Veniamo al disco.
Traced In Air trae la sua linfa vitale da straordinari intrecci mirabilmente intessuti dalla chitarra: intrichi ariosi, profondi ed intensi di riffs ed arpeggi a tratti graffianti, a tratti trasognati, nel congegnare i quali Masvidal sacrifica parzialmente la primigenia cattiveria sull’altare di una ineguagliabile e morbida raffinatezza. Su questo serico velo di note scorre la voce suadente e dolcemente aliena dello stesso Masvidal, sporadicamente contrappuntata da un growl nient’affatto invadente ed anzi quasi timido.
Voli chitarristici quali quelli che compongono questo disco non tollerano sbarre di rigide gabbie matematiche; ragion per cui la strepitosa sezione ritmica Reinert – Malone, lungi dal costruire una simile prigione, modella liberamente i propri battiti sui riffs, li accompagna pulsando su tempi sincopati e racchiudendoli in un morbido abbraccio percussivo.
Una aura mistica, sacrale, pervade l’intero album e aleggia soffusa su ogni brano, rendendo il disco quasi una liturgia, una invocazione, un’ode ad una qualche divinità pagana dell’armonia.
Note tecniche parrebbero superflue, quando si parla dei Cynic. Eppure reputo necessario spendere qualche parola sul punto, prendendo le mosse da una dichiarazione resa recentemente da Malmsteen sui Dream Theater:
E' importante per un gruppo avere un buon chitarrista, ma se quest'ultimo è molto tecnico, la band deve rimanere solida alle sue spalle. Gli altri musicisti devono assicurare la continuita' della canzone, mentre il chitarrista si esprime. Ma se tutti fanno gli esibizionisti senza fermarsi, va tutto al diavolo. Sono in concorrenza in questo gruppo. Non vanno tutti nella stessa direzione, ognuno cerca di attirare l'attenzione su se stesso e il risultato? Un casino totale! Questo sono per me: puro casino! Non tutti possono essere lo showman in un gruppo. Il batterista deve tenere il tempo e non fare scena.
Ebbene, il nuovo lavoro dei Cynic fa giustizia di una concezione così gretta della musica. Traced In Air è la creazione di tre artisti di livello tecnico superiore; ciò nonostante, la loro valentìa quasi soprannaturale viene sciorinata davanti all’ascoltatore con naturalezza, in modo persino dimesso: le capacità di questi immensi musicisti non bramano il proscenio, non cercano le luci dei riflettori, ma si fondono e contemperano ponendosi all’esclusivo servizio di quel miracoloso atto di creazione che è il comporre. Questa è LA tecnica: non una sequela di pentatoniche tanto vertiginose quanto sterili, bensì la fedele ancella servente della Musica, la forma nella quale si riversa la più cristallina Ispirazione. Sarebbe meglio per tutti, se certi acrobati del metal imparassero la lezione.
Traced In Air, questo capolavoro del quale i Cynic ci hanno fatto dono, pur palesandosi diverso dall’ormai lontano predecessore ne racchiude e ne perpetua lo spirito: è una sorta di reincarnazione. In un corpo magari più maturo, meno energico e più adatto alla riflessione; ma che si fa comunque ricettacolo della stessa, splendente anima.
Bentornati, e grazie di cuore.