L'IDV DENUNCIA: «PRESSIONI AD ALTISSIMO LIVELLO»
Libertà di informazione in Italia
Strasburgo boccia due mozioni opposte
All'Europarlamento non passano due risoluzioni presentate dal centrodestra e dal centrosinistra
STRASBURGO - Il Parlamento europeo, riunito in assemblea plenaria a Strasburgo, ha respinto due risoluzioni di segno opposto sulla libertà di stampa in Italia e in altri Stati membri (i documenti in italiano sul sito dell'Europarlamento). Nella prima, presentata dai gruppi di centrodestra - Ppe in testa - e appoggiato da conservatori ed euroscettici, si afferma che in Italia non esiste alcuna minaccia alla libertà d'informazione. La risoluzione ricorda le parole del presidente Napolitano, che ha invitato a non usare l'Europarlamento come «istanza di appello» delle decisioni nazionali, e conclude che «la libertà di stampa è un valore fermamente stabilito in Italia». Il Ppe ha anche presentato un pacchetto di 11 emendamenti per modificare la risoluzione del centrosinistra, inserendo appunto un riferimento al monito di Napolitano e il suo ruolo di garante della Costituzione. Su 644 votanti, 297 hanno votato a favore, 322 contro e 25 si sono astenuti.
SCARTO DI TRE VOTI - Il testo era stato avanzato in risposta alla risoluzione preparata da Pd e Idv (e frutto dell'intesa tra socialisti e democratici, liberaldemocratici, verdi e sinistra unitaria), che hanno invece lanciato un allarme sulla situazione della libertà di stampa nel Paese, denunciando in particolare l'anomalia del conflitto di interessi di Berlusconi e pressioni da parte del governo contro i media italiani ed europei e chiedendo alla Commissione europea di emanare una direttiva sul pluralismo. Anche questa seconda mozione è stata bocciata a sorpresa dall'Europarlamento, con uno scarto di soli tre voti: su 686 votanti i favorevoli sono stati 335, i contrari 338, gli astenuti 13. La sorpresa nasce soprattutto dal fatto che l'aula plenaria di Strasburgo aveva in precedenza bocciato con una discreta maggioranza sia le risoluzioni del centrodestra (quella comune e quelle dei singoli gruppi) sia gli undici emendamenti presentati dal Ppe al testo del centrosinistra. Inoltre, ancor più sorprendente, la bocciatura della risoluzione del centrosinistra è arrivata dopo che il Parlamento aveva approvato le singole parti del testo. L'esito del voto è stato accolto con esplosioni di giubilo dei parlamentari del Pdl, che davanti all'aula hanno definito la sinistra italiana «drogata dalla cultura dell'odio contro Berlusconi».
GLI ALTRI TESTI - Dopo aver bocciato le due risoluzioni, il Parlamento europeo ha sottoposto a votazione anche i testi dei singoli gruppi politici. Tutti sono stati rigettati con il caso particolare della risoluzione firmata dal gruppo dei liberlademocratici, in cui milita l'Idv, che ha ottenuto pari voti: 338 favorevoli, 338 contrari e 8 astensioni. Il pareggio equivale comunque a una bocciatura. La risoluzione dei socialisti e democratici è stata invece rigettata per 12 voti, 333 sì contro 345 no, e quella dei popolari con uno scarto maggiore, 297 sì e 322 no. In conclusione il Parlamento europeo resta senza una risoluzione sulla libertà di informazione in Italia e in altri Stati membri.
IDV: «PRESSIONI E MINACCE» - Quello dell'Europarlamento è stato un voto determinato da «pressioni e minacce ad altissimo livello». Lo denuncia Pino Arlacchi, eurodeputato dell'Italia dei Valori (gruppo Alde), che accusa il Ppe di aver influito in maniera irregolare sul risultato delle votazioni. Arlacchi fa anche il nome di due colleghi di gruppo, gli irlandesi Pat the Cope Gallagher e Liam Aylward, che avrebbero votato contro i dettami del gruppo liberaldemocratico per le pressioni ricevute. «Vedevo che il mio vicino (Gallagher, ndr) votava regolarmente in maniera diversa dalla mia - ha spiegato Arlacchi -. Gli ho chiesto se si stava sbagliando, mi ha risposto imbarazzatissimo "we got pressure", ho ricevuto pressioni». Secondo Arlacchi anche Aylward gli avrebbe confidato di aver «subito pressioni dal governo» per votare contro la posizione del proprio partito. «Ognuno usa le armi che gli sono proprie - ha affermato Arlacchi durante una conferenza stampa dell'Idv -: noi la trasparenza mentre loro si muovono sul piano delle pressioni e delle minacce. Senza, il risultato sarebbe stato completamente diverso. È difficile lavorare in queste condizioni - ha concluso Arlacchi -. Il "berlusconismo" come metodo di lavoro si è allargato su tutta l'Europa».
http://www.corriere.it/esteri/09_ottobr ... aabc.shtml
Questo si legge sul sito di Repubblica. Ed io sono confuso. Se le polemiche alzate subito dopo la votazione fossero vere, davanti a cosa ci troviamo di fronte? A me viene in mente solo una cosa, Mafia!