PARIGI - Curata dallo storico dell'arte Giovanni Agosti della Statale di Milano, e Dominique Thiebaut del Museo del Louvre, la prima grande retrospettiva che la Francia abbia mai dedicato ad Andrea Mantegna è la mostra più attesa della 'rentree' parigina, il ritorno dalle vacanze. E ad ospitarla dal 26 settembre al 5 gennaio 2009, sarà il museo più prestigioso della Ville Lumiere, il Louvre.
Realizzata grazie all'appoggio dell'Eni, la mostra propone circa 190 opere, soprattutto quadri ma anche disegni, manoscritti, sculture, oggetti d'arte, e stampe non solo di soggetti sacri come la 'Vergine dell'umilta", ma anche scene mitologiche antichizzanti a connotazione morale, come "La lotta degli dei marini". Provenienti da musei francesi oltre che prestiti eccezionali dal mondo intero, saranno 'messe in scena' attraverso una scenografia firmata dagli architetti Richard Peduzzi e Cecile Degos. Per preparare il pubblico all'approccio con il grande artista nato nel 1431 a Isola di Carturo tra Padova e Vicenza, i due commissari della mostra, Agosti e Thiebaut, daranno il via il 24 settembre ad un ciclo di conferenze per "situare il pittore del Rinascimento italiano in una prospettiva allargata".
Lo studio dell'arte e della personalità del Mantegna "sarà il punto di partenza della riflessione sui valori dell'umanesimo, e i diversi aspetti del riferimento al modello antico che visioni e reinterpretazioni moderne hanno a volte snaturato rispetto al loro senso primario". L'esposizione segue un criterio essenzialmente cronologico scandito dalle tappe-chiave dell'attività del Mantegna, dalla decorazione della Cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani (1448), la sua prima opera importante dove già emergono i suoi temi prediletti: l'illusione e l'antico. Il trittico monumentale della Chiesa di San Zeno a Verona, conservato in musei diversi, é ricostituito in occasione della mostra alla quale non poteva mancare il suo capolavoro in quanto pittore di corte, quella dei Gonzaga di Mantova: 'La camera degli sposi', né il suo San Sebastiano.
Dalla 'Vergine della Vittoria' eseguito per Francesco II Gonzaga, alla 'Minerva che caccia i vizi dal giardino della virtu' per lo 'Studiolo' di Isabella d'Este, si arriva al ritorno di Mantegna a Mantova, dove tra il 1486 e il 1506 si dedica ad una delle imprese più faraoniche della sua carriera, 'I trionfi di Cesare', ciclo grandioso per secoli copiato e ricopiato. Proprietà delle collezioni reali inglesi dal 1631, queste tele non hanno mai lasciato Hampton Court, ma dal 26 settembre saranno esposte al Louvre, grazie ad un prestito concesso a titolo eccezionale dalla Regina Elisabetta.
Fonte: Ansa.
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