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“Pablo Picasso - Suite 347”
dal 5 aprile al 28 giugno
Museo Civico Ala Ponzone
Via Ugolani Dati 4, Cremona
Orari: feriali 9-18, festivi 10-18, chiuso il lunedi
E' certamente destinata a far parlare di sè la mostra dedicata alle incisioni della Suite 347 di Picasso, che verrà inaugurata sabato prossimo al museo civico Ala Ponzone. E' la prima volta che la raccolta della Fondazione Bancaja esce dai confini spagnoli per essere rappresentata dal 5 aprile al 28 giugno in tutta la sua interezza in occasione del quinto anniversario del gemellaggio con Alaquàs. Ma a preoccupare gli organizzatori prima, e con ogni probabilità gli insegnanti dopo, è il forte contenuto erotico di alcune delle opere esposte. Troppo esplicite le immagini proposte, seppure indicative del contenuto dell'esposizione. In alcuni casi apertamente pornografiche. Potrebbe essere un elemento di forte richiamo, quello di un Picasso a luci rosse, ed in realtà qualcuno ci ha già provato a sfruttare questo lato dell'artista. Ma era il Museè du Jeu de Paume di Parigi ed il tema della mostra, "Picasso Erotique", allestita nella primavera del 2001, non lasciava adito a dubbi. Una rassegna con trecento opere, alcune delle quali mai esposte in pubblico, che aveva fatto il giro del mondo, prima a Montreal e poi a Barcellona. Un'altra, sul tema "Picasso: tra eros e realtà" è stata allestita nel 2003 a Vicenza, e poi ancora nell'autunno 2005 a Carpi con "Picasso. Nel segno dell'Eros". Prima della mostra cremonese vi sono già state esposizioni parziali delle incisioni, in parte riservate ad un pubblico adulto per l'erotismo di alcune immagini come quelle dei giochi tra Raffaello e la sua bella Fornarina. Un tema non nuovo dunque, e variamente sfruttato. D'altronde lo diceva lo stesso Picasso: "L'arte non è casta, se lo fosse non sarebbe arte". Tuttavia gli organizzatori cremonesi quando hanno aperto quelle casse provenienti dalla Spagna devono aver provato un certo imbarazzo. E, dal momento che il tema scelto per la mostra, "Picasso Suite 347" non rende sufficientemente ragione dell'effettivo contenuto delle immagini più pruriginose, lasciato involontariamente nel vago, hanno scelto di confinare le incisioni più esplicite in un'esposizione "protetta". Tra queste proprio alcune delle 106 stampe dedicate alla stretta relazione esistente tra il pittore e le sue modelle, costruite su un forte erotismo, come rappresentato nel rapporto tra Raffaello e la Fornarina. “Abbiamo cercato di cautelare noi e il pubblico - spiega la curatrice Donatella Migliore - si tratta effettivamente di 25 incisioni dal contenuto molto esplicito per cui abbiamo pensato di isolarle dal resto del ciclo, dove pure esistono altre stampe che si possono considerare erotiche. Questa miniserie, d’altronde, è sempre stata esposta in sale private per cui anche noi abbiamo avuto lo stesso scrupolo, non volendo poi essere oggetto di critiche. Certo non possiamo vietare ai minori l’ingresso nella sala, ma in ogni caso abbiamo preferito avvertire sul contenuto di quanto esposto”.
La sequenza della Suite 347 è aperta da un'immagine composita, «Picasso la sua opera e il suo pubblico», in cui sulla sinistra appare un mago, dinnanzi a lui è ritratto di profilo lo stesso Picasso che contempla la scena del ratto d'Europa davanti a Ercole; nella parte inferiore una donna sdraiata osserva la scena dal basso. L'ultima immagine è invece intitolata «Serenata al tramonto in un bosco alla Monet«; si tratta di un'acquatinta allo zucchero in cui Picasso riprende importanti opere di Monet e Poussin, fino al paesaggio del «San Giorgio nella foresta» del tedesco Albert Altdorfer, riprodotto su una cartolina che un amico aveva spedito da Monaco all'artista. Sono solo due esempi della fantasmagoria inventiva di questo tardo capolavoro picassiano. Nelle 347 incisioni c'è tutto Picasso: il mondo della corrida e dei cantaores flamenchi; la mitologia greco-romana e, soprattutto, il paesaggio mediterraneo. 66 incisioni sono dedicate al tema prettamente spagnolo della Celestina (la Tragicommedia di Calisto e Melibea, un'opera che nella produzione letteraria castigliana, è seconda per rilevanza solo al Don Chisciotte). Vi si incontrano anche ampi riferimenti alla vita quotidiana e a quel che l'artista poteva vedere alla televisione francese. Picasso utilizza vari procedimenti di incisione e passa, con estrema naturalezza, da una modalità all'altra. A volte inizia da un rapido schizzo sulla lastra di rame e questa prima struttura lineare viene progressivamente modificata fino al completo annullamento dell'immagine originale. Altre volte parte dall'acquatinta, imbrattando completamente la lastra di metallo alla ricerca di specifiche caratteristiche tonali, evidenziate successivamente dall'utilizzo della puntasecca, del brunitoio e dell'acquaforte. Nella stampa 87 ad esempio, descrive un episodio tratto dai «Tre Moschettieri» di Alexandre Dumas - probabilmente visto in televisione -, avvalendosi di due modalità differenti di lavoro. Inizia con la tecnica dell'incisione con acido tramite l'acquatinta e termina con l'incisione a secco, servendosi del raschietto della puntasecca.
Da La Cronaca di Cremona del 31-03-09
Tel +39 0372 407768 - 407269
picasso347@comune.cremona.it
museo.alaponzone@comune.cremona.it
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