Indagati cinque agenti immobiliari per favoreggiamento della prostituzione. Sequestrati 12 monolocali in varie zone della città
MILANO - Un vero «franchising» della prostituzione con «punti vendita» in ogni zona di Milano è stata scoperta dagli agenti del commissariato Monforte Vittoria. Sono 12 gli appartamenti sequestrati, oltre 70 quelli controllati, dalla polizia. L'indagine, scattata nel 2006, ha permesso di indagare 18 persone tra le quali i quattro titolari di due agenzie immobiliari e un intermediario, accusati di favoreggiamento della prostituzione e dell'immigrazione clandestina. Altre 13 persone dovranno rispondere di violazione delle norme sugli stranieri. Un transessuale brasiliano è stato arrestato perchè inottemperante al decreto di espulsione.
SOSPETTI - L'operazione è scattata dal controllo di un appartamento sospetto in via Carlo Poma, a pochi passi dal Commissariato. Un monolocale affittato attraverso un'agenzia immobiliare i cui documenti, acquisiti dagli agenti, hanno permesso di allargare il cerchio e sequestrare i primi cinque appartamenti. Gli altri sette sono riconducibili, invece, a un'altra agenzia immobiliare finita nell'inchiesta che ha portato complessivamente all'identificazione di 36 prostitute, tutte dell'Est Europa e poco più che maggiorenni, e di 18 presunti sfruttatori.
FINO A 2 MILA EURO - L'organizzazione gestiva appartamenti, pressoché identici, in vari punti si Milano. Il giro di clienti era procurato attraverso annunci espliciti su riviste del settore o con l'offerta di massaggi «particolari». Almeno 200 euro a prestazione e costi fino a 2 mila euro per una serata «sadomaso», era il tariffario delle prostitute. Ragazze, spesso in Italia ufficialmente per motivi di studio, costrette a vendere il proprio corpo. Un giro d'affari «vertiginoso» secondo gli investigatori.
LUME DI CANDELA - Gli appartamenti erano arredati sempre nello stesso modo. Niente elettricità nei monolocali, ma solo la luce delle candele. A dividere la sala d'attesa dalla stanza da letto era solo un pannello di plexigas dal quale era possibile intravedere, oscurandolo o meno, quanto avveniva prima che arrivasse il proprio turno. Diversi gli strumenti sadomaso sequestrati, così come i possibili travestimenti messi a disposizione dei clienti. Il più lussuoso era un appartamento in via Mercadante con tanto di porta blindata, telecamera all'ingresso e accessibile da un cortile interno. In bagno c'era una vasca con tanto di palo per la lap dance.
LA RETE DELLO SFRUTTAMENTO - Non solo, però, via Mercadante e via Poma. Nella rete degli agenti è finito un elenco di strade, più o meno sospettabili: via Panfilo Castaldi, via Fratelli Bronzetti, via Lomellina, via Paisiello, corso Lodi, via Palmanova, Ripa di Porta Ticinese, via Palmonova, corso XXII Marzo e viale Monza. Appartamenti, la maggior parte, subaffittati dal geometra quarantenne, sposato con un'albanese, vero e proprio «intermediario» di entrambe le agenzie immobiliari finite nell'inchiesta. Contratti di locazione stipulati in cambio di prestazioni sessuali che permettevano agli altri quattro indagati italiani guadagni rilevanti - spiegano gli investigatori - poi reinvestiti con l'acquisto di oltre 20 appartamenti a Milano e nell'hinterland.