ROMA - Ali Kamil Hassan al-Majid, cugino e genero dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein, è sempre stato considerato uno dei più feroci esponenti del deposto regime. Già condannato a morte nel giugno del 2007 per genocidio del popolo curdo, è soprannominato 'Ali il Chimico' per l'attacco con gas nervini contro la cittadina di Halabja, in cui nel 1988, in piena guerra contro l'Iran, furono uccisi 5.000 civili. Al Majid è finito sotto processo nell'agosto del 2007 anche per la feroce repressione della rivolta sciita esplosa nel 1991 in Iraq. Nel settembre scorso la Corte suprema irachena aveva confermato la condanna a morte di Ali per la campagna anti-curda detta di Anfal, che portò allo sterminio di 180 mila curdi secondo l'accusa, ma la pena fu sospesa per il mese di Ramadam. Ora il Consiglio presidenziale ne ha stabilito definitivamente la messa a morte. Nato 67 anni fa nella regione settentrionale di Tikrit, la stessa di Saddam, tra il 1990 e il 1991 è stato per alcuni mesi 'governatore' del Kuwait occupato - dove si guadagnò l'appellativo di 'boia' - e ministro della Difesa. In precedenza era stato capo delle unità d'elite nella guerra contro l'Iran (1980-'88) e, dal 1987 al 1990 a capo del programma di sviluppo del ministero dell'Industria e dell'Industrializzazione militare. Fu dato per morto almeno due volte durante la prima fase dell'intervento anglo-americano in Iraq nel 2003, quando il suo bunker e poi un suo presunto nascondiglio a Bassora furono attaccati con armi di precisione. Fu catturato nel nord dell'Iraq il 21 agosto 2003. Ali il Chimico ha apertamente riconosciuto di aver ordinato di utilizzare i gas contro la popolazione civile. "Sono stato io che ho dato gli ordini all'esercito per bonificare i villaggi e ripopolarli", ha ammesso a più riprese, sostenendo di non avere mai "commesso errori".
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