Incidente a Moena. Esplosione fa tremare il paese.
Il botto violento è stato avvertito a dieci chilometri di distanza. Finestre rotte, porte scardinate e sassi volati sulle auto.
Salvo per miracolo l’ operaio che stava smaltendo il materiale: si è allontanato per bere un bicchier d’acqua
SORAGA - Un botto come mai si era sentito prima. Un'esplosione che ha mandato in frantumi i vetri di una decina di appartamenti, della falegnameria, dell'albergo Latemar sull'altra sponda del lago di Pecé, e che è stata avvertita fino a Pozza di Fassa. Finestre che si spalancano all'improvviso per l'onda d'urto, porte e saracinesche scardinate, suppellettili cadute: la paurosa detonazione ha fatto sobbalzare dal letto centinaia di persone, nella zona nord del paese, mentre le vibrazioni si sono sentite ad una decina di chilometri di distanza verso la val di Fassa. Erano le 23.35 di venerdì quando, all'interno del cantiere per la costruzione della galleria che sposterà il traffico dal centro di Moena, è accaduto l'imponderabile: il fuoco che stava bruciando il materiale esplosivo di scarto - operazione di prassi per la pulizia del cantiere - ha acceso un innesco che accidentalmente sarebbe finito fra i 20 chili di sostanze da smaltire. Miracolato il fochino, un 55enne di Brescia specializzato nella mansione e con apposito patentino per procedere nell'intervento: si era allontanato per bere un sorso d'acqua, proprio nella direzione opposta all'onda d'urto. Se solo si fosse trovato nelle vicinanze del punto di scoppio non avrebbe avuto scampo. La violenza dell'esplosione è stata avvertita a chilometri di distanza e ha allarmato centinaia di persone, non solo a Soraga. Il pubblico ministero Marco Gallina ha aperto un'inchiesta per disastro colposo; il fochino è indagato. La forte detonazione sarebbe stata causata dall'innesco finito per sbaglio fra il materiale da smaltire, come emergerebbe dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Cavalese. Ma su tale particolare non si sbilancia il titolare della «Collini», l'impresa che assieme a «Coop 7» e «Oberosler» si sta occupando dei lavori alla nuova circonvallazione di Moena. «Al momento non abbiamo elementi per confermare l'ipotesi della presenza dell'innesco fra il materiale da bruciare» spiega Fabrizio Collini, che assicura: «Pagheremo tutti i danni». «Innanzitutto ringraziamo Santa Barbara che non ci siano stati eventi luttuosi. E questa è la cosa più importante. Quanto è accaduto è stato un evento prettamente accidentale, dovuto alla sfortuna, e sarà accertato da tecnici e periti - aggiunge Fabrizio Collini - noi ci impegniamo personalmente come impresa Collini, facente parte delle imprese esecutrici, a rifondere i danni. Non ci saranno palleggiamenti su questo fronte. Ci scusiamo con i residenti, gli abitanti ed i turisti e vogliamo sottolineare che non ci saranno incertezze su chi paga: già sono stati sul posto i nostri tecnici e da lunedì definiremo concretamente la cosa». I lavori per terminare l'opera vanno avanti giorno e notte, tanto che per le persone che vivono nelle vicinanze del cantiere i botti sono quasi un'abitudine e per i carabinieri le telefonate di lamentela per i rumori permangono da mesi all'ordine del giorno. Ciò che è avvenuto la scorsa notte è al di sopra di ogni previsione e le chiamate arrivate al «112» ed al «115» segnalavano oltre al rumore, una vibrazione a terra fortissima come un terremoto, facendo scattare immediatamente l'allarme. Il fochino bresciano, che collabora con la ditta Someda, ha seguito la prassi: in una buca molto ampia all'esterno della galleria, a circa una decina di metri di distanza, è stato sistemato il residuo di esplosivo, circa 15-20 chili di sostanze da smaltire. Poi la violenta esplosione, avvertita a dieci chilometri di distanza. In un appartamento vicino al cantiere è accaduto il finimondo: le finestre si sono rotte, l'onda d'urto ha scardinato le porte, le suppellettili sono finite a terra, sassi grossi come palle da tennis sono volati nel giardino. Il bilancio non è ancora stato definito e, oltre alle abitazioni e all'hotel, si contano anche i danni alle auto in sosta ed ai macchinari della falegnameria che dovranno essere sottoposti a revisione. Centomila euro è la cifra che - si vociferava ieri - servirebbe a coprire tutti i danni, anche se il conteggio lo si potrà fare solo dopo le perizie dei privati e le denunce presentate ai carabinieri. La procura ha messo i sigilli al cantiere. «Lunedì (domani, ndr) chiederemo il dissequestro, per poter continuare i lavori», spiega Fabrizio Collini. Per tutto il giorno sono proseguiti i sopralluoghi dei militari, degli ispettori del lavoro e dei vigili del fuoco. Le operazioni di «pulizia» dei residui di esplosivo vengono seguite con molta attenzione, così come le fasi dei «lanci controllati» per creare il varco. Personale con appositi patentini è sempre presente, la professionalità non manca, ma è bastata una sola disattenzione a scatenare il caos.
Fonte: http://www.ladige.it/news/a_portale_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=7010