Something Wild ha scritto:Tra dieci minuti parto...

Parti, parti, vedrai cosa ti aspetta.
Allora. Prima di tutto, come di consueto, due parole sui viaggi di andata e ritorno.
Dire che sulla A1 c'erano dei lavori in corso è come dire che durante la Seconda Guerra Mondiale c'è scappato il morto. Sembrava che l'ANAS o quel cazzo che è avesse scommesso con qualcuno che sarebbe riuscita a smontare pezzo per pezzo e rimontare tutta l'Autosole in una notte. Se ce l'abbiano fatta non lo so, ma sicuramente ci hanno messo tutto il loro entusiasmo
stiantàssero ora.
Poi ci sarebbe anche da parlare dei camionisti e dei c.d. "cacasotto imprudenti", ma non è questa la sede.
Arrivo al Blogos. Posto simpatico, con fuori tavoli, panche e un bel prato dove è stato montato un palchetto piccolo ma funzionale. L'ideale per un concerto in una serata calda come quella di ieri.
Peccato che il concerto si svolgesse nel palco interno, in una saletta piccola, non areata e colma di gente accalcata. Con conseguente, mostruosa, allucinante sauna, tanto che dopo pochi minuti sembravamo tutti dei concorrenti di un concorso di Miss/Mister Maglietta Bagnata (peccato che le miss scarseggiassero). Non ricordo di aver sudato tanto dal concerto dei Motorhead, e chi c'era sa bene di cosa sto parlando.
Arrivo troppo tardi per i Murder Theraphy, e complice anche il caldo mi filo poco e niente gli altri due gruppi. Bastano due pezzi per capire che gli Omega Flare non sono affatto di mio gradimento. Quanto ai Coram Lethe, non mi sono mai piaciuti, e anche la voce di Clode me la ricordavo parecchio meglio quando cantava nei Gory Blister. Quindi me ne sto per lo più fuori, dove becco l'utente Savage Butcher

e dove, per un po', si aggira placidamente Mr. Masvidal, cortese e disponibilissimo con i fans a caccia di foto.
Poi iniziano.
Capitolo caldo: già detto.
Capitolo calca: già accennato. Ma comunque non dura granché: ben presto prende forma una sorta di concerto "ad eliminazione", in cui i più deboli soccombono all'afa e sfollano permettendo ai più forti di avanzare. Grazie a questa versione aggiornata della legge della giungla, mi vedo più di metà concerto a circa tre metri dal palco

Capitolo suoni: fare il fonico per un concerto dei Cynic dev'essere un lavoro veramente ingrato. Credo sia impossibile trovare un bilanciamento soddisfacente per una musica così multiforme, e infatti i suoni, pur non facendo proprio schifo, non sono esattamente il massimo. In particolare le chitarre rimangono un po' schiacciate sotto il basso. Peccato, ma c'era da aspettarselo. Paradossalmente, i brani di Traced In Air paiono rendere meglio di quelli di Focus.
Capitolo concerto: brividi dall'inizio alla fine, dall'apertura con Veil Of Maya alla conclusione affidata ad Integral Birth.
Già di per sé, sentir suonare così è una goduria straordinaria. Poi, i Cynic ci mettono del loro con un atteggiamento davvero ammirevole: nonostante il caldone li affanni non poco, sono distesi e rilassati, a volte ilari, e al contempo belli carichi. Il bassista ondeggia ispirato, Kruidener (addetto a chitarra e growl) ci dà dentro di headbanging, e pure il compassato Masvidal si lascia andare a qualche mossa "da metallaro". Sembrano molto più partecipi ed ispirati rispetto alla loro esibizione fiorentina del 2007. E, come era prevedibile, suonano DA PAURA. Con una tecnica e una intensità mostruose, facendo numeri da circo con una naturalezza incredibile, e allo stesso tempo riproponendo pienamente anche dal vivo la straordinaria atmosfera che permea i loro pezzi.
Inoltre, pare proprio che si divertano. Scoppiano a ridere quando, durante Celestial Voyage, salta la luce; Reinert (meraviglioso!) tende una trappola a Kruidener, battendogli il quattro per l'attacco, fermandosi all'improvviso quando lui parte e facendogli una risatina a presa di culo

Ed è fantastico anche Masvidal: parla col pubblico in spagnolo preoccupandosi che la gente abbia acqua a sufficienza per resistere all'afa; va a salvare la vita a Kruidener, che stava sbagliando la tonalità del solo di King Of Those Who Know, piazzandogli la chitarra sotto al naso per mostrargli gli accordi giusti; e durante il solo di Integral Birth infila letteralmente la testa tra le mani delle prime file, offrendosi alle pacche di apprezzamento degli astanti.
La scaletta è facile da ricordare: The Unknown Guest è l'unica canzone del loro repertorio che NON hanno fatto

Prima TUTTO Focus, canzone per canzone

Poi, come cesura, la toccante Nunc Stans, seguita dagli altri brani di Traced In Air (in ordine sparso) e, nel mezzo, dalla nuova Wheels Within Wheels. I momenti clou, per quanto mi riguarda, si sono sprecati. L'attacco con Veil Of Maya; I'm But A Wave To...; Uroboric Form, che ha scatenato un headbanging feroce; How Could I, una delle mie preferite e secondo me una delle meglio eseguite; ma anche le sopra citate Nunc Stans e Wheels Within Wheels (come suona bene dal vivo!); The Space For This; Evolutionary Sleeper; King Of Those Who Know, durante la quale ho cercato di sbirciare dietro Kruidener per vedere cosa combinava Reinert alla batteria (e credetemi, quel poco che ho visto mi ha annichilito

); Integral Birth... boia, mi rendo conto solo ora che le ho citate praticamente tutte!
Alla fine del concerto, tutti (soprattutto Reinert e Masvidal) sono rimasti a lungo alla ribalta, tra applausi scroscianti, stringendo decine di mani. Altra gran bella immagine.
Nonostante le avverse condizioni climatiche, è stato un concerto di quelli memorabili. Sul palco sono saliti artisti straordinari, ma anche persone serene e disponibili, che hanno interagito col pubblico con evidente piacere e con estrema umiltà. Uno dei concerti più emozionanti a cui ho avuto il piacere di assistere negli ultimi tempi.