di Kale il 31 mar 2008 20:03
Potremmo trarre spunto da questo fatto di cronaca per progettare un nuovo tipo di carcere dove i detenuti devono combattere fino alla morte o finchè non nè rimane uno solo.
E se non si fosse capito, sono sarcastico.
Pur non trovando spunti di comprensione o buon pensiero riguardo la pedofilia, penso che chi si macchia di un tale crimine abbia diritto ad una riabilitazione, una volta scontata la pena impartita, così come tutti gli altri.
L'idea che altri detenuti decidano della vita di un altro carcerato mi ricorda tanto la metafora della trave e la pagliuzza.
Di solito il fine non giustifica mai i mezzi.
Anche ammesso che li giustificasse, dobbiamo essere consapevoli che il fine giustificherà mezzi che di per sè sono ingiustificati.
Sempre ammesso che si riesca a raggiungere il fine, perchè, ricordiamo, che "è il fine che giustifica".
Assunto ciò, non possiamo dimenticare che le conseguenze, sia dei mezzi che dei fini, non vengono giustificati nè l'uno nè l'altro.
Anzi... di solito le conseguenze vengono appositamente dimenticate, pur di raggiungere il fine....
Inoltre, gli ingiustificati mezzi giustificati dal fine, giustificheranno mezzi ingiustificabili.