Il simbolo della conferenza è stato cambiato nella notte in tutta fretta. Corretti striscioni e opuscoli
WATFORD (Gran Bretagna) — Romano Prodi è entrato già nella fase post-Palazzo Chigi della sua vita. Anche se resterà in carica per gli affari correnti fino all’insediamento del prossimo governo italiano, in un albergo nella campagna inglese umida e rigogliosa il presidente del Consiglio ha cominciato a fare ieri quello che farà con l’avvio della nuova legislatura: la vita di uno di quegli ex capi di governo invitati a parlare dai centri studi stranieri, di uno di quegli ex dirigenti politici che non sta più in prima fila e tuttavia non si preclude cariche autorevoli per il futuro, a cominciare magari da un incarico per le Nazioni Unite.
Il caso ha voluto che nella sua particolare traiettoria di «incumbent» che ha deciso di non incombere sulle prossime elezioni il Professore abbia incrociato, lungo il cammino, un ex capo di Stato intenzionato a tornare in qualche modo al potere grazie alla moglie. «Bill Clinton mi ha raccontato dei suoi impegni nella campagna elettorale. Mi ha detto che negli Stati Uniti va avanti chi è fuori dalla politica», ha riferito Prodi alla fine di una conferenza del «Progressive governance roundtable», un consesso di leader di centro-sinistra. «Proprio come in Italia, ho fatto presente a Clinton. Gli ho spiegato che su questo da noi un libro ha venduto un milione di copie, che in un manifesto una candidata ha rivendicato la sua inesperienza politica anche se poi lo ha dovuto ritirare», ha aggiunto Prodi. Il libro era La Casta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo.
«Clinton sottolineava l’estraneità alla politica per criticare Barack Obama, è chiaro. La sua tesi è che se l’economia andrà peggio, l’antipolitica crescerà», ha continuato Prodi. Non va bene, l’economia. Né negli Usa né altrove. E l’altra sera, in una cena a Londra, agli invitati alla conferenza l’aveva spiegato nei dettagli Dominique Strauss-Kahn, il capo del Fondo monetario internazionale. Previsioni negative per la crescita americana, le sue, con dubbi sull’affidabilità del sistema finanziario. «Siamo ciechi», ha sostenuto Prodi nel dibattito all’hotel «Grove» di Watford. Si riferiva alle crisi improvvise di banche e di fondi per mutui per proporre di creare un organismo internazionale che «abbia il controllo della finanza », del suo stato di salute. Vista ottima di certo non avevano avuto alcuni dei curatori dell’immagine del convegno di ieri. Il simbolo originario della conferenza conteneva un segno molto simile a una svastica, l’opposto di quanto era utile al premier britannico Gordon Brown, il padrone di casa, per fare bella figura.
Così venerdì notte a Watford c’era stato gran da fare per correggere striscioni, cartelli, opuscoli. Conta l’immagine, conta. È vero che Bill Clinton se n’è infischiato di parlare all’uditorio succhiando una caramella mentre i suoni della sua saliva venivano amplificati, saranno le foto a fare il giro del mondo. Per arginare la concorrenza del senatore di colore Obama verso Hillary, però, Clinton marito è stato contento di farsi ritrarre con il presidente sudafricano Thabo Mbeki e la presidente liberiana Ellen Johnson-Sirleaf, neri al cento per cento. Scene di un cambio di stagione politica. Di un giorno nel quale Prodi non ha potuto non pensare alla pacca ricevuta il giorno prima a Bucarest, nel suo ultimo vertice Nato, da parte di George W. Bush. Ancora Prodi: «Quanto è cambiato il mondo in questo decennio. Quanto ha pesato la guerra in Iraq. E come era duro su questo Tony Blair. Ricordo una riunione a porte chiuse nel G8 di Sea Island, eravamo soltanto in nove intorno a un tavolo piccolo. Blair era il più duro sull’Iraq. Vladimir Putin si alzo in piedi e gli urlò: "You are not god!", non sei dio...».
a parte che mi pare na svastica un po' strana e poi cmq non è colpa del simbolo se degli invasati lo hanno trasformato in un disegno del male...