Per circa diciotto anni è stata costretta a vivere segregata dai carcerieri-familiari all'interno di una stanza di un vecchio edificio rurale, nel rione sant'Andrea, periferia di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Fino ad oggi, quando è stata liberata dai carabinieri. La vita di Maria Monaco, 47 anni, ed evidenti problemi di natura psichica, era stata segnata da quando i suoi familiari - secondo l'accusa - si erano accorti che era incinta di un bimbo, oggi studente di 17 anni. Accusati di averla tenuta isolata dal resto del mondo in quella stanza sporca di escrementi, secondo quanto hanno accertato i Carabinieri, sono proprio i suoi congiunti più cari, la madre Anna Rosa Golino, di 80 anni, il fratello, Prisco, di 44, agricoltore, e la sorella, Michelina, di 54 anni, insegnante di scuola materna. Tutti sono stati arrestati.
Per loro - secondo l'accusa - Maria doveva espiare la colpa di un figlio frutto di una relazione con un uomo rimasto sconosciuto. La donna è stata liberata dai Carabinieri che hanno fatto irruzione nell'edificio, una vecchia costruzione con un ampio cortile e protetta da un alto cancello, su segnalazione anonima. La prigioniera è stata trovata in evidente stato confusionale in una stanza al piano terra, nella quale era costretta a vivere in condizioni igienico-sanitarie definite 'indescrivibili' dal comandante dei Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, capitano Carmine Rosciano. Maria Monaco è stata portata in ambulanza nel reparto di psichiatria del Policlinico 'Umberto I' di Napoli. La mamma e i fratelli della donna sono stati, invece, arrestati con l'accusa di maltrattamenti e sequestro di persona. L'anziana ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari; i figli sono stati, invece, condotti nel locale carcere. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Antonio Ricci, che ha coordinato le indagini. I Carabinieri hanno anche rintracciato, in casa di parenti, il figlio della donna, studente in un istituto superiore della zona ma che abita insieme con la nonna e gli zii e, dunque, a conoscenza delle condizioni in cui era costretta a vivere la madre. Nessun provvedimento è stato, però, adottato nei suoi confronti. Maria Monaco era rimasta incinta e, secondo le prime indagini, da allora i familiari l'avevano costretta a rimanere in casa. Il figlio, del quale non si conosce la paternità, è nato nel dicembre del 1990. I Carabinieri stanno ora indagando per risalire al padre del giovane ed accertare, tra l'altro, se lo stato di disagio psichico della donna sia precedente o successivo al suo stato di segregazione.