Notebook e netbook più vicini
e ci guadagna il consumatore
I primi sempre più piccoli e decisamente più performanti dei secondi. Che a loro volta sono di portabilità assoluta. Una rivoluzione determinata dai processori a voltaggio ultra basso e da... Windows XP
C'E' STATA l'era dei notebook e quella più recente dei netbook. Ora non c'è più differenza tra gli uni e gli altri. I netbook sono diventati man mano più grandi, con più funzioni e schermi più ampi. E i notebook sono saggiamente diventati più piccoli, per non farsi togliere spazio dai "fratellini minori", e oggi pesano di meno e sono più "portatili" di prima. Insomma, è più una differenza dovuta alle necessità del marketing (il netbook è "cool", il notebook è "vecchio") che non una vera differenza di specifiche funzioni o di peso.
A cambiare le cose sono stati i nuovi processori a voltaggio ultra-basso, i Culv, che hanno fatto di recente la loro comparsa in notebook più sottili e leggeri che in passato. Molte nuove macchine arrivate di recente sul mercato segnano la fine della battaglia tra netbook e notebook, perché le differenze tra i due "generi" sono sempre di meno. Anzi, perché diventa più semplice comprare un economico notebook che non un netbook più costoso. Si, perché in teoria si era disposti a rinunciare al disco ottico, allo schermo ampio, ad una tastiera comoda, per avere in mano una macchina estremamente leggera, portatile e economica. Ma quando i notebook cominciano ad essere meno costosi, più leggeri, ma hanno tastiere, schermi e funzioni complete, il terreno per i "net" comincia a farsi difficile e la differenza a svanire. Come nel caso del Msi Wind U200, presentato in questi giorni, o del Samsung N510, netbook di nome, notebook di fatto.
Cosa è accaduto? Una cosa specifica, ovvero l'arrivo sui netbooks di Windows Xp. Le piccole ed economiche macchine prodotte da Asus o Msi, erano adatte soprattutto al collegamento Internet e tagliavano molto sui costi perché arrivavano con Linux come sistema operativo, senza alcuna licenza Microsoft da pagare. Hanno avuto successo, ma sono esplosi veramente nel mercato solo quando Microsoft ha iniziato a mettere nei netbooks Windows Xp, che non è più disponibile da tempo sui computer "grandi", sia laptop che desktop. 16 milioni di netbooks sono stati venduti solo negli Usa nel 2008, in corrispondenza con l'esplodere della crisi economica, computer economici e con un sistema operativo che la gente normale conosce bene, il vecchio Windows Xp. Oltretutto la "crisi" dei desktop e il successo dei portatili come computer casalinghi, ha permesso a molte catene di vendere i netbook come "compagni" portatili dei computer da tenere in casa, i vecchi "scatoloni" desktop che costano meno di un portatile in grado di svolgere le stesse funzioni.
Quindi è arrivata la Intel, con i processori a voltaggio ultra-basso, che costano molto meno e fanno durare di più le batterie, facendo la gioia dei produttori di computer, che hanno visto la possibilità di offrire nuove macchine e prezzi leggermente più alti degli economicissimi netbook. Ed eccoci al punto, ovvero l'arrivo sul mercato di notebook che costano poco più dei netbook, ma che hanno una potenza assai maggiore. Il Dell Inspirion 11 costa 399 dollari, ovvero ha un prezzo da netbook, ma ha un processore Intel da 1GB, decisamente più veloce degli Atom che normalmente sono nei netbook.
Se proprio si vuole, alla fin fine, lasciare in vita entrambe le definizioni, potremmo dar retta a quello che dicono alla HP, secondo i quali i netbook sono fatti per consumare contenuti e i notebook per creare e consumare contenuti. Il che, però, ci lascia il dubbio di dove collocare gli smartphones in questo nuovo universo. Ma il discorso in questo caso ci porterebbe troppo lontano...
http://www.repubblica.it/2009/08/sezion ... ebook.html