
1. Daimonos
2. Shemhamforash
3. Ov Fire And The Void
4. Transmigrating Beyond Realms Ov Amenti
5. He Who Breeds Pestilence
6. The Seed Ov I
7. Alas, Lord Is Upon Me
8. Defiling Morality Ov Black God
9. Lucifer
E fu così che i Behemoth diedero alla luce il degno successore di The Apostasy.
La storia è sempre quella: death metal compatto e potente, supportato dal solito growl malato di Nergal e dalla solita densissima e martellante sezione ritmica (ennesima gran prova di Inferno dietro le pelli), ed impreziosito dai parimenti soliti inserti melodico/epico/atmosferici di derivazione black. Il tutto messo assieme con la consueta maestria compositiva.
Tuttavia, ad onor del vero i nostri sembrano proseguire nella direzione già intrapresa con The Apostasy: quella di reintrodurre nel proprio songwriting un sempre più grande numero degli elementi blackeggianti sopra ricordati, diminuendo progressivamente la componente "massacro totale" a favore di una maggiore attenzione agli arrangiamenti, alle melodie e alla atmosfera.
E infatti: il pezzo di apertura, Daimonos, è aggressione pura in pieno stile Demigod; ma già nella successiva Shemhamforash, che pure picchia decisamente duro, fanno capolino delle tastiere alquanto inquietanti che incupiscono ulteriormente i riffs monolitici del brano, rendendoli particolarmente malevoli. Da qui in poi, i Behemoth iniziano a giocare alternando sparate letali a parti più cadenzate,"muri di suono" ad arpeggi e riffettoni più melodici, blastbeats a midtempos, in maniera un po' ripetitiva ma assai efficace. A un certo punto, anzi (mai avrei pensato di poter scrivere qualcosa del genere su un album dei Behemoth!), il disco rallenta perfino un po' troppo per i miei gusti.
Questo album non è certo esente da difetti, ascrivibili in gran parte alla sua non eccelsa originalità. Ov fire and the void ricorda un po' troppo At the left hand ov god (sarà colpa dell' "ov" ); il finale "marziale" di una canzone che al momento non ricordo (He who breeds pestilence?) si avvicina oltre il lecito all'epica conclusione di Christgrinding avenue; e ci sono un paio di pezzi (Transetcetc. e Alas...) che non sono esattamente tra i migliori che i Behemoth abbiano mai scritto. Tuttavia l'insieme tiene: Evangelion è un disco solido e più che dignitoso, che si lascia apprezzare per quasi tutta la sua durata.
Concludendo: i Behemoth non si inventano niente di nuovo, ma consolidano quanto costruito negli ultimi anni, continuando contemporaneamente il loro progressivo "scivolamento" a ritroso verso le sonorità di Satanica memoria. Il risultato è ampiamente sufficiente.
Shemhamforash è secondo me il pezzo migliore, ottima sintesi di atmosfera malata e violenza senza compromessi.