di Mac il 18 mar 2010 19:52
intanto vi sparo il report.. che apparirà anche su Metal Maniac.. credo di aprile..
Tornano in Italia i Fear Factory, dopo un’assenza di circa 4 anni dai nostri palchi, con una formazione rinnovata, ed assieme al singer Burton C. Bell. Vediamo il ritorno di Dino Cazares alla chitarra e l’entrata di Mr. Gene Hoglan alla batteria al posto del comunque grandioso Herrera. Un Gene Hoglan, che assieme al confermato Byron Stroud al basso, va a riformare la sezione ritmica dei passati Strapping Young Lad e, se questo non è già di per se un grande biglietto da visita, anche l’album appena sfornato dal combo americano conferma il ritorno in grande stile sui palchi metal mondiali; stasera quindi Milano è pronta ad accogliere la “fabbrica della paura”.
Davanti a un pubblico abbastanza consistente, inizio di potenza con l’opener ‘Mechanize’, a cui segue a ruota un trittico di brani tratti da ‘Obsolete’; la band appare in buona forma, con quella macchina da guerra dietro le pelli, un Burton C. Bell in buona forma vocale e il signor Cazares a macinare riff come se niente fosse. I suoni, all’inizio ancora da regolare bene, con un basso quasi inesistente, presto si assestano su livelli abbastanza buoni, dando così la possibilità ai presenti di godere appieno della carica trasmessa dalla musica suonata.
Praticamente ogni dubbio sulla formazione attuale viene spazzato via durante tutta la serata, con una scaletta si incentrata sull’ultimo lavoro, vedesi ‘Industrial Discipline’, ‘Powershifter’ e ‘Fear Campaing’ come esempi, ma anche con estratti da lavori precedenti come appunto ‘Martyr’, ‘Edgecrusher’ ‘Linchpin’ o ‘Resurrection’, lasciando fuori però i 2 album senza Cazares alla chitarra. Chiusura della prima parte dello show con ‘Final Exit’, per poi ritornare poco dopo con ben 5 e dico 5 pezzi tratti dall’album che probabilmente ha reso grandi i Fear Factory, quindi ecco che in successione, una dietro l’altra, con continue ovazioni ai membri del gruppo, arrivano ‘Demanufacture’, e anche io nel mezzo del pubblico a cantare con tutti i presenti: - I've got no more goddamn regrets , I've got no more goddamn respects -, seguita a ruota da ‘Self Bias Resistor’, ‘Zero Signal’, ‘H-K’ e per finire la acclamata ‘Replica’, goduta appieno nonostante l’evidente affaticamento di Bell alla voce.
Il concerto finisce qui, 1 ora e mezza goduta appieno, pubblico partecipe con cori nei punti giusti, prestazione molto buona da tutti e 4 i musicisti, con menzione speciale al sempre mostruoso Gene Hoglan, con la sua perfezione alle pelli, senza dare segni di particolare stanchezza, forse sarebbe andato avanti senza problemi ancora svariati pezzi.

