ROMA - La musica è dentro ognuno di noi dalla nascita, solo che in alcuni pochi fortunati il talento musicale è più spiccato rispetto alla maggioranza degli esseri umani. Adesso, scoperte due regioni del genoma dove si nascondono i 'geni della musica' che strutturano il cervello in modo da renderlo capace di destreggiarsi con le note, inizia la caccia alla loro identificazione, uno per uno. Diretti da Irma Jarvela dell'Università di Helsinki, i ricercatori si aspettano di trovare nei futuri studi piccole variazioni (mutazioni genetiche) in uno o più di questi geni e che queste mutazioni siano determinanti per aprire le porte del successo alle stelle del rock o, viceversa, darci limitate abilità musicali. Pubblicato sul Journal of Medical Genetics, si tratta in assoluto del più vasto studio di genetica molecolare dell'attitudine alla musica condotto su tutti i membri di un gruppo di famiglie finlandesi. "Abbiamo scoperto - ha detto Jarvela all'ANSA - un locus sul cromosoma 4 che contiene circa 50 geni che dovremo ulteriormente studiare per vedere se alcuni di loro sono associati con l'attitudine o col talento musicale". Inoltre un altro locus sul cromosoma 18 è stato associato alla musica e in passato alla dislessia, cosa che fa supporre l'interazione tra linguaggio e l'attitudine alla musica.
Questo studio, quindi, mostra che l'attitudine alla musica è ampiamente scritta nel nostro Dna ed apre di fatto la caccia ai 'geni della musica'; però niente paura, tutti hanno questi geni quindi la musica è dentro ognuno di noi, è probabile però che piccole mutazioni a loro carico siano il segreto del talento, dono per pochi eletti. L'indagine è stata condotta su un gruppo di famiglie finlandesi tutti i cui membri sono tutti stati sottoposti a tre test standard per misurare l'attitudine individuale alla musica. Principalmente in uno dei test, il 'karma music' test che valuta le capacità uditive, è emerso che l'attitudine alla musica è legata a queste regioni del Dna sui cromosomi 4 e 18. "In particolare - ha spiegato Jarvela - abbiamo visto che nel Karma test bimbi molto piccoli possono totalizzare punteggi altrettanto alti di musicisti professionisti indipendentemente dal fatto che i bimbi abbiano o meno fatto corsi di musica e siano quindi 'allenati'", cosa che indica chiaramente come alcune delle abilità musicali siano radicate in noi dalla nascita. Inoltre è emerso che persone dislessiche totalizzano punteggi bassi ai test, cosa che lascia supporre una comune base biologica per lo sviluppo del linguaggio e l'attitudine musicale.
Di certo non a caso che le regioni trovate contengono geni coinvolti nello sviluppo del cervello, e probabilmente alcuni di questi sono determinanti per sviluppare diverse 'sensibilita'' musicali. "Non conosciamo ancora l'identità dei singoli geni contenuti nelle regioni genomiche risultate associate all'abilità musicale - ha detto Jarvela - la loro identificazione sarà oggetto dei nostri prossimi studi". Comunque il fatto che gran parte di noi ami ascoltare musica e che ad alcuni piaccia anche comporla, ha sottolineato la scienziata, "da un punto di vista evolutivo significa che l'abilità musicale è molto più diffusa del previsto - ha concluso Jarvela. Infatti in uno dei nostri test le abilità musicali studiate risultano comuni alla maggior parte delle persone", segno che queste abilità sono nate molto presto rispetto al 'calendario dell'evoluzione umanà, ovvero erano già presenti nel cervello dei nostri antenati e si sono radicate nella natura umana.