosa.
«Sorpresa e delusione», naturalmente, da parte dell'Organizzazione della conferenza islamica (Oci): «Ci aspettavano un rifiuto massiccio», ha detto l'ambasciatore dell'Oci a Ginevra, Babacar Ba. Di risultato «catastrofico» parla l'intellettuale musulmano Tariq Ramadan, nipote del fondatore dei Fratelli musulmani e cittadino di Ginevra. Preoccupata anche la posizione della Conferenza dei vescovi: la vittoria del sì al referendum è «un ostacolo sulla via dell'integrazione e del dialogo interreligioso». La Confindustria elvetica ha invece detto di temere eventuali misure di boicottaggio da parte dei Paesi musulmani.
http://www.ilgiornale.it/esteri/sorpres ... comments=1
E se non vi va bene questa fonte perchè è il giornale.. o mio diooo
referendum
La Svizzera dice no ai minareti
e sì all'esportazione di armi
Passa a sorpresa, con il 57% dei voti, l'iniziativa promossa dalla destra nazional-conservatrice
MILANO - La Svizzera dice no ai minareti. A sorpresa, l'iniziativa per il bando dei simboli religiosi musulmani è stata accettata al referendum con il 57% dei voti. In base ai risultati ufficiali, solo quattro dei 26 cantoni che formano la Confederazione hanno respinto la proposta avanzata dal partito della destra populista dell’Udc e della destra cristiana dell’Udf. Data la maggioranza sia degli elettori che dei cantoni, il voto comporterà quindi la modifica dell’articolo 72 della Costituzione, che regola i rapporti fra lo Stato e le confessioni religiose: il divieto della costruzione dei minareti vi verrà inserito come una misura «atta a mantenere la pace fra i membri delle diverse comunità religiose». Il risultato viene considerato dagli analisti come una grande sorpresa, giacché contraddice i sondaggi che davano il «no» al 53%; inoltre, sia il governo che l’opposizione - come le principali comunità religiose - si erano espressi contro l’approvazione del referendum. I musulmani, che sono il 5% della popolazione elvetica, dispongono di circa 200 luoghi di preghiera in Svizzera, ma solo quattro minareti, che non sono usati per il richiamo alla preghiera. Un secondo referendum in votazione chiedeva di bandire le esportazioni di materiale bellico: questa iniziativa è stata però bocciata.
IL GOVERNO: NON E' RIFIUTO DELL'ISLAM - «L'odierna decisione popolare riguarda soltanto l'edificazione di nuovi minareti e non significa un rifiuto della comunità dei musulmani, della loro religione e della loro cultura. Il governo se ne fa garante», ha affermato il ministro svizzero di Giustizia e polizia, Eveline Widmer-Schlump. Il governo svizzero «rispetta» la decisione della maggioranza, tuttavia, «l'esito della votazione non ha effetto sui quattro minareti già esistenti e l'edificazione di moschee continua a essere possibile. Anche in futuro in Svizzera i musulmani potranno quindi coltivare il proprio credo religioso praticandolo individualmente o in comunità», precisa il governo. Per il ministro, l'esito della votazione è espressione delle paure diffuse nella popolazione nei confronti di correnti islamiche fondamentaliste: «Questi timori vanno presi sul serio e il Consiglio federale (governo) lo ha sempre fatto e continuerà a farlo. Tuttavia, il Consiglio federale riteneva che un divieto di edificare nuovi minareti non fosse uno strumento efficace nella lotta contro tendenze estremiste».
I VERDI ANNUNCIANO RICORSO - I Verdi svizzeri esamineranno la possibilità di inoltrare ricorso contro l'iniziativa alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Lo ha confermato il presidente, Ueli Leuenberger all'agenzia di stampa svizzera Ats. «I musulmani non hanno ricevuto solo una sberla, ma addirittura un pugno in faccia», ha detto Leuenberger, deluso dalla decisione del popolo svizzero. Per Leuenberger, è il risultato di «una propaganda estremamente ben fatta, che ha fatto leva sui pregiudizi». A suo avviso l'iniziativa è anticostituzionale.
RAMADAN: «UNA CATASTROFE» - Il controverso intellettuale e accademico Tariq Ramadan, ha definito «catastrofico» il risultato del referendum. Ramadan, che è il nipote del fondatore della confraternita egiziana dei Fratelli musulmani e vive a Ginevra, afferma che «gli svizzeri hanno espresso una vera paura, un interrogativo profondo sulla questione dell'Islam in Svizzera».
DELUSIONE DEI VESCOVI - Secondo la Conferenza dei vescovi svizzeri, la vittoria dei sì è «un ostacolo sulla via dell'integrazione e del dialogo interreligioso nel mutuo rispetto». «Non abbiamo saputo rispondere ad alcune paure legate all'integrazione di diverse religioni e culture in Svizzera», ha ammesso il portavoce Walter Mueller. A suo avviso, ha influito sul risultato anche la situazione dei cristiani, vittime di discriminazione e oppressione, in alcuni paesi musulmani.
SBAI: «BENE IL CONTROLLO» - La portavoce delle donne marocchine in Italia, Souad Sbai, non si scandalizza invece per la decisione degli svizzeri. «Il popolo è sovrano e quando decide una cosa va rispettato. È bene che ci sia un controllo sulle moschee - dice - c'è un'avanzata radicale, in Europa e nel nostro paese, che ci preoccupa moltissimo e va fermata subito». A preoccupare, secondo la portavoce delle donne marocchine, «non è certamente il minareto, ma chi ci sta dentro». «È chiaro che sono contraria alla xenofobia - assicura - ma serve un controllo contro le moschee "fai da te" che hanno rovinato i nostri ragazzi: questa gente, gli estremisti religiosi, fanno diventare xenofobi pure gli arabi».
L'ESPORTAZIONE DI ARMI - Come previsto e già successo nella votazione del 1997, l'iniziativa contro l'esportazione di materiale bellico non ha invece raccolto una maggioranza: ha detto «no» il 68,2% dei votanti. Tutti i cantoni hanno respinto il testo: in Ticino il tasso di contrari è stato del 62,4%, nei Grigioni del 67,9%. Il testo chiedeva che la Confederazione promuovesse gli sforzi internazionali nel campo del disarmo e del controllo degli armamenti e domandava il divieto di esportazione e di transito attraverso la Svizzera di materiale bellico, comprese le tecnologie che possono servire alla produzione di armamenti. D’altra parte, il testo stabiliva l’obbligo per la Confederazione di sostenere per dieci anni le regioni e i dipendenti colpiti dalle conseguenze del bando. Per i promotori - una trentina di sigle fra partiti di sinistra, ecologisti, sindacati, organizzazioni pacifiste per la difesa dei diritti umani, pacifiste e femministe - si tratta di una questione etica: porre fine al «commercio della morte» e offrire alla Svizzera l’opportunità di una riconversione dell’industria bellica in una civile. Ciò sarebbe conforme alle tradizioni elvetiche di neutralità e di politica umanitaria. Gli oppositori replicano che i costi per la Confederazione sarebbero troppo elevati e che l’industria bellica non potrebbe sopravvivere solo con la produzione interna. La maggioranza degli elettori la pensa come loro.
http://www.corriere.it/esteri/09_novemb ... aabc.shtml
Non va bene nemmeno il corriere?
allora prendiamo un quotidiano con altri orientamenti..
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.aspLa Svizzera dice no ai minareti
Risultati a sorpresa dal referendum
Flop dei sontaggi, vittoria del destra
GINEVRA
Stop ai minareti in Svizzera. A sorpresa, smentendo i sondaggi della vigilia, gli elettori della Confederazione elvetica hanno risposto con una chiarissima maggioranza del 57,2% il referendum sul divieto assoluto di costruire nuovi minareti. Promosso da esponenti della destra nazional-conservatrice per dire «no all’islamizzazione della Svizzera», il sì al bando non colpisce nè le moschee, nè i quattro minareti già esistenti, ma infligge un duro colpo all’immagine della Svizzera, terra di coabitazione pacifica tra culture, lingue e religioni diversi.
Per il governo e la maggioranza dei partiti che avevano fatto campagna contro l’iniziativa si tratta di una cocente ed imbarazzante sconfitta, che rischia di oscurare l’immagine del Paese neutrale, soprattutto nei rapporti con il mondo musulmano. Anche la comunità musulmana - circa 350-400 mila persone - ha espresso delusione e amarezza per l’esito del referendum. Il sì all’iniziativa è stato infatti massiccio. Appena quattro dei 26 cantoni del Paese di 7,7 milioni di abitanti hanno bocciato l’iniziativa anti-minareti: Ginevra, Basilea città, Neuchatel e Vaud. Altrove ha ovunque vinto i sì all’iniziativa con percentuali significative, come in Ticino (68,09%), e punte oltre il 70% ad Appenzello interno.
L’esito del voto modifica la Costituzione svizzera, alla quale aggiunge un capoverso che recita: «L’edificazione di minareti è vietata». Una frase brevissima, ma il cui impatto appare ancora difficile da misurare. Gli stessi promotori dell’iniziativa sono rimasti sorpresi dal loro successo. A guidare la campagna anti-minareti sono stati in primo luogo, numerosi esponenti del grande partito dell’Unione democratica di centro (Udc), che come nelle precedenti campagne contro l’immigrazione ha fatto leva sulla paura con cartelloni che prefiguravano un’invasione del Paese da minacciosi minareti e donne in burqa. I minareti - avevano affermato durante l’accesa campagna - «non hanno nulla a che vedere con la religione», ma sono un «simbolo di una rivendicazione del potere politico e sociale dell’islam».
A Berna, il governo ha dovuto ammettere la sconfitta e ha formalmente annunciato che in Svizzera sarà vietato costruire nuovi minareti. Non ci sarà però nessun effetto sui quattro minareti già esistenti e l’edificazione di moschee continua a essere possibile. I musulmani potranno continuare a osservare il proprio credo religioso praticandolo individualmente o in comunità, ha rassicurato l’esecutivo. Anche alcuni dei difensori del ’nò ai minareti« hanno insistito su questo punto. »Il divieto dei minareti non cambierà niente per i musulmani che potranno continuare a praticare la loro religione, a pregare e a riunirsi. Si tratta di un messaggio, la società civile vuole mettere un freno agli aspetti politico-giuridici dell’Islam«, ha detto il parlamentare svizzero Oskar Freysinger dell’Udc.
Per il ministro della giustizia Eveline Widmer-Schlumpf, l’esito della votazione è espressione delle paure diffuse nella popolazione nei confronti di correnti islamiche fondamentaliste. »Questi timori vanno presi sul serio e il Consiglio federale (governo) lo ha sempre fatto e continuerà a farlo. Tuttavia, il Consiglio federale riteneva che un divieto di edificare nuovi minareti non fosse uno strumento efficace nella lotta contro tendenze estremiste«, ha affermato. Il ministro ha detto poi di temere un impatto negativo sull’export verso i Paesi islamici e sul turismo, che attira molti visitatori dal mondo arabo, specie dal Golfo persico. Il ministro degli esteri Micheline Calmy-Rey ha affermato che il governo si adopererà per spiegare il voto al mondo islamico.
La delusione dei musulmani di Svizzera è immensa. Per Yussef Ibram, imam del centro culturale islamico di Ginevra è un »avvenimento catastrofico. «Avevamo fiducia nella lucidità del popolo svizzero, è una delusione enorme», ha aggiunto. Manifestazioni spontanee di alcune centinaia di persone si sono svolte nel pomeriggio a Berna e a Zurigo. A Berna giovani dimostranti hanno sfilato con candele e minareti in cartone e con un striscione che proclamava «Non è la mia Svizzera».
Ora, come cambiano le parole da un quotidiano all'altro...
Cazzo, ottima cosa che non vogliano i Minareti!!
Quelli che si lamentano del risultato possono anche puppare? Volete i minareti, beh, fatene uno nel vostro cortile allora!!